Rom e sinti, la lunga marcia. Pino Nicotri cittadino onorario

di Pino Nicotri
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 - 08:38| Aggiornato il 31 Marzo 2020 OLTRE 6 MESI FA
Rom e sinti, la lunga marcia. Pino Nicotri diventa cittadino onorario

Nella foto Ansa, un campo rom in Italia

“No, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ci ha ancora convocato, ma la Carta dei rom e sinti è pronta e gli sarà consegnata non appena ci convoca. La Carta è stata preparata in modo rigorosamante scientifico, con dati storici e di vari altri tipi, da un apposito consesso internazionale e sarà la base per chiedere che anche il genocidio dei rom e sinti perpetrato dai nazisti venga commemorato nella Giornata della Memoria istituita dall’ONU e celebrata il 27 gennaio di ogni anno per ricordare la Shoà, cioè il genocidio degli ebrei. Nella nostra lingua il genocidio che ci ha devastato si chiama Porrajmos o anche Samudaripen. Le vittime devono avere pari rispetto e pari dignità. Noi non siamo figli di un Dio minore”.

A parlare è il rom Santino Spinelli, in arte Alexian, musicista, musicologo, direttore d’orchestra e docente universitario, oltre 3.000 concerti il tutto in mondo compresi quelli davanti al papa.  Spinelli ha avuto 26 familiari deportati in Germania e internati in Italia, compreso il padre che aveva 5 anni. 

L’anno scorso ha commissionato allo scultore Tonino Santeusanio, allievo di Pietro Cascella,  una apposita statua in marmo e d’accordo con la giunta comunale l’ha inaugurata il 5 ottobre nel Parco delle Memorie di Lanciano, provincia di Chieti, come primo monumento italiano in ricordo del Samudaripen e Porrajmos.

In seguito Alexian si è letteralmente scatenato in una serie di iniziative e convegni anche internazionali con rappresentanti dei rom e dei sinti di varie nazioni e di tutte le professioni. Ha viaggiato dalla Turchia alla Romania, dalla Lettonia, alla Spagna, alla Croazia, per organizzare le associazioni internazionali dei rom e sinti, compresa quella dei docenti universitari e a volte è stato invitato dalle autorità locali come il Parlamento romeno o l’Accademia delle Scienze e delle Arti della Croazia a Zagabria a tenere dibattiti e a ricevere riconoscimenti. 

In questo lungo tour oltre a definire la Carta dei rom e sinti, da presentare a Mattarella, è stato rilanciato il concorso artistico internazionale Amico rom, che la sera del 4 ottobre con la sua 26esima edizione sarà assegnato in vari campi a una serie di personalità al teatro Fenaroli di Lanciano. A me è stato assegnato il Premio Solidarietà e Fratellanza, per il mio impegno da anni nel difendere i diritti e la dignità di rom e sinti. Impegno costituito dal contributo anche alla pubblicazione di libri sulla loro storia e cultura e alla realizzazione del monumento di Lanciano. 

Impegno, il mio, che ha visto inoltre l’appello al presidente Mattarella perché il Samudaripen/Porrajmos sia inserito nella Giornata della Memoria e Alexian sia nominato senatore a vita sull’esempio e per i motivi per i quali ha ricevuto tale nomina Tullia Zevi, sopravvissuta alla Shoà. Per gli stessi motivi assieme al premio mi verrà conferita la cittadinanza romanì.

Quest’anno Alexian ha anche realizzato un interessante cortometraggio, opera anche di valore storico, che partendo dall’Italia, dalla città di Bologna, si snoda per tappe fino a Shandigar, in India, capitale dell’area da dove è emigrata la popolazione diventata poi nota non solo in Europa, ma anche negli USA, come rom e sinti, popolarmente detti “zingari” e visti – a torto – come una massa omogenea quasi totalmente nomade e impegnata in accattonaggio e furti, mentre invece la gran parte è stanziale e svolge professioni anche di notevole livello.  

Negli USA avevano ascendenti “zingari” personaggi come Charlie Chaplin, Marlylin Monroe ed Elvis Presley, l’uomo che ha rivoluzionato la musica leggera lanciando nel mondo il rock’n roll prima che arrivassero i Beatles a fare un’altra decisiva rivoluzione musicale. 

Ma perché e quando è avvenuta l’emigrazione dall’India? E quali sono i rom e sinti più antichi d’Italia?

“Sono fuggiti per sottrarsi alla repressione, terribile, delle incursioni islamiche. I rom italiani di antico insediamento arrivarono nel Regno di Napoli in epoca angioina tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400 provenienti dalle regioni dall’Impero Bizantino assieme ad altre minoranze etnico-linguistiche anche perché favoriti dalla politica di ripopolamento dei domini locali da parte delle autorità regnanti oltre che per fuggire dai massacri perpetrati dagli ottomani. Anche i sinti sono arrivati nel 1400 e contribuirono popolare in nord Italia”. 

Sono minoranze tutelate?

“Assolutamente no. A tutt’oggi non abbiamo nessuna tutela giuridica etnico-linguistica e la lingua romanì o romanès o sinta non è inserita tra le lingue minoritarie tutelate. Un vero e proprio genocidio linguistico. Ingiusto e deleterio poiché la nostra lingua e cultura esprimono una identità originale e una letteratura meravigliosa, oltre a veicolare proverbi di grande ricchezza etica ed umana”.

Questo l’elenco dei premiati la sera del 4: lo scrittore rom finlandese Veijo Baltzar;  il premio alla Carriera va al docente universitario rom bulgaro Hristo Kyuchukov, autore di straordinari libri scientifici; il premio Eccellenza romanì sarà conferito al rom serbo Bajram Haliti, avvocato e scrittore e alla stilista di alta moda Concetta Sarachella, della comunità rom di Isernia. Il Premio PHRALIPÉ (Solidarietà e Fratellanza) sarà conferito a Don Marco Lai della Caritas di Cagliari, a me e a Luca Vitone di Milano,  autore del film documentario “romanisthan, da Bologna a Chandigarh”: viaggio – che si può anche definire epico – a ritroso nella storia, nella lingua e nella cultura dei rom.