Quote rosse in Fiat e Marchionne preso in flagranza. Art. 19 peccato originale

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 22 Giugno 2012 - 11:03 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le quote rosse in Fiat e Sergio Marchionne colto in flagranza: il paese più pazzo del mondo non si nega niente. Esiste da qualche parte, per la precisione nello Statuto dei lavoratori, un articolo folle, l’articolo 19. Dice più o meno che in fabbrica, in ogni fabbrica ci possono stare in maniera organizzata e riconosciuta solo i sindacati che hanno sottoscritto gli accordi aziendali o di categoria, solo questi sindacati possono avere delegati appunto sindacali nello stabilimento. Senza delegati ovviamente nessuna attività sindacale, spariscono gli iscritti, il sindacato non riconosciuto e timbrato ai sensi dell’articolo 19 sparisce o si fa clandestino. Sergio Marchionne è stato appunto colto, fotografato in flagranza: sotto il riparo dell’articolo 19 ha provato a cancellare la Fiom, il sindacato metalmeccanici della Cgil, dalla nuovo stabilimento di Pomigliano.

Cancellare, fisicamente cancellare: su duemila circa assunti dalla nuova società nata dopo gli accordi aziendali non uno ha in tasca la tessera della Fiom o, se l’aveva, ha pensato bene di disfarsene. Chissà perché…Marchione o chi per lui, l’amministratore delegato Fiat in persona o altri sotto la sua supervisione, hanno deciso che era il caso di fare “pulizia”. Se non etnica e politica, sindacale di certo. Hanno pensato: messa fuori la Fiom dall’accordo, mettiamo fuori fisicamente e definitivamente. Un pensiero sciocco prima ancora che arrogante, una scelta che preoccupa per la scarsa visione manageriale che segnala, prima ancora che per considerazioni sulla democrazia in fabbrica. Sergio Marchionne è stato colto, fotografato, speriamo non immortalato, in un flagrante gesto, anzi piano di onnipotenza ottusa e quindi di prepotenza boomerang.

Gesto sciocco, scelta prepotente, atto ottuso, piano boomerang che nel paese più pazzo del mondo ha prodotto per mano di un magistrato giudicante niente meno che le quote rosse. Una follia. Dunque, quanti erano gli iscritti alla Fiom prima dei nuovo accordi? Più o meno il nove per cento, anzi l’8,75%? E allora, sentenza di giudice, ci sia l’8,75% di assunti a Pomigliano appartenenti alla Fiom: fa 165 in proporzione con lo sconto di 20 che la tessera l’avevano ma l’hanno dismessa.  E’ una sentenza, non una proposta del più matto del condominio. Quindi, applicando ed estendendo mica tanto il principio, chi dovrà assumere d’ora in poi dovrà documentarsi sulla forza sindacale precedente, farsi inviare in curriculum l’appartenenza sindacale e poi dividere per quote. Poiché i sindacati in Italia sono una dozzina, saranno guai per chi deve assumere tre o quattro persone, che fa li taglia a metà come Salomone?

E’ una sentenza sul lavoro ma in realtà è una sentenza ideologica. Ideologica non perché favorisca i “rossi” della Fiom ma perché fa diventare principio giuridico la teoria delle quote: quota rosa, quota rossa, quota giovani, quota anziani, quota handicap… e poi quota nera, quota extra comunitari, quota bianca…Così di compone e si armonizza una società, così la si fa davvero equa. A parte il fatto che la logica delle quote è sorella della teoria e pratica delle corporazioni, non dovrebbe spettare ad una sentenza delineare i connotati della filosofia politica. Come che sia, la logica delle quote non è riparatrice, non risarcisce, al contrario spartisce, né più né meno che la lottizzazione.

Il peccato originale è proprio in quell’articolo 19: perché mai un sindacato deve essere fuori dalla fabbrica se non è firmatario degli accordi? I sindacati se lo sono scritto a suo tempo quell’articolo per limitare la concorrenza interna tra sindacati. Gli imprenditori acconsentirono a scriverlo perché così limitavano il numero di interlocutori e controparti. Sbagliato, era un peccato originale. Anche se non del tutto senza ragione in un pazzo paese dove il sindacalismo autonomo, artigianale e irresponsabile trova ottimo habitat. Quel peccato originale comunque ha prodotto due frutti avvelenati: il Marchionne colto in flagranza di prepotenza e quindi, e non è poco, di credibilità. E le quote rosse per le assunzioni a Pomigliano.

Anzi il danno collettivo neanche si ferma qui: Pomigliano è oggi uno stabilimento che funziona, scoprire che la Fiat aveva e ha uno scheletrone nell’armadio darà purtroppo fiato a quanti piaceva uno stabilimento che non funzionava ma dentro ci si stava comodi. E poi il peggio del peggio: sono in atto tra la Fiat e la Fiom sessanta cause giudiziarie. Finora la Fiat ne ha vinte 18, la Fiom sei. E sempre sentenziando più o meno sulla stessa questione: un paese pazzo, pieno di pazzi e con una pazza roulette della sentenza.