Milano, trasporti. Pisapia delude: prezzi in aumento, servizi in calo

di Pino Nicotri
Pubblicato il 12 Ottobre 2012 - 06:40 OLTRE 6 MESI FA

Pazienza avere alzato il prezzo del biglietto del 50%, portandolo da un euro a un euro e mezzo, visto che anche la realtà delle finanze del Comune di Milano è quello che è. Però non si capisce perché l’Azienda Tramviaria Milanese (Atm) abbia deciso che chi viaggia in metropolitana debba inserire in biglietto negli appositi tornelli sia per entrare nelle stazioni del metrò sia per poi uscirne. Vero è che questa novità per ora è limitata ad alcune stazioni e non è stata subito estesa a tutte, ma a meno di voler discriminare per chissà poi quale motivo chi esce dalle stazioni in questione è ovvio che la misura verrà generalizzata. Negli orari di maggior traffico non è sempre rapido l’ingresso nelle stazioni perché a volte c’è un po’ di fila e a volte c’è anche qualche tornello o scala mobile che non funziona. Ora però il disagio sarà doppio, perché si deve “timbrare il cartellino”, cioè il biglietto, anche all’uscita a mo’ di impiegati che si teme possano essere assenteisti.

Il prezzo del biglietto è aumentato del 50%, ma l’efficienza del metrò no, e forse è anche andata indietro anziché in avanti. Sulle tre linee della metropolitana milanese vecchie carrozze dove d’estate si suda si alternano a convogli ad aria condizionata, idem per le linee dei tram, sicché d’estate c’è anche il rischio che chi deve cambiare linea si becchi un raffreddore o una bronchite, e se è anziano magari una polmonite.

Vogliamo sperare che il sindaco Giuliano Pisapia faccia rinsavire l’Atm abolendo la novità inutile e antipatica, se non proprio vessatoria, del biglietto da “obliterare” anche all’uscita. Non osiamo immaginare come sarebbero l’ingresso e l’uscita dal metrò meneghino quando arriverà l’Expò, che si presume attirerà milioni di visitatori. Un assaggio di cosa accadrà lo si potrebbe avere con le grandi partite di calcio che richiamano mandrie di tifosi non propriamente disciplinati anche dall’estero.

E a proposito di Expò, non sarebbe male se tutte le macchinette distributrici dei biglietti per andare e venire dall’aeroporto della Malpensa funzionassero tutte anche al capolinea di Milano Cadorna. È francamente deprimente vedere frotte di turisti, ma anche di milanesi, che negli orari in cui gli sportelli sono chiusi si affannano inutilmente a introdurre monete o euro di carta nelle macchinette che non solo non funzionano, ma sono anche prive dell’avviso che appunto non funzionano. Sicché chi deve correre a Malpensa perde non poso tempo prima di capire che per avere il biglietto deve decidersi a rivolgersi a un’altra macchinetta distributrice. La Regione Lombarda, cui fa capo la Ferrovia Nord del tratto Milano-Malpensa e viceversa, dovrebbe anche rendersi conto che non tutti hanno tempo da perdere o auto con autista con cui correre a Malpensa come il governatore Roberto Formigoni o le decine di euro per il taxi nel caso non si rendano conto che cercandole si trovano anche macchinette distributrici che funzionano.

Ultima annotazione: in Italia le leggi dicono che le responsabilità delle violazioni delle regole sono personali e non collettive. A nessuno verrebbe in mente di multare per eccesso di velocità tutti gli automobilisti che transitano per una strada dove alcuni di loro non rispettano i limiti di velocità o di multare per anche le auto in sosta regolare solo perché ce ne sono alcune in sosta vietata. E se ci fosse chi invece lo facesse finirebbe ovviamente nei guai. Non si capisce quindi perché a Milano i vigili che controllano i locali delle comune raccolta dei rifiuti nei palazzi danno la multa a tutti gli inquilini di una intera scala se trovano un rifiuto fuori posto nel vano dei bidoni della raccolta differenziata. Certo, spesso è impossibile risalire al colpevole, ma punire tutti ha l’aspetto di una rappresaglia collettiva dal cattivo odore incostituzionale. Nei palazzi alveare dotati di più scale c’è chi per prudenza e per sfregio va a deporre le proprie immondizie nel vano deposito di scale altri.

Va bene che i Comuni debbano far cassa, ma c’è un limite a tutto. Non è il caso che il sindaco Pisapia provveda a eliminare anche questa strana usanza?