M5S farà boom elettorale perché…Grillo ora è “vaffa” più grande alibi

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 13 Maggio 2014 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA
Comizio elettorale di Beppe Grillo a Bari (foto Lapresse)

Comizio elettorale di Beppe Grillo a Bari (foto Lapresse)

ROMA – I sondaggi sono bloccati, non più pubblicabili, da quando si è arrivati a quindici giorni dal voto. Gli ultimi pubblicati collocavano M5S più o meno sopra il 20 per cento. L’aria che tira, il vento che si annusa, i sussurri che arrivano inducono tutti a collocare M5S più in alto, più o meno sopra il 25 per cento. E a quella quota, piaccia o no, parlare e scrivere si deve di boom elettorale. Boom per ora annusato, suggerito, intuito. Ma boom sarà anche quando si conteranno le schede, ce ne sono tutte le premesse e condizioni.

Boom elettorale perché molti e anche tra loro diversi sono affluenti e collettori della gran corrente di voto per Grillo. C’è e resta quello originale, insomma il “vaffa”, quello che gli analisti molto pigri e poco analisti liquidano con la “rabbia”, cui magari aggiungere “sociale”. Il “vaffa” non si è spento dal febbraio dello scorso anno quando si manifestò alle elezioni politiche. Il “vaffa” è vivo e lotta insieme a Grillo. E’ qualcosa di diverso dalla rabbia e anche dalla protesta. E anche dalla “anti politica”. Il “vaffa” è politica purissima, conosciuta e praticata da secoli. Il “vaffa” è la politica che resta quando l’aristocrazia non è più praticabile, la democrazia se la giocano a dadi le corporazioni, il dispotismo non è ancora praticabile…Come che sia, il “vaffa” c’è e vota Grillo.

In più rispetto al febbraio 2013 vota Grillo, non si sa se un rivolo, una goccia, un ruscello o un fiumiciattolo o addirittura un bel fiumotto, di elettorato che prima aveva votato Forza Italia. C’è un po’ di elettorato che di votare Berlusconi non ce la fa più, neanche si sogna di votare Renzi, ignora Alfano e plana su Grillo. Quanto sia non si sa, che ci sia ognun lo sa. Nel suo piccolo è un pezzo di elettorato che aiuterà il boom.

Come e più che rispetto a febbraio 2013 contribuirà al boom elettorale 2014 M5S un’abitudine invalsa, quasi un costume sociale. Si registra ovunque, un solo esempio: gran parte dei 25 mila dipendenti del comune di Roma di fronte alla prospettiva di una “salario accessorio” tagliato o anche solo rinegoziato hanno pensato e fatto sapere: voteremo per Grillo. Chiunque, e sono tantissimi, in questo paese si senta a torto o a ragione in credito di diritti da acquisire e/o di diritti acquisiti, prende seriamente in esame l’idea del “quasi quasi mi butto con Grillo”…anche senza il quasi quasi.

Ma quel che certamente è il turbo del boom elettorale 2014 M5S è la ruberia quotidiana squadernata. L’Expo, le tangenti, le mazzette. Ruberia quotidiana e quotidiano arraffo della cosa pubblica. Scajola che manda i poliziotti ,della sua scorta a comprare calze per la moglie del latitante condannato per favori alla ‘ndrangheta, Dell’Utri condannato per aver tenuto reciproci contatti tra la mafia e Berlusconi imprenditore prima e politico poi, i nomi dei politici nelle conversazioni intercettate tra i professionisti della mazzetta…Quindi, “loro” rubano e “noi” votiamo M5S.

Conseguenza perfetta, equazione sballata. A voler davvero vedere, la ruberia è quotidiana è onnipresente proprio perché a gestirla e governarla non sono più i partiti politici. Partiti politici che non esistono più. Sì, a rubare è una Casta, ma è una Casta sociale e non politica, fatta di avvocati, ingegneri, imprenditori, manager, pubblici funzionari. E’ la gente, è la società civile che su ogni appalto pubblico regolarmente ruba. Come ruba e approfitta di ogni sovvenzione pubblica. Lo si fa sui fondi europei, lo si fa sulla formazione professionale, perfino sulla Cassa Integrazione in deroga si imbroglia. Come si imbroglia sul Welfare, sui rimborsi e sulle esenzioni, si imbroglia dovunque ci sia o scorra denaro pubblico.

Di fronte a questa ruberia quotidiana e di massa Grillo offre, anzi è, il Grande Alibi. Sono “loro” che rubano ci racconta e rassicura M5S sottraendoci alla enorme e intollerabile fatica della verità per cui tra “loro” e “noi” c’è continua osmosi e contatto. Il Grande  Alibi ci esime dal vedere che la corruzione ci fa schifo solo quando non tocca un affare che riguarda da vicino la nostra azienda, il nostro studio, la nostra categoria, il nostro posto di lavoro, la nostra casa, il nostro quartiere e, dio non voglia, la nostra famiglia. Questo Grande Alibi ci serve come l’aria: soffocheremmo se dovessimo mandar giù che a rubare ogni giorno dovunque è la gente, la società civile. Oggi più di quanto non facciano o possano fare i partiti politici.

Il “Vaffa”e il deflusso da Forza Italia e la modernissima forma del voto di scambio ribaltato nel suo contrario ma gemello (io ti voto, tu che mi dai? Era la domanda di una volta. Adesso specie al Sud il mood è: tu non mi dai nulla, quindi voto M5S). E il Grande Alibi. E infine un altro fenomeno ancora: l’antagonismo tanto sociologicamente liquido quanto appiccicoso, tanto ignorante quanto intriso di ideologia. Le magliette che unificano la lotta e protesta per Speziale libero (Speziale assassino di un poliziotto) e Marchionne bugiardo sul piano industriale Fiat non c’entrano nulla con Grillo e M5S. Però chi indossa quella maglietta, come chi in curva inneggia a chi ha sparato (Daniele libero in Curva all’Olimpico di Roma) è pronto per quel voto. L’assonanza non è frutto di una nostra percezione, l’assonanza l’ha rilevata e rivelata Beppe Grillo quando a Napoli è andato a dire: “Fossi napoletano avrei anch’io fischiato l’inno allo stadio” e lì ha giocato a mettersi nei panni di Genny-ultrà.

Somma, frulla, allinea, conteggia: fa boom elettorale. Grillo e M5S il 25 maggio non saranno dieci punti sotto Matteo Renzi e il Pd. Grillo e M5S non saranno primi ma il distacco con Renzi e il Pd sarà inferiore a dieci, sarà probabilmente la metà. E non perché lo dicano i guardiani pentastellati del web, le sentinelle un po’ isteriche di  quanto va in rete che si turbano e indignano anche quando si riportano le parole di Grillo solo qualche ora prima che le sentinelle abbiano avuto il tempo di metabolizzarle e impararle a memoria. Ingegni legnosi, quel che sempre in ogni epoca e luogo ci vogliono per fare i guardiani, le guardie, le sentinelle, i vigilantes, i pasdaran. Ci vogliono pochi o nessun libro letto, un certo schifo delle competenze. Ma soprattutto un cigolio del legno cerebrale che sconsiglia di appoggiarsi su neuroni e sinapsi.

Sarà boom per Grillo perché così dice la società, la gente italiana. Perché Grillo è tanto, tanta roba, molto, molta roba. Ed è anche il Grande Alibi che ci consente di scampare alla domanda: corrotti e gente, una faccia, una razza? Scampare alla domanda e soprattutto alla risposta.