Emanuela Orlandi e José Garramon. Antonio Goglia: Marco Accetti ha sentito dire

di Pino Nicotri
Pubblicato il 24 Luglio 2013 - 04:38| Aggiornato il 29 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi e José Garramon. Antonio Goglia: Marco Accetti ha sentito dire

Nelle foto di Marco Fassoni Accetti una chiave del mistero

Sul mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, Antonio Goglia, ex carabiniere di S. Giorgio a Cremano, in passato ha inviato a Blitzquotidiano vari articoli per esporre le sue teorie e piste.

Benché si tratti di teorie e piste che non condivido, i suoi articoli li ho sempre fatto pubblicare. Perché? perché era evidente lo sforzo in buona fede di Goglia di tracciare i suoi scenari, senza cercare pubblicità per rilasciare interviste o diventare un altro ospite dei vari blablablà televisivi che da sempre pestano acqua nel mortaio.

Dopo qualche mese di silenzio, mentre infuriava il ciclone fino ad oggi di solo vento provocato dal fotografo romano Marco Fassoni Accetti con il suo flauto “di Emanuela”, Goglia si è rifatto vivo inviandomi un nuovo articolo. Nel quale si occupa proprio di Marco Fassoni Accetti, o Marco Accetti o MFA, riproponendo la propria pista brasiliana giusto in occasione della visita in Brasile del nuovo papa Francesco. 

——————-

 di Antonio Goglia

Tutto scorre….è una citazione del filosofo Eraclito secondo il quale la realtà effettiva si va ricomponendo e rinnovando continuamente ..il Papa si reca in Brasile proprio in questi giorni, in una terra un tempo martoriata dalla dittatura e dalla tortura, dimenticata dalla chiesa di Roma a causa della ragione di Stato e di precise scelte geopolitiche…

La verità può continuare a sfuggire, talvolta, anche agli occhi del più attento ricercatore a causa di basi errate o anche per l’inconscio timore di dover ammettere di avere fallito nell’indagine…..a costo di apparire presuntuoso sento il dovere di affermare che le parole chiave della soluzione del “caso Orlandi” sono :

Teologia della Liberazione,

tortura,

lotta dei Domenicani contro la dittatura brasiliana e

Stasi…

tutte parole impronunciabili per la stampa italiana……che travisa o preferisce dedicare un’intera prima pagina ad assurde e stantie farneticazioni del solito turco.

Ciò sarebbe, peraltro di tutta evidenza per chi, accettando la mia precedente ricerca, rileggesse i messaggi dei sequestratori ponendoli in relazione con il periodo storico in cui i fatti di cui parliamo accaddero.

Al contrario, i sempre più rari approfondimenti sul “caso” rifiutano a priori di dedicare attenzione alle nuove risultanze offerte da un’indagine storica, benché confermate da indizi clamorosi

Recentemente, tramontata la fuorviante ricerca sulle responsabilità ipotizzate a carico della banda della Magliana, è stata l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro a infondere nuovamente la speranza di conoscere la sorte della cittadina vaticana: il Papa nuovo che, come Albino Luciani, si rifà all’ “opzione preferenziale dei poveri” e propugna una “chiesa povera” è sembrato, ad un tratto, pronto ad aprire gli archivi vaticani contenenti l’anello mancante alla soluzione del rebus……ma…deve avere cambiato idea rispondendo negativamente, o non rispondendo affatto, alle richieste del sig. Pietro Orlandi volte ad ottenere un’udienza privata.

Eppure, poco dopo l’elezione il Pontefice incontrandolo gli aveva rivelato….”Emanuela è in cielo”…., un po’ come quando Woytila disse ancora al sig. Orlandi….”si tratta di un caso di terrorismo internazionale”….. o, ancora, come quando parlò per la prima volta di sequestro…(Sic!)

Ma è stata la comparsa sulla scena del crimine di un inedito personaggio a dare la sensazione che l’annosa vicenda della “ragazza con la fascetta” potesse essere finalmente spiegata….

Il sig. Marco Fassoni Accetti, sedicente agente segreto, con un vero coup de theatre tira fuori da sotto un “sasso” niente di meno che quello che asserisce essere il flauto di Emanuela Orlandi con tutto il suo valore feticistico paragonabile oramai a quello del mantello del profeta o del Santo Graal.

MFA appare dal nulla e ci conduce sul luogo dove è possibile rinvenire lo strumento musicale forse appartenuto alla giovane Orlandi…riferisce di un gruppo di “fiancheggiatori”, di un’attività di “controspionaggio”…in maniera incongruente….senza sapere dire alcuna cosa chiara, precisa….indicativa…

Non fa nomi riferibili a chicchessia, produce affermazioni confuse e mai dimostrabili relative alla permanenza di Emanuela in diverse città europee…sembra piuttosto essere, MFA, “uno che passava di lì”… “che ha sentito dire”… o che ha partecipato a un gioco più grande di lui, ma senza capire di che gioco si trattasse.

Dalle pochissime dichiarazioni che si possono salvare, MFA, sembra aver collaborato ad attività poste in essere da membri della STASI…a questo fa pensare la sua asserzione circa l’obbiettivo di vanificare l’accusa rivolta da Agca ai servizi segreti bulgari in merito al tentato omicidio di Karol Woytila…asserzione peraltro ampiamente abusata in tutta la letteratura relativa all’attentato del 13 maggio 1981.

Resta intensa la sensazione che MFA parli di qualcosa che non conosce appieno: personalmente intervistato dallo scrivente sul significato della formella della Via Crucis che celava il flauto traverso non ha saputo dire alcunché dichiarandomi di non sapere nulla del coinvolgimento politico degli ambienti religiosi sudamericani.

E’ evidente che Fassoni Accetti conosce, o meglio “ha sentito dire”, solo di una delle due anime del sequestro Orlandi quella dei servizi segreti dell’Est…quella più nota, autrice della farsa Turkesh, prima, e dei Komunicati, poi, ignorando del tutto l’esistenza dell’ altra parte del patto scellerato, quella che inscena il “codice 158” e che invia audiocassette che riproducono le urla strazianti di esseri umani torturati.

Potrebbe sembrare che addirittura MFA ci stia chiedendo aiuto: stia chiedendo di riaprire il caso giudiziario che l’ha visto protagonista per capire perché o per causa di chi il piccolo José Garramon sia finito sotto le ruote del suo Bedford, oppure, a seconda dei casi, perché giacesse esanime sul ciglio della strada prospiciente la pineta ostiense.

Perché lui, simpatizzante o fiancheggiatore, abbia dovuto addossarsi la responsabilità colposa della morte di Josè Garramon…..lui non lo sa…..

Al tempo stesso Fassoni Accetti con le sue passioni ….”ognuno ha i suoi gusti”, disse il gatto leccandosi il sedere….., rischia di essere determinante per la soluzione del mistero avendo legato la sparizione di Emanuela Orlandi alla tragica fine di Jose Garramon.

Due tragedie che hanno lo stesso comune denominatore: la lotta dei domenicani contro la dittatura brasiliana e la loro collaborazione con la STASI, sodalizio che, a un certo punto, potrebbe essersi incrinato. Un’ affermazione,quest’ultima, tutt’altro che gratuita se si fa attenzione alla circostanza che Joselito era figlio di un diplomatico uruguaiano, Carlos Garramon, delegato presso la sede romana dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) e, lodevolmente, impegnato nell’elaborazione di piani e programmi volti al contrasto della fame e della povertà in Sudamerica.

E’ un dato di fatto che Carlos Garramon e Frei Betto, guida spirituale dei domenicani brasiliani, condividessero la medesima posizione circa le politiche umanitarie da attuare in America Latina e non è difficile immaginare che avesse posizioni ideologicamente prossime a quelle dei frati impegnati a livello continentale nella lotta di liberazione dalla dittatura e che potesse essere vicino a movimenti di pensiero “eversivi”.

Jose Garramon fu certamente sequestrato, esattamente come Emanuela e, secondo la ricostruzione proposta, restò vittima di una minaccia o di una ritorsione rivolta a suo padre…forse a seguito della rottura di un sodalizio ideologico.

Ecco, dunque, la relazione tra il sequestro Orlandi e l’omicidio del piccolo Garramon, una relazione firmata con la formella della Via Crucis posta, non casualmente, a sigillo del nascondiglio del flauto che potrebbe essere quello della Orlandi. Un’effige che riproduce la tortura di Cristo, una scena della passione di Gesù fulcro della spiritualità dei Domenicani impegnati contro la dittatura brasiliana….la loro firma sul sequestro…..chissà se Bergoglio ne parlerà ai giovani brasiliani…..