Renzi ha perso male ma ha svegliato i giovani alla politica

di Pino Nicotri
Pubblicato il 3 Dicembre 2012 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (foto Ansa)

ROMA – La notizia è che Matteo Renzi ha perso e perso male. Però ha dalla sua il merito di avere suscitato l’interesse alla politica dei giovani che di tutto si interessano fuorché di politica. Speriamo solo che non restino talmente delusi da questa sconfitta da ripiombare nel loro ghetto giovanile avulso da partiti, elezioni, politica, istituzioni, parlamento, ecc.

Sarebbe un danno grave, molto grave. Che si aggiunge a danni già notevoli che i giovani subiscono con il degrado della scuola, dell’Università, dell’educazione civica e personale provocata da decenni di blablablà e scosciamenti televisivi oltre che di iperboli modaiole, e infine dalla grande difficoltà a trovare un lavoro degno di questo nome e di una vita tutta da vivere.

In tv, e non solo nel confronto con Pier Luigi Bersani, Renzi è parso un po’ troppo enfatico, pronto più alla battuta a effetto che all’esposizione di programmi e strategie per risolvere i problemi dell’Italia. In politica estera la sua tirata contro l’Iran, che pareva quasi l’anticamera di una dichiarazione di guerra se fosse diventato premier, è apparsa di una rozzezza sorprendente come pure il molto riduttivo accenno a Gaza.

In vista del ballottaggio Renzi è diventato anche un po’ troppo polemico, lamentoso, in affanno, con quel suo innescare il vicolo cieco del sospetto su trucchi vari per impedire ai suoi supposti fans il voto al ballottaggio: il tipico comportamento di chi sente sul collo il fiato della sconfitta e comincia perciò a straparlare di complotti. Le polemiche, al limite della lite tra comari, più da ballatoio che da ballottaggio, hanno guastato non poco l’atmosfera, che era entusiasta ma ha dovuto registrare una depressione certificata dal calo dei votanti.

Forse sull’improvvisa perdita dell’aplomb ha pesato la pubblicazione da parte de L’Espresso di un documento secondo il quale l’antagonista elettorale di Bersani s’è messo d’accordo con Silvio Berlusconi per spianargli la strada del Quirinale se fosse riuscito a vincere le primarie e a diventare primo ministro.

Un altro merito non da poco di Renzi è di avere provocato, o almeno contribuito a provocare, con la sua insistenza sulla “rottamazione” la rinuncia dei vari Veltroni e D’Alema a ricandidarsi per l’ennesima volta al parlamento. Veltroni di sicuro non se ne andrà in Africa, contrariamente a quanto aveva promesso più volte in vista delle elezioni precedenti, però non vederlo più pontificare dentro e fuori il parlamento e magari di nuovo anche nel governo è già un bel sollievo. D’Alema forse resta “il più intelligente”, e del resto con questo personale politico per primeggiare non c’è bisogno di essere né un Lenin né un Richelieu, ma la sua sicumera tranchant dovrà cedere il passo.

Non credo che a Renzi abbiano nuociuto le notizie che prima la rivista cattolica Il Regno e poi il portavoce della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, filoisraeliano di ferro, hanno invitato a votare per lui. Si tratta infatti di notizie rimaste poco note. Così come è rimasta poco nota un’altra notizia, potenzialmente devastante per l’elettorato femminile e sicuramente, per dirla con Nichi Vendola, prova di “odore di sinistra”: la notizia cioè che Renzi nella sua Firenze ha fatto approvare l’istituzione di un cimitero “per i bambini mai nati”. Iniziativa che avrebbe fatto felice Oriana Fallaci, ma che ha fatto infuriare non solo le femministe che, per fortuna di Renzi, della novità hanno saputo solo alla vigilia del ballottaggio.

Insomma, quando mi sono trovato in mano la scheda elettorale avevo già capito, a malincuore e con un senso di colpa verso i giovani, compresa mia figlia, riaccesi alla politica da Renzi, che non sarei riuscito a votarlo anche al ballottaggio. Peccato: un possibile amore – per giunta verso una persona giovane – durato lo spazio di un mattino.

Però, ripeto, il sindaco di Firenze un ruolo positivo lo ha avuto. E, per fortuna, non solo per il Pd, che sarebbe il meno. E’ per questo che dico. “Grazie, Renzi”. E aggiungo: “Speriamo che, capiti gli errori commessi e imparato quel che c’è da imparare, continui nel ruolo di stimolo. E di attrazione per i giovani”. Così alle prossime primarie salterò il fosso anche al ballottaggio.