La morte di Bin Laden, le foto e l'”operazione legittima”. Attenzione alle tifoserie

di Pino Nicotri
Pubblicato il 7 Maggio 2011 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

Osama Bin Laden

Le polemiche sulle foto di Bin Laden morto da mostrare o no sta assumendo toni surreali. Strano che nessuno ricordi che nel ’79 quando l’allora direttore de L’Europeo Giovanni Valentini pubblicò le foto del cavadere di Aldo Moro sottopposto ad autopsia venne sanzionato dall’Ordine dei giornalisti. Le foto erano state ritenute infatti non solo raccapriccianti, ma anche una profonda mancanza di rispetto, se non vilipendio, sia del morto che della sua famiglia.

L’attuale polemica sulle foto del cadavere di Bin Laden è particolarmente surreale in Italia, Paese nel quale – nonostante le promesse e le minacce di qualche ministro di pubblicarle per far diminuire il nostro record europeo di morti sull’asfalto – il governo le foto dei cadaveri degli incidenti d’auto, specie di quelli con incendio delle vetture, NON le pubblica da nessuna parte, né su giornali né in televisione.

L’Italia è anche il Paese nel quale il sindaco di Milano “capitale morale” (?) d’Italia, signora Letizia Moratti, riesce a far sparire i cartelloni pubblicitari con la foto shockante di una ragazza anoressica nuda, foto scattata la Oliviero Toscani per una campagna contro l’anoressia che pure miete vittime. Tant’è che di recente è morta, per anoressia spinta alle estreme conseguenze, proprio la modella di quella foto.

Del dibattito negli Usa sull’uccisione di Bin Laden colpiscono le dichiarazioni di quei politici e militari secondo i quali si è trattato di “una operazione legale e perciò legittima perché ha rispettato le leggi degli Stati Uniti”. Strana affermazione, visto che l'”operazione” non si è svolta sul suolo degli Stati Uniti, ma in una Paese sovrano distante migliaia di chilometri e dotato di proprie leggi, ben diverse da quelle degli Usa. Le affermazioni di quei politici e militari Usa pare non tengano in nessun conto dell’esistenza del Pakistan… E’ ammissibile?

So di toccare un tasto pericoloso, ma è un fatto che gli unici Stati che vanno a “farsi giustizia” armi alla mano anche in Stati altrui sono gli Usa e Israele. Quando certe cose le fanno gli altri, per esempio la Bulgaria con il famoso “ombrello bulgaro” dalla punta avvelenata per uccidere un dissidente a Londra, o la Libia per sbarazzarsi a revolverate di qualcuno a Roma, o il Cile di Pinochet che fa assassinare esponenti in esilio, allora le proteste si sprecano.

Anche l’Italia ha avuto i suoi problemi con un altro Stato, l’Austria, che proteggeva i terroristi altoatesini responsabili negli anni ’60 di non pochi morti, compresi militari della Finanza. Non per questo l’Italia s’è sognata di bombardare Vienna. E che dire di Cuba dopo il tentativo degli Usa di rovesciarne il governo facendo invadere l’isola ai fuorusciti fascisti armati e organizzati a Miami e portati a sbarcare sulla spiaggia cubana della Baia dei Porci? Fidel Castro doveva bombardare Miami o la Casa Bianca?

Forse ognuno di noi nei panni di Obama avrebbe fatto anche di più e di peggio. Però credo ci sia da riflettere su come vanno le cose e soprattutto sulle tifoserie che le accompagnano. Poiché infatti non siamo alla stadio e quella cui assistiamo non è una partita di calcio o di baseball, certe tifoserie spingono a esiti spesso molto tragici. Basta sfogliare qualche libro di Storia per accorgersene.