Dall’Alpaca e dai suoi anticorpi un farmaco contro il coronavirus
Pubblicato il 29 Giugno 2020 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA
Un alpaca ci salverà? Non solo dal freddo invernale con la sua bella lana. Ma anche dalla paventata seconda ondata di Covid-19?
Pare di si, stando a uno studio condotto da scienziati in Svezia, in Sudafrica e in Inghilterra. Gli anticorpi speciali trovati negli alpaca, e presenti anche nei lama e nei cammelli, possono aiutare a neutralizzare il virus del Covid-19.
Nella sfilza di ricerche e possibili vaccini anti Covid e annessa gara a chi arriva primo si sono inseriti quindi anche gli alpaca: lenti, ma instancabili…
In un’intervista alla Reuters i membri dell’equipe di ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, col quale collaborano Università del Sud Africa, hanno affermato che pur se il procedimento è complesso
”in linea di principio, tutte le prove suggeriscono che funzionerà molto bene negli esseri umani. Se disponibili, verranno utilizzati specifici farmaci antivirali o terapie anticorpali per proteggere le persone a rischio“.
Gli anticorpi di tre alpaca
Nella ricerca sono stati usati grazie alle loro caratteristiche particolari e alle dimensioni assai minuscole gli anticorpi chiamati nanobodies, nano-corpi. Vengono da un alpaca di 12 anni chiamato Tyson, come il famoso e poderoso pugile peso massimo statunitense.
Immunizzato Tyson in un laboratorio del Karolinska a Stoccolma, l’obiettivo dei ricercatori è isolare i nano-corpi dal sangue dell’alpaca e legarli agli stessi virus degli anticorpi presenti nell’uomo. In modo da bloccare una possibile infezione.
I ricercatori del Karolinska non sono soli. Infatti i ricercatori della University of Kentucky School of Medicine, in Inghilterra, hanno utilizzato tre alpaca, rispettivamente chiamati Big Boy, Blue Eyes e Emperor. Per scoprire che il nanobody potrebbe essere un “trattamento efficace”. Anche contro il Covid-19 una volta legato alle proteine del recettore.
Alpaca all’università
Efficace anche contro il Covid-19 perché per oltre tre anni gli alpaca Big Boy, Blue Eyes e Emperor hanno contribuito alla ricerca di nanobody dell’Università in questione. Nei tre anni i ricercatori dai tre alpaca sono riusciti a estrarre dai tre alpaca più di 50 nano-corpi. Per colpire le proteine coinvolte in una varietà di malattie umane, compresei il cancro, il diabete e i disturbi neurologici.
Wally Whiteheart, professore presso il Dipartimento di Biochimica Molecolare e Cellulare della University of Kentucky School of Medicine, ha spiegato:
“È una tecnologia potente ed è qualcosa con cui speriamo di poter sviluppare alcune terapie. In un certo senso i tre lama li vacciniamo, in questo caso con le proteine virali, e produciamo nano-corpi per quelle proteine virali. Possiamo andare a purificare i nano-corpi per identificare quelli che si legano al virus e quindi testarli per vedere se sono in grado di inibire l’infezione virale”.
Ci sono ancora molte ricerche e prove da fare, avverte Whiteheart, ma anche molte speranze. In particolare:
“La cosa interessante che stiamo esplorando ora è la possibilità di produrre uno spray nasale, che una volta inspirato porti i nano-corpi proprio nel luogo in cui il virus colpisce il tessuto polmonare”.
Speriamo bene.