Sotto le mura di Equitalia la tribù dei feriti e… quella dei barbari

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 3 Gennaio 2012 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

ROMA – “Non ce l’ho con te ma con chi non ti butta di sotto”: così Ettore Petrolini dal palcoscenico si rivolse allo spettatore incontinente e incompetente che da lassù sul palco lo fischiava. Non prendersela dunque, non “avercela” con chi fa rumore molesto ma con chi in silenzio fa il pesce in barile e consente che il fischio si espanda e proceda come fosse niente meno che un pensiero compiuto e ragionato. Parafrasando Petrolini e accogliendone l’insegnamento, non bisogna “avercela” con Beppe Grillo quando “fischia” Equitalia. Non con lui ma con tutti quelli, e sono tribù, che “non lo buttano di sotto”. Chi sono? I partiti politici, i parlamentari, i sindacati, uomini e donne delle istituzioni e buona parte del giornalismo italiano: è pieno fino all’orlo il barile dei pesci in barile.

Tutti acquattati e compressi dietro e sotto l’ipocrita formula della “violenza no, mai” ma tutto il resto sì. Tutto il resto, senza fare né grandi né piccole distinzioni quando si tratta di Equitalia. Tutti terrorizzati dal dover ricordare, non sia mai, che Equitalia è lo Stato e non un “cattivo” invasore straniero. Tutti accampati sotto le mura di Equitalia, tutti a partecipare in qualche modo all’assedio. Tutti “astuti” nell’accamparsi lì fuori le mura, in cerchi concentrici tra loro diversamente ostili all’assediato ma comunque ostili. Perché mostrarsi ostili a Equitalia “conviene” e non partecipare all’assedio si paga in termini di popolarità. Tutti più o meno pavidi fino al silenzio, silenzio bugiardo.

Bugiardo perché Equitalia chiede e fa pagare le tasse dovute e non pagate. Che siano dovute e non pagate fanno finta di dimenticarselo tutti. Spesso, troppo spesso Equitalia commette errori e soprattutto non dà modo concreto al contribuente di difendersi dall’errore di Equitalia. Talvolta Equitalia “arronza” le sue richieste. Quasi sempre chiede ed esige in tono e in sostanza minatorie. E tutte queste sono storture intollerabili che è sacrosanto respingere, rifiutare, criticare, correggere, cancellare. Ma Equitalia fa così perché altrimenti l’italiano, molti italiani, non pagano. Non è un motivo sufficiente a legittimare ogni atto di Equitalia, ma è qualcosa che va ricordato. Equitalia con i suoi errori, con la sua burocrazia a volte ottusa e impermeabile alla contestazione, produce, crea una tribù, una vasta tribù di feriti, di cittadini e contribuenti feriti da un’esazione fiscale che di fatto è condanna inappellabile. Questa Equitalia va corretta e fermata. Questa Equitalia, non Equitalia tutta. Perché senza Equitalia chi non paga le tasse continua a non pagarle.

Alla tribù dei feriti da Equitalia si somma, con essa si mischia la ancor più vasta tribù dei barbari, dei cittadini evasori. Sono questi barbari il nerbo degli assedianti, spesso, troppo spesso, travestiti da incolpevoli e inconsapevoli feriti dalla “crudeltà” di Equitalia. Equitalia che è più “braccio” che “mente”. Un sistema fiscale che ti chiede di conservare documenti per almeno cinque anni, che non ti dà la possibilità reale di non pagare di nuovo dopo aver già pagato, che ti multa anni dopo e all’ingrosso: questo sì che è davvero crudele. Ma responsabile di questo sistema è la “mente”, cioè la politica e le istituzioni e le corporazioni, almeno quelle più forti,, che si sono fatte fabbricare un sistema fiscale sorto e ingiusto, un labirinto con angoli aguzzi e taglienti dove chi ha la mappa giusta fa perdere le proprie tracce. Equitalia è il “braccio” del fisco, della Agenzia delle Entrate. Braccio talvolta prepotente e la cui prepotenza andrebbe fermata quando c’è. Ma dire che il braccio va tagliato o restare in silenzio quando qualcuno lo dice significa darla vinta alla tribù dei barbari e non soccorrere e difendere i feriti. Il problema non è Grillo e neanche la violenza. Il problema è l’omertà, la connivenza, la soggezione, l’opportunismo verso la grande tribù dei barbari. Occupano un territorio vasto quasi 200 miliardi evasi ogni anno, quindi sono milioni. Non bisogna avercela con Grillo e neanche arruolarsi con Equitalia, ma occorre togliere davvero le proprie tende dall’accampamento dei barbari, senza “astutamente” piantarle appena un metro più in là.