Orlandi, si torna a parlarne, 37 anni dopo, della scomparsa di Emanuela. “Dopo tanto clamore sul camposanto teutonico del Vaticano e dopo tante accuse su cadaveri e ossa sparite o non analizzate tutte, Pietro Orlandi e i suoi fans tornano all’antico”.
“Il prossimo 22 giugno il solito sit-in nel giorno della scomparsa di Emanuela lo convocano di nuovo davanti la basilica di S. Apollinare. Anziché convocarlo davanti al camposanto teutonico, come sarebbe invece logico date le loro accuse ribadite più e più volte anche in tempi recenti. Tornano a mordere lo stesso osso, ormai spolpato fino al midollo. Lei lo trova coerente? Onesto?”.
La mia fonte vaticana non mi lascia il tempo di rispondere, e prosegue.
“E’ l’ennesima dimostrazione che a loro più che la verità, sapere cioè che fine ha fatto Emanuela, interessa il baccano, la pubblicità, la passerella, le solite interviste a base di chiacchiere ormai nauseabonde”.
Questa è da tempo anche la mia convinzione, però per essere precisi la convocazione del sit-in non nomina la basilica, ma la scuola di musica. Il comunicato della convocazione infatti afferma:
“L’appuntamento è fissato per lunedì 22 giugno 2020, dalle ore 18,00 alle ore 20,00 in Piazza Sant’Apollinare. La stessa piazza dove il 22 giugno 1983 Emanuela è uscita dalla scuola di musica”.
Non parla della basilica, ma della scuola di musica.
Il problema è che sia il palazzo che nell’83 ospitava la scuola di musica sia la piazza sia la basilica hanno tutte lo stesso nome: S. Apollinare.
Pietro Orlandi scrive su Facebook
“Nicotri, adesso mi fa l’ingenuo? Non legge cosa continua a scrivere su Facebook Pietro Orlandi? Di recente ha scritto queste parole, prenda nota:
“Il cardinale Casaroli, è lui che aiutò De Pedis ad essere trasferito a Rebibbia durante una sua detenzione perché Rebibbia era considerato un carcere migliore. De Pedis si legò al cardinale Casaroli tramite Abbruciati e alla morte di questi De Pedis prese il suo posto nei rapporti col Vaticano”.
L’osso che tengono stretto tra le mascelle è sempre quello: Enrico De Pedis, la banda della Magliana e via vaneggiando. Dal settembre 2005. La scuola di musica è solo un pretesto per ricicciare lo stesso osso masticato da 15 anni. La vedova di De Pedis, Carla Di Giovanni, è morta di recente. Schiantata anche dal dolore subìto senza interruzione in questi 15 anni di autentica persecuzione. Insistendo con S.Apollinare è come continuare a ucciderla. Oltre che a depistare”.
A proposito di ossa. A un certo punto Pietro Orlandi la scorsa estate ha tirato fuori dal cilindro sue fonti vaticane. Secondo tali fonti, a una ben precisa tomba di principessa del cimitero teutonico qualcuno portava spesso fiori. E girava la voce che li portasse perché vi era sepolta Emanuela.
Perché non avete spiegato subito quello che ho appurato io solo la sera del 30 novembre scorso alla conferenza del professor Albrecht Weiland sulla storia di quel cimitero? E cioè che a portare i fiori su quella e sulla tomba vicina era il personale del cimitero per espresso incarico degli eredi delle due defunte”.
Un’idea da non considerare
“Per carità! Idea scartata quasi subito perché non ci avrebbero creduto neppure da lontano. Anzi. Avrebbero gridato che gli veniva raccontata una menzogna e che li prendevamo anche in giro con una spiegazione fin troppo semplice.
Pietro Orlandi l’anno scorso è arrivato ad affermare che la vicenda delle ossa umane trovate nella Nunziatura Apostolica di via Po era stata montata ad arte dal Vaticano. Per guadagnare tempo ed evitare che saltasse fuori il teutonico prima di aver potuto far sparire il cadavere nella tomba. Cadavere ovviamente di Emanuela….”.
Sì, effettivamente Pietro Orlandi nel marzo dell’anno scorso ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione “La Storia Oscura” ha sostenuto cose chockanti, ma come sempre prive di qualsiasi riscontro:
“E forse non è nemmeno un caso che la storia delle ossa venute alla luce nella Nunziatura Apostolica d’Italia sia uscita dopo che l’avvocato Sgrò aveva annunciato al Vaticano la nostra intenzione di presentare istanza scritta per la tomba al cimitero teutonico. Di fatto la storia della Nunziatura ha rallentato tutto su quell’altro fronte.
“E’ chiaro che dietro la scomparsa di Emanuela c’è un forte intreccio tra Stato, Chiesa e criminalità. Questo ha portato a occultare la verità per oltre 35 anni. E’ come un vaso di Pandora: se lo apri escono fuori tante cose brutte.
“Ricordo che circa un mese dopo la scomparsa di mia sorella ci fu un palese invito tra la Presidenza del Consiglio e il Vaticano in relazione alla scomparsa di Emanuela a ‘non aprire quella falla che difficilmente si potrà chiudere’. E’ chiaro che sapevano cosa era successo ed era qualcosa da proteggere, da tenere nascosta per sempre”.
“Come vede, Nicotri, con gente così non si può ragionare: Qualunque spiegazione gli fornisci dicono che è falsa. Le uniche affermazioni vere sono le loro, quelle del Vaticano sono sempre e comunque solo tutte frottole”.
Gli eredi sarebbero stati accusati da Orlandi
Mi scusi, ma potevate metterli in contatto con gli eredi, che avrebbero confermato che i fiori li facevano portare loro.
“Avrebbero affermato che anche gli eredi mentivano. Ovviamente ricattati o pagati o suggestionati dal Vaticano. Non c’è scampo. Finché il mistero di cosa è successo alla povera Emanuela può tenere banco in televisione e su qualche giornale compiacente, a essere messo sotto accusa sarà sempre il Vaticano.
“Lo ha fatto anche lei prima di scoprire che era stato dato il permesso di accesso al centralino della Santa Sede a tecnici italiani per registrare le telefonate in arrivo, scriverne il succo sui brogliacci e consegnare ogni giorno copia di tutto a varie autorità di polizia italiane. Brogliacci consegnati anche alla magistratura italiana. Cosa si vuole di più?”.
Beh, le rogatorie dell’allora giudice istruttore Adele Rando per interrogare alcuni cardinali e prelati vaticani sono state respinte.
“Non è esatto. Quei cardinali e prelati sono stati interrogati dai nostri magistrati come è prassi in tutte le rogatorie internazionali, e le loro risposte, di persone che nulla sapevano riguardo la scomparsa di Emanuela, sono state regolarmente verbalizzate e trasmesse alla magistratura italiana. Quindi non è vero che le rogatorie sono state respinte”.
Però è vero che al giudice istruttore Rando è stato impedito di interrogare direttamente lei quei nomi.
La procedura delle rogatorie
“Questo è vero. Ma, mi scusi, non è forse prassi consolidata internazionale che gli esami di testimoni chiesti per rogatoria alla magistratura di uno Stato estero vengano condotti da magistrati di tale Stato? Cioè da quello che la rogatoria l’ha ricevuta, anziché direttamente da magistrati dello Stato che la rogatoria l’ha inviata. Ovvero, mi passi i termini, dallo Stato rogato e non da quello rogante”.
Sì, però sarebbe stato più opportuno…
“Più opportuno cosa? Come mai nessuno accusa il magistrato Rosario Priore di avere fatto inviare in Germania una rogatoria perché venissero esaminati alcuni testi tedeschi dai magistrati tedeschi anziché chiedere di interrogarli direttamente lui? Mi riferisco alla rogatoria per la sua inchiesta sull’attentato dell’81 al pontefice Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla”.
Sì, ricordo bene. Ne ho parlato anche nei miei libri.
“Anche se il Vaticano è dentro Roma, a due passi dal Palazzo di Giustizia, e non in Germania, le rogatorie internazionali non sono come andare al bar. Il Vaticano è uno Stato. Come l’Italia e come la Germania, anche se territorialmente molto più piccolo.
“Chi poteva immaginare che il normale rispetto della normale prassi delle rogatorie internazionali sarebbe stato visto come il voler nascondere chissà cosa? Chissà quale complotto, chissà quale coscienza sporca o addirittura delitto compiuto da qualche cardinale o vescovo o sacerdote.
“E meno male che il pontefice Giovanni Paolo II era in Polonia ed è rientrato in Vaticano solo il giorno dopo la scomparsa di Emanuela, altrimenti chissà cosa avrebbero partorito quegli assatanati”.
Parlare col Promotore di Giustizia
Mi risulta però che parlare col magistrato vaticano Promotore di Giustizia Gian Piero Milano è impossibile anche per l’avvocato Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi. L’avvocato Sgrò deve limitarsi a consegnare a mano i propri atti in segreteria, senza potere dialogare, discutere e chiarire con Milano quello che eventualmente sarebbe utile discutere e chiarire.
E non le è stato comunicato neppure il suo indirizzo di posta elettronica. Una chiusura difficilmente comprensibile. Data la situazione venutasi comunque a creare, la possibilità di parlarsi direttamente, di persona, sarebbe auspicabile. E potrebbe anche essere utile.
“Nicotri, guardi: punto primo, la situazione come dice lei venutasi comunque a creare non è stata creata da noi. Noi non abbiamo diffamato nessuno. Non abbiamo fatto affermazioni accusatorie o denigratorie contro nessuno.
“Punto secondo: la “situazione venutasi comunque a creare” non è stata creata da noi, ma da chi si diverte ed è ostinatamente fissato ad accusare di riffa o di raffa il Vaticano per la scomparsa di Emanuela. Le ricordo che Pietro Orlandi e i suoi fans sono arrivati ad accusare non solo l’ex procuratore della Repubblica del tribunale di Roma, dottor Giuseppe Pignatone, di essere al servizio del Vaticano. Ma anche di essere terrorizzato lui e l’intera Santa Sede da indagini serie su cosa è successo a Emanuela”.
Questo è vero. E’ innegabile. Nei miei articoli l’ho anche fatto notare più volte.
“Bene. A parte il fatto che con l’emergenza dell’attuale pandemia molto uffici sono stati chiusi anche in Vaticano, allora lei certamente capirà che per la Santa Sede, compreso il suo Promotore di Giustizia, è meglio attenersi all’antica norma “Scripta manent, verba volant”. Anche perché magari volando i verba, cioè le parole, possono venire stravolti e arrivare ai giornali o in tv in forma diciamo “suggestiva”. Falsata o anche solo riferita male, in modo approssimativo, tale comunque da poter essere utilizzata per sparare come sempre addosso al Vaticano”.
Dopo una pausa
Il mio interlocutore aggiunge:
“La prassi con l’ufficio del Procuratore di Giustizia è la stessa che era in vigore quando, al tempo delle rogatorie del giudice istruttore italiano Adele Rando, era magistrato e poi Giudice Unico del Vaticano l’avvocato Gianluigi Marrone.
L’allora presidente della Camera dei Deputati italiana, Nilde Iotti gli aveva dato il permesso di assumere l’incarico vaticano conservando quello che già aveva nel parlamento italiano: responsabile dell’Ufficio legale della Camera dei deputati. E chi era la sua segretaria in quell’ufficio parlamentare italiano?”.
Natalina Orlandi. Sorella di Emanuela.
“Esatto. E la signora Natalina Orlandi, che chissà perché né in tv né ai giornali ha mai detto di chi era la segretaria, non ha mai protestato, in nessun modo, per le procedure cui era sottoposto in Vaticano il suo capufficio alla Camera avvocato Marrone per rispondere alle rogatorie. Né ha mai protestato per il contenuto delle risposte firmate dal dottor Marrone alle rogatorie. Non capisco quindi il malcontento odierno per la stessa procedura in vigore con il dottor Milano”.
Le ossa del cimitero teutonico
Comprendo. Però tornando alle ossa del teutonico, mi risulta che sono state esaminate dai vostri esperti senza esami specifici. Esaminate cioè con la sola vista. Per le ossa trovate nell’ossario murato nel sotterraneo della basilica di S. Apollinare la magistratura italiana ha fatto invece ricorso anche a laboratori negli Stati Uniti. Sono stati fatti anche molti esami col radiocarbonio, cioè col carbonio-14 radioattivo.
“Il radiocarbonio lascia un margine di incertezza troppo ampio per questi casi, ha un margine di errore dal 2 al 5%, e i suoi risultati sono ormai alterati dall’inquinamento atmosferico e dalla radioattività provocata dall’esplosione sperimentale di centinaia di bombe atomiche nel secolo scorso e da incidenti tipo quello di Chernobil.
“È un metodo che va bene più che altro in archeologia. Non è assolutamente adatto per capire se delle ossa trovate oggi sono di una persona degli anni ’70-’80 del secolo scorso, cioè di appena 40-50 anni fa.
“Emanuela quando è sparita aveva 15 anni e qualche mese. Mi dicono che le ossa di una ragazza di quell’età si distinguono facilmente da quelle di un adulto, specie se l’adulto è morto qualche secolo fa. E nel camposanto teutonico ci sono solo ossa di adulti di secoli fa. Ma in ogni caso, i periti hanno saputo distinguere, compreso il perito degli Orlandi”.
Pietro Orlandi mi ha detto che gli esami col radiocarbonio per una serie di ossa li farà fare lui, pagandoseli di tasca sua anche se sono cari.
Ora le faccio una domanda
“Faccia quello che crede, se è un suo diritto può farlo. Ora però se permette una domanda gliela faccio io”.
Mi dica.
“Se si è convinti e si continua a ripetere per anni affermazioni del tipo
“E’ chiaro che dietro la scomparsa di Emanuela c’è un forte intreccio tra Stato, Chiesa e criminalità. E’ chiaro che sapevano cosa era successo ed era qualcosa da proteggere, da tenere nascosta per sempre”, qual è il senso del chiedere con insistenza indagini anche in Vaticano?”.
In effetti, non è molto coerente.
“Una sua coerenza però ce l’ha. Gliela sintetizzo rubandole un motto che lei ha usato più volte per questa tragedia, la scomparsa della giovanissima Emanuela, ridotta sempre più a spettacolo. E a spettacolo sempre più grottesco”.
E cioè?
“The show must go on!”.