Inquinamento a Roma, la pedana di Alberto Sordi è tornata, ma i vigili vivono meno: sindaco Raggi non si esalti

di Pino Nicotri
Pubblicato il 28 Marzo 2021 - 09:55 OLTRE 6 MESI FA
Inquinamento a Roma, la pedana di Alberto Sordi è tornata, ma i vigili vivono meno: sindaco Raggi non si esalti

Inquinamento a Roma, la pedana di Alberto Sordi è tornata, ma i vigili vivono meno: sindaco Raggi non si esalti

Inquinamento a Roma peggio che in Italia. Aldo Ferrara spiega perché e frena l’entusiasmo del sindaco di Roma, Virginia Raggi. La Raggi è orgogliosa e, scusate il gioco di parole, raggiante. Il perché lo ha spiegato sui suoi canali social:

“Nuovamente in funzione la storica pedana dei vigili urbani che si trova in piazza Venezia”.

“Qualche giorno fa, arrivando in Campidoglio, ho visto di nuovo in funzione la storica pedana dei vigili urbani che si trova in piazza Venezia. Noi romani la conosciamo bene, anche perché compare in una famosa scena di un film con Alberto Sordi.

Nel tempo la pedana è diventata un simbolo di Roma. Guardatela in queste immagini, sullo sfondo di una piazza completamente riqualificata e sempre più bella!”.
 
La pedana di piazza Venezia è diventata famosa e uno dei più noti simboli di Roma con il film “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo”, protagonista ( con gli altri indimenticabili Aldo Fabrizi, Nino Manfredi, Peppino De Filippo e Gino Cervi) l’allora giovanissimo Alberto Sordi nei panni di  Otello Celletti, intransigente vigile urbano della Roma di fine anni ’50. 

Nessuno però sa che il vigile di turno in piazza Venezia l’ingombrante pedana doveva portarsela ogni volta a mano e sistemarsela all’incrocio dove sfociano via del Corso, via del Plebiscito e via IV Novembre.

Ora invece la pedana a fine turno sparisce da sola allo stesso livello dell’asfalto e resta dov’è. Il vigile del nuovo turno non deve fare altro che premere un bottone del bar più vicino. Ed ecco che la pedana, finalmente comandata elettricamente, emerge dal piano stradale fino alla classica anzi storica altezza di 20 centimetri.

Chissà perché non hanno ancora pensato a un comando via telefonino. Cosa che permetterebbe di fare a meno del bar e annessa complicazione nei suoi giorni di riposo e ferie. Moderni sì, ma fino a un certo punto. Ahhhh, sindaca Raggi….
 
Come che sia, a guastare la festa è il professor Aldo Ferrara, Clinico delle Malattie Respiratorie e – tra molto altro – docente fuori ruolo di Malattie Respiratorie all’Università degli Studi di Milano. E poi a Siena, a Boston e in Svezia. Ferrara va subito al sodo:
 
“Anziché rallegrarsi per la ricomparsa della pedana in veste banalmente elettrificata, neppure comandata online. Il sindaco di Roma farebbe bene a preoccuparsi per le malattie dell’apparato respiratorio, con esiti anche mortali. Che caratterizzano il lavoro dei pizzardoni, cioè dei vigili romani, addetti al controllo del traffico con o senza pedana.

“Nella Capitale la situazione è più grave che nel capoluogo lombardo: asma, bronchite e cancri del polmone stanno aumentando in modo preoccupante. A rischio soprattutto bambini, anziani e alcune categorie come benzinai e vigili urbani”.

Sì, proprio i popolari pizzardoni, cioè i vigili urbani i più esposti all’inquinamento

“Già vari anni fa ho condotto una ricerca che dimostrava che chi vive a Roma respira tanto benzene. Come se fumasse 11 sigarette al giorno. Che contengono un omologo il benzo-a-pirene. Il traffico privato era ed è più o meno rimasto  il doppio di quello della tristemente famosa per l’inquinamento Milano. Il traffico privato di Roma  naviga attorno al  70% del totale. Mentre a Milano era del 55%. Ma con le nuove linee metropolitane oggi occupa una percentuale certamente minore”.

Inoltre, con la pandemia da SARS-Cov2 la situazione è diventata ancora più pressante. Il ricorso al TPL ( Traffico Pubblico Locale) è disatteso in favore del privato, malgrado nell’indoor delle auto ( micro-indoor), non perfettamente sanificate, il rischio di contagio possa essere maggiore.

E purtroppo non c’è solo il traffico

“Esatto! Il 20% dei riscaldamenti pochi anni fa era ancora a olio e carbone, i ‘colpevoli’ permanenti di questa situazione, e non pare che ci siano stati rilevanti cambiamenti in meglio. Roma è malata di ‘blu pollution’, l’inquinamento da traffico che produce gas tossici come ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, benzene e derivati del car exhaust”come le PM10.
 
Conseguenze per la salute dei cittadini?
 
“Pessime. Le stime purtroppo suggeriscono un aumento per tutte le forme broncostruttive e per il cancro, per i lavoratori a rischio. Ma anche per gli altri cittadini finora non considerati  a rischio obiettivo.

“Negli anni ’80 la morbosità e mortalità per bronchite cronica in Roma era allineata sui dati nazionali, 80 casi su 100 mila abitanti. Nell’ultimo decennio si è registrato un incremento fino a 120 casi su 100 mila abitanti. Con circa 350 mila visite specialistiche annuali e più di 5 miliardi di euro/anno/paese per trattamenti medici, spese farmaceutiche, visite specialistiche e giornate lavorative perse.

“Colpiti in prevalenza gli anziani: oggi tra i cittadini romani fra i 50 e i 70 anni, uno su quattro è affetto da broncopatia cronica. Oltre i 70 uno su due”. 

Aumentano anche i casi di asma bronchiale.

“E’ vero. Anche in virtù dei cambiamenti climatici (pollinazione anticipata, aumento delle temperature stagionali) ormai in Italia colpisce in Italia il 20-22% della popolazione adulta. Mentre in età giovanile, cioè tra i 10 e i 25 anni,  l’incidenza aumenta fino al 28%.

“Rispetto alle stime generali del 1980, quando l’incidenza media era del 13-14%, l’incremento è dunque di circa il doppio. A Roma le stime 1979-89 indicavano già un incremento del 20% rispetto alla media nazionale. Le stime presuntive oggi segnalano nella nostra capitale valori più elevati.

“Il paradosso è che i soggetti con asma bronchiale grave sono sotto osservazione dell’AIFA circa la vaccinazione con vettore virale (leggi AstraZeneca).

Infatti l’AIFA raccomanda

”.. Per chi soffre di asma bronchiale persistente grave ( leggi broncopatia cronica asmatiforme) è raccomandata la vaccinazione sotto controllo medico in ambiente protetto (ospedaliero).

“In caso di asma non controllata la somministrazione del vaccino va rinviata fino a quando la situazione clinica non sia di nuovo sotto controllo.” Dunque nelle maggiori città italiane una categoria a moderato rischio vaccinale”.

E il cancro del polmone?

”In netto aumento, compresa la mortalità che provoca. Quando negli anni ’80 il cancro ai polmoni falcidiava nella misura di 80 pazienti ogni 100 mila abitanti, i dati romani non si discostavano dalle medie nazionali. Oggi stime non ufficiali segnalano picchi fino a 100 pazienti ogni 100 mila abitanti”. Abbiamo richiesto anche una precisazione di stima su dati provenienti dalla Farmacie Comunali, basati cioè sul consumo dei farmaci più usati come gli aerosol dosati.
 
Tanto che nel 2015 i vigili di tutta Italia sulla base di un suo studio chiesero a gran voce di essere inseriti tra le categorie di lavoro usurante.
 
“Dimostrai che un vigile vive in media 8 anni meno della media degli italiani. Carte alla mano, il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale scese in piazza in varie città. Capoluoghi di provincia italiana. La mia ricerca dimostrò che un vigile urbano di 30 anni con almeno due anni di lavoro in strada aveva una lesione polmonare assimilabile ad un sessantenne sano, quindi con un invecchiamento precoce ed un danno biologico di cui nessuno teneva e tiene conto.

“I lavoratori a rischio di inquinamento respiratorio da veicoli, in special modo i vigili urbani, subiscono una significativa decurtazione del volume dei polmoni e degli indici di ostruzione. Più evidente nei mesi invernali. Gli agenti della polizia municipale, cioè i vigili urbani, hanno riduzioni fino al 40 % delle funzioni respiratorie. Negli ultimi vent’ anni prima della mia ricerca in Italia ne erano morti oltre 500 per malattie cardio-polmonari”.

I vigili in occasione di quella manifestazione di protesta indossavano una T-shirt particolare

“Era  una maglietta con una macchia di sangue con sopra il numero “-8”, cioè “meno otto”. Tanti erano – e sono – infatti gli anni che la mia e un’altra ricerca aveva scoperto essere l’aspettativa di vita di un vigile urbano rispetto alla media. Su 100 casi di vigili urbani in età pensionabile presi in esame, infatti, ben il 90% non ha superato la soglia dei 72 anni per gli uomini e dei 77 anni per le donne, mentre l’aspettativa di vita di un italiano, secondo gli studi del WHO, il World Health Statistics, era di 80 anni per gli uomini e di 85 anni per le donne. Da notare che ho cominciato a denunciare i rischi per la salute respiratoria dei vigili fin dal 1997”. 

 Torniamo a Roma. Le cronache registrano non di rado autobus che prendono fuoco.

 “Perché prendano fuoco non si sa con precisione. Ma in qualche modo c’entra di sicuro il fatto che sono vecchi, e soprattutto privi di manutenzione. Lasciare in servizio autobus metà dei quali ha più di 12 anni è una follia. Specie a fronte dei blocchi parziali del traffico privato. Il pizzardone quando lavora in strada a dirigere il traffico respirando veleni purtroppo non respira solo quelli. Li aggiunge infatti ai danni provocati dai camini del riscaldamento degli immobili.

“Roma non ha mai fatto un censimento dei camini, responsabili del 40% dei gas killer”.  Le immissioni di nuove vetture, anche se a propulsione elettrica, non implica un maggior ricorso al TPL, come dicevamo prima, e vanifica l’idea che siano più appetibili delle vetture private.

Ha un’idea della quantità dei gas killer che fanno inquinamento nella atmosfera a Roma?

“Nel 2015 ho stimato in 180 mila tonnellate al mese l’anidride solforosa emessa in aria dall’attività industriale nei pressi della città e per  i suoi  camini domestici. Ci sono molte disattenzioni e violazioni di legge sui periodi di accensione e riguardo i tipi di combustibile.

“Non credo sia migliorata di molto la situazione in questi sei anni. Cioè da quando era a metano solo il 10-12% dei riscaldamenti. Il governo ha stanziato superbonus fino al 110% della spesa sostenuta dai privati per migliorare la classe energetica delle proprie abitazioni. Compresa la sostituzione delle caldaie con tipi più moderni e meno inquinanti. Teniamo presente che l’inquinamento atmosferico ci fa invecchiare di un buon decennio di anticipo”.

Conclusione? Moriamo di inquinamento…

“Beh, direi che il sindaco Raggi anziché limitarsi a gioire per la ricomparsa della pedana del pizzarde di piazza Venezia dovrebbe porre mano ai problemi di inquinamento dell’aria. Che minano la salute di quel vigile e dei suoi colleghi. A causa del traffico e da rifiuti soldi urbani. Altro problema irrisolto, al momento, di tutte le grandi città. Oltre che di tutti i romani. Non è certo un caso che il Covid-19 ha mietuto vittime soprattutto nelle grandi città più inquinate.

“Quelle cioè dove i polmoni degli abitanti sono già fatti segno ai danni da inquinamento atmosferico”. Non aver tenuto conto del ruolo dell’inquinamento comporta un maggior rischio della diffusione urbana della pandemia. Tenuto anche presente della prerogativa che assegna ai Sindaci la responsabilità della salute dei cittadini amministrati (ai sensi dell’art. 32 della legge n. 833/1978 e dell’art. 117 del D.Lgs. n. 112/1998), ciò implica per tutti i Sindaci, maggiore responsabilità.
 
Aldo Ferrara è tra i massimi esperti italiani di inquinamento da gas di scarico, tema sul quale ha pubblicato molti lavori.  Con l’European Research Group on Automotive Medicine (ERGAM) ) ha pubblicato “La vita al tempo del petrolio”, un interessantissimo saggio che discute sotto i profili medici, sociali e politici il peso gigantesco dei carburanti fossili sulla storia del mondo, e sulla salute dei suoi abitanti. 
Da sempre molto attivo nella pubblicizzazione di temi medico sanitari e di temi legati ai trasporti (dagli oleodotti alle conseguenze non solo inquinanti del traffico), Ferrara in questi due settori è anche animatore di varie iniziative e proposte rivolte agli amministratori pubblici. Compresa una, rimasta inascoltata, al sindaco Raggi per poter monitorare a tappeto con una task force nell’Urbe l’andamento del maledetto Covid-19 e dello stramaledetto coronavirus che lo provoca con la sue stramaledettissime varianti. 

Ferrara nel 2016 ha anche fatto la radiografia, anzi la TAC alla Sanità italiana, con un titolo quanto mai esplicito: “Quinto pilastro: il tramonto del sistema sanitario italiano”. Tramonto confermato in modo drammaticamente DIMOSTRATO dall’incredibile baillame governo/Regioni durante la tragedia della pandemia in atto da ormai più di un anno (e chissà per quanto ancora…). E l’anno scorso due altri libri ( Target Polmone!  e Salute e Ambiente, diritti feriti).  Ferrara ha anche spiegato perché il nuovo coronavirus ha potuto fare in Italia i disastri che ha fatto. Ma resteranno per poco tempo gli ultimi volumi: la lotta, su base scientifica, per la salvaguardia urbana continua!