Elezioni 2022, i buchi della votazione degli italiani all’estero, il caso delle otto buste in Brasile

Elezioni 2022, i buchi della votazione degli italiani all'estero, il caso delle otto buste in Brasile, limiti di trasparenza e partecipazione

di Pino Nicotri
Pubblicato il 25 Settembre 2022 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA
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Elezioni 2022. Agli italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono arrivate le schede elettorali e molti hanno già votato. La procedura però è strana e suscita più di una domanda.

Il bustone con dentro le due schede, una per il Senato e l’altra per la Camera dei Deputati, e i fogli con le spiegazioni su come votare, viene spedito non per raccomandata, ma per posta semplice. Molti il bustone se lo trovano perciò per metà fuoti della cassetta della posta perché il postino non si pone il problema di come farcelo entrare tutto piegandolo.

Se un ragazzino si diverte con le elezioni

Il che significa che chiunque, ragazzino dispettoso o vicino bilioso, può prendersi il bustone e buttarlo via o divertirsi a votare come se fosse lui l’italiano avente diritto. Anche perché non di rado al residente all’estero non interessa votare nelle elezioni italiane. In Brasile si sa di un caso in cui qualcuno ha offerto otto schede a un professore, che racconta:

“Mi hanno offerto otto schede elettorali. Qui non sanno cosa farsene”….”Se volessi potrei ottenere decine di schede elettorali. Basta chiedere”.

Anche perché  molto spesso i brasiliani di terza o quarta generazione non hanno la più pallida idea di quale partito votare né di chi siano i leader politici in Italia. Ma ovviamente non solo i brasiliani.

Il professore brasiliano, ma non solo lui, non avrebbe problemi nel realizzare la sua piccola truffa elettorale perché nella busta che si invia ai consolati italiani del proprio Paese di residenza si deve inserire solo il talloncino che attesta, in modo anonimo, il diritto di voto del votante. E poiché il votante resta anonimo, chiunque può inviare le busta regalategli da amici e conoscenti col voto che preferisce lui.

La scheda via posta semplice

La busta con il voto deciso dal votante non deve essere inviata con raccomandata semplice e neppure con ricevuta di ritorno, ma solo come lettera semplice. Il che significa che la busta col voto può essere persa, in buona o cattiva fede, strada facendo. Si legge non di rado di postini che si alleviano la fatica buttando nella spazzatura chilate di lettere. Non la si invia per raccomandata con ricevuta di ritorno per garantire l’anonimato del votante.

Per evitare i troppi problemi  che deriverebbero dallo spoglio  dei voti nei rispettivi consolati, come per esempio la formazione in ogni consolato della commissione scrutinatrice, lo spoglio delle schede provenienti dalla circoscrizione Estero avviene dopo il 25 settembre  a Castelnuovo di Porto (Roma), presso il Centro Polifunzionale della Protezione Civile.

I cittadini italiani residenti in Italia sono poco meno di 56 milioni su una popolazione di oltre 60 milioni, se ne ricava quidi che la percentuale di italiani residenti all’estero è circa l’8% del totale. Secondo le stime del 31 dicembre scorso, anno 2021, in tutti i paesi del mondo gli iscritti all’AIRE sono 5,8 milioni, minorenni non votanti inclusi.

Gli italiani all’estero e le elezioni

Gli italiani all’estero fino alla riforma riforma costituzionale del 2020, che ha visto passare la Camera da 630 deputati a 400 ed il Senato da 315 senatori a 200, complessivamente 8 deputati e 4 senatori, così suddivisi: 

3 deputati e un senatore in Europa
2 deputati e un senatore in Sudamerica
2 deputati e un senatore in Centramerica
un deputato e un senatore in Asia-Africa-Oceania.
Dopo la riforma questi numeri sono stati rivisti al ribasso, ma non sono ancora stati resi noti.  Anzi, ci sono siti che confermano l’elezione di 8 deputati e 4 senatori. Insomma, un po’ di confusione non manca. 

La possibilità di voto degli italiani all’estero è stata istituita con una apposita legge nel 2001, voluta soprattutto dall’allora ministro per gli Italiani all’estero, Mirko Tremaglia. Fino a quel momento chi aveva la residenza all’estero per votare doveva tornare fisicamente in Italia perché risultava iscritto nelle liste elettorali dell’ultimo comune italiano di residenza.

Da quando il voto all’estero è stato esercitato con le elezioni politiche del 2006, a ogni elezione sono stati segnalate molte falle: casi di più schede rubate e compilate da una sola persona, schede inviate a persone già defunte, ecc.  Eppure, nonostante tutto, le modifiche man mano suggerite per  tappare le falle sono state trascurate. Il rischio di brogli esiste sempre e i controlli sono sempre limitati.

Renato Mannheimer, famoso sociologo e sondaggista, a proposito del voto degli italiani all’estero ha sottolineato che ha dimostrato grossi limiti di trasparenza e partecipazione. La perdita attuale di rappresentanza ne è, a suo avviso, un’inevitabile conseguenza. Nell’immediato futuro Mannheimer non vede possibilità di cambiamento di tale sistema elettorale per l’estero.