Primavera: passato lo spread, ingabbiato lo Monti. Crono programma Pdl/Pd

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 9 Marzo 2012 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA

16.11.11: Monti riceve il "campanellino" del governo da Berlusconi (Ap-Lapresse)

ROMA – Se ti fai una passeggiata a Montecitorio te lo dicono con una certa spavalderia: Monti resta al governo fino alla “scadenza”, cioè fino alle elezioni di primavera 2013. E fin qui…ma subito aggiungono: da primavera 2012 non gli faremo fare più nulla di significativo, più nulla di testa sua. E ti stendono davanti un calendario, anzi un crono programma: relativa libertà d’azione per il governo dei “tecnici” fino a fine marzo-inizio aprile 2012. Insomma fino a Pasqua. Poi una campagna elettorale a bassa intensità per le amministrative del 6 maggio durante la quale il governo può perfezionare ciò che ha già fatto.

Ma da fine primavera-inizio estate 2012 comincia di fatto una campagna elettorale vera, lunghissima e incertissima. Durante la quale staranno bene attenti ad impedire che il governo “tecnico” faccia mosse appunto di governo tali da crear onda, qualunque onda, di consenso o dissenso. Salvato il caseggiato Italia dall’incendio e alluvione di fine 2011, al governo assegnano per il tempo che va da giugno 2012 a giugno 2013 il ruolo del portiere in portineria: lavorare per i condomini più che per il condominio. Chi te lo dice, chi così pronostica e così  prevede con auto rassicurante certezza e respirandoci sopra anche un certo sollievo? Con accenti diversi è una lingua unanime: te lo dicono quelli del Pdl e quelli del Pd. Confermano, sia pure con un certo disappunto, quelli dell’Udc.

Primavera, passato lo spread…ingabbiato lo Monti è lo slogan-battuta che sintetizza. In mattinata lo spread è sceso fino a quota 290, “ingabbiare lo Monti” si può, eccome se si può. La prova? Quando lo spread era tra 500 e 450 il governo Monti ha potuto praticamente senza resistenza introdurre una patrimoniale sulla casa e una mini patrimoniale sulle rendite finanziarie. Il Pdl ha dovuto lasciar fare nonostante tutto il suo cuore, anima e intelletto fosse contrari. E in un baleno quando lo spread era a 450/500 il governo Monti ha alzato l’età della pensione e introdotto il sistema retributivo per tutti. Il Pd ha dovuto lasciar fare nonostante tutto il suo cuore, anima e intelletto fossero contrari. In questi giorni, con lo spread che accarezza quota 300 il governo fatica come un dannato a inseguire il taglia e cuci che partiti e Parlamento fanno intorno e dentro i successivi decreti: le liberalizzazioni che si dimezzano e si tagliuzzano, le “semplificazioni” che cominciano a somigliare ad una finanziaria d’antan dove ognuno cerca di infilare o sfilare l’emendamento a misura del suo elettorato di riferimento.

L’ultima che il governo farà, se riuscirà a farla, è una riforma del mercato del lavoro. Entro marzo-aprile e con molta, moltissima accortezza come anche la Fornero mostra di aver capito. Sul crono programma che i partiti volentieri ti srotolano davanti pesa una sola incognita. L’altro giorno, dopo aver detto di sperare che “non cresca lo spread tra i partiti”, Monti ha aggiunto: “Se così fosse si potrebbe avere un’interruzione molto prematura dell’opera di risanamento”. Molto prematura, vuol dire che Monti potrebbe non starci a fare il guardiano in portineria da primavera 2012 a primavera 2013. Monti avverte che potrebbe prendere “bastone e cappello” e salutare.

Ma, ci credano o no a questa eventualità, né quelli del Pdl e neanche quelli del Pd si spaventano tanto all’idea. Replicano: e quando lo fa? Da novembre in poi non si possono sciogliere le Camere, c’è il “semestre bianco”, gli ultimi sei mesi del mandato del presidente della Repubblica. Che fa Monti, “molla” all’inizio dell’estate? Lo giudicano improbabile, giudicano assai improbabile che Monti abbia la “finestra” di tempo e di spazio per sottrarsi all’ingabbiamento. Soprattutto alla domanda se uno “scarto” di Monti non riporterebbe d’un colpo e di un balzo lo spread a 400 e passa, rispondono sornioni e pensosi: “Proprio sicuro?”.

Sono convinti in Parlamento e nei partiti che il peggio è passato e soprattutto non torna, sono convinti che lo spread è domato. Forse vedono lungo e diritto, forse sognano corto e storto. Comunque sorridono quando replicano: “Proprio sicuro che, Monti o non Monti, risale lo spread?”. E quindi lavorano di crono programma, stendono la mappa del ritorno della politica. Ritorno a tappe: le elezioni del 2013 sono solo il traguardo, prima ci sono le tappe in cui il governo dei “tecnici” viene messo in condizione di non far danno alla “politica”.

Sta per tornare un bastimento carico carico di campagna elettorale, in Parlamento, in tv e nel paese. Bastimento carico carico di alleanze e coalizioni. E promesse e programmi. Carico carico anche di Lusi e Boni, ma questi sono i rischi del mestiere.