Morti dopo il vaccino…Scoop! Vaccino anti Covid non dà immortalità

di Lucio Fero
Pubblicato il 5 Marzo 2021 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
Morti dopo il vaccino...Scoop! Vaccino anti Covid non dà immortalità

Morti dopo il vaccino…Scoop! Vaccino anti Covid non dà immortalità (FOTO ANSA)

Morta dopo il vaccino…e via a pubblicare, postare, cliccare, ruminare un più o meno esplicito: hai visto? Prima di ogni altro siamo qui in grado di attestare sconvolgente previsione: entro un anno dall’esser stati vaccinati, dei 40 e passa milioni che avranno ricevuto il vaccino una mezza milionata sarà morta. Morta rigorosamente dopo il vaccino. Uno scoop azzardato e funereo, catastroficamente funereo? No, solo la logica, conseguente applicazione dell’uso distorto e ignorante (volutamente o naturalmente ignorante?) del termine dopo.

Dopo: rapporto temporale o nesso causale, la differenza ignorata

Mi sono rotto la gamba dopo aver pranzato. Nessun in questo caso attribuisce al pranzo, all’aver pranzato la ragione della gamba rotta. La gamba si è rotta dopo il pranzo, c’è un rapporto temporale tra i due fatti ma nessuno si azzarda a dire o suggerire che l’uno sia causa dell’altro. 

Mi sono rotto la gamba dopo esser caduto per le scale. Qui invece il dopo è con tutta evidenza un nesso causale, stabilisce un rapporto di causa-effetto tra la rottura e la frattura. La differenza tra rapporto temporale e nesso causale non è ignota ai bambini, la consapevolezza della differenza non è estranea al manifestarsi e maturare dello stesso istinto di sopravvivenza. Comunque è una differenza la cui consapevolezza si manifesta ancor prima dell’età della ragione e con l’età della ragione si sviluppa appieno. Si sviluppava? Cosa è che contrabbanda alla frontiera della ragione un rapporto temporale come fosse un nesso causale tra vaccini e morti? Cosa spinge a quei titoli ammiccanti e falsari in cui la parola dopo tra vaccini e morti è immessa a indurre conseguenza e causa?

Mezzo milione di italiani morirà dopo…

Dopo aver preso un caffè, acceso il motore della macchina, mangiato mozzarella e prosciutto, salito le scale, preso un treno, fatta una doccia, fatto l’amore, cambiato partner, essere andati dal commercialista, rifatto il trucco, tagliati i capelli, messo a posto l’armadio…In un anno di tempo mezzo milione di italiani (è la media delle morti annuali) sarà morto dopo tutto questo. Vuol dire morti a causa e conseguenza del caffè, della chiavetta del motore, della mozzarella e prosciutto, dell’acqua calda, del sesso, del commercialista, del partner vecchio e nuovo, del parrucchiere e barbiere, della tintura del make- up, dei maglioni e cappotti? Nessuno ovviamente lo pensa, nessuno assegna a quel dopo una natura, neanche in sospetto di essere causa di un effetto morte.

Allo stesso titolo, puramente temporale, dopo il vaccino a 40/50 milioni di italiani, circa 500 mila italiani entro un anno saranno morti.  Qui invece una superficialità incosciente, unita ad una pigrizia dell’anima e della mente, moltiplicate entrambe da una depressione sia cognitiva che di responsabilità sociale portano tutte a comunicare, pubblicare, suggerire, mormorare, ruminare quel “dopo” come allusione manifesta al nesso vaccino-morte. E’ il giornalismo, è la comunicazione pop, parenti dei social più di quanto entrambi credano.