Materassone sociale, 300 miliardi: evasione, corruzione, regalie e muffa

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 17 Febbraio 2012 - 14:44| Aggiornato il 18 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli “ammortizzatori” sociali, dalla Cassa Integrazione alle varie, anche se scarse, forme di sussidio e di Welfare che non siano la pensione. Questione importantissima che riguarda e tocca oggi almeno un paio di milioni di lavoratori dipendenti e un paio di milioni di famiglie ufficialmente indigenti. La società italiana non sbanderà, non andrà fuori strada e non sobbalzerà sulle buche se questi “ammortizzatori” saranno sufficienti, elastici ed equi. Di “ammortizzatori” sociali tutti parlano e si occupano, il governo, i partiti, i sindacati, i giornali, le tv. Ma c’è qualcosa su cui decine di milioni di italiani sono di fatto, spesso senza rendersene conto, appoggiati: un “materassone sociale” da 300 miliardi di euro all’anno. Un “materassone” così ce l’abbiamo solo noi italiani nel mondo e ci stiamo tutti più o meno sopra, direttamente o indirettamente. Eppur non ne parliamo volentieri, ci stiamo in fondo comodi. Il guaio è che quel “materassone” sta facendo la muffa e comincia ad ospitare oltre che le nostre terga anche qualche verme della lana e del crine.

Trecento miliardi: 120/130 di evasione fiscale, almeno 60 miliardi di proventi dalla corruzione e almeno 100 miliardi di “regalie” all’interno dei quattrocento e passa di spesa pubblica. Trecento miliardi che ogni anno si spalmano sul reddito reale di decine di milioni di famiglie, famiglie ricche o solo benestanti, famiglie di ceto medio, famiglie a reddito basso. I soldi dell’evasione fiscale non finiscono tutti in Svizzera, integrano eccome il reddito di intere categorie, integrano soprattutto il reddito reale del lavoro autonomo, il 20 per cento della forza lavoro compressiva del paese. Il 20 per cento a fronte di una media europea della metà, domandarsi perché in Italia il lavoro autonomo è così diffuso e trovare una risposta anche in questa parte del “materassone”.

I sessanta e passa miliardi di proventi da corruzione, stima della Corte dei Conti, integrano il reddito reale dell’industria delle “autorizzazioni e degli appalti”. “Industria” in cui lavorano segmenti neanche tanto piccoli della Pubblica Amministrazione, del ceto medio impiegatizio e in cui lavorano tante piccole e medie aziende e imprenditori. I cento e passa miliardi di “regalie”, di contributi pubblici sparsi a pioggia, e qualche goccia della pioggia non viene negata a nessuno, integrano il reddito reale dei “territori” e di chi li abita. Reddito di maestranze, dirigenti e perfino precari.

Solo con l’esistenza di questo “materassone” si spiega e comprende perché il trenta e passa per cento di giovani disoccupati non si traduca in “guerra” sociale. Così si spiega e si comprende l’evidente e altrimenti incomprensibile e inspiegabile divario tra il reddito medio, intorno ai 25mila euro annui, e il tenore di vita reale di tutti, e non solo dei grandi evasori. Così si comprende e si spiega un paese che quanto a produzione di ricchezza nazionale, il famoso, Pil, è tornato ai livelli di dieci anni fa ma che, solo di patrimoni evidenti e censibili, allinea una media per ogni famiglia di 150mila euro in depositi bancari o investimenti finanziari. Solo così si spiega e si comprende il come e il perché del risparmio privato italiano che è proporzionalmente il secondo al mondo mentre l’Italia è ufficialmente la sesta, settima economia mondiale. Solo così si spiega come e perché si sopravviva con i salari bassi, tra i più bassi in Europa e con un tasso di occupazione complessiva a sua volta basso, bassissimo dopo i 50 anni. Non lavorano i giovani, pochissimi ultra cinquantenni lavorano, mediamente poche donne al lavoro, tasse alte, Pil in recessione. Se non fosse per il “materassone sociale”…

Ci stiamo tutti più o meno sopra. Però sta facendo la muffa: la gente e la politica resistono insieme a difesa dei cento miliardi di “regalie”. Ma anche se la resistenza è perfino più decisa di quella del Piave, non ci sarà e non ci può essere Vittorio Veneto dopo il Piave: quei soldi diminuiranno, già diminuiscono e nessuno può farci niente. Da questo lato il “materassone” si affloscia. Un po’ è destinato a sgonfiarsi anche il lato dell’evasione fiscale, di almeno una decina di miliardi si sgonfierà. Resta robusto il centro del “materassone”, quello della corruzione. Ma se regalie ed evasione cominciano a fare un po’ di muffa, “respira” meno anche la corruzione. Anche se il paese resiste, resiste e resiste, il “materassone” da trecento miliardi si avvia a restringersi a 250, forse addirittura duecento se continua così. Che sia questo il problema, lo sgonfiarsi, il far muffa del “materassone sociale” all’italiana?