Salvini, Di Maio, Zingaretti: politicanti non statisti, De Gasperi direbbe che…

di Pino Nicotri
Pubblicato il 28 Agosto 2019 - 17:43| Aggiornato il 29 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA
Salvini, Di Maio, Zingaretti: politicanti non statisti, De Gasperi direbbe che...

Salvini, Zingaretti e Di Maio (foto ANSA)

1) – “De Gasperi diceva che un politico e un politicante bada alle prossime elezioni, uno statista bada alle prossime generazioni”. 

2) – “De Gasperi ricordava come uno statista guardi non alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni”. 

Entrambe le citazioni sono state fatte in interventi pubblici dal ministro dell’Interno, leader della Lega e vice premier Matteo Salvini. La prima è dell’8 dicembre dell’anno scorso in occasione di una manifestazione della Lega a piazza del Popolo. La seconda è del 10 aprile di quest’anno in occasione delle celebrazioni per il 167esimo anniversario della nascita della polizia di Stato.

Alcide De Gasperi è stato il fondatore del partito Democrazia Cristiana, filo USA, filo NATO e perciò deciso antagonista del Partito Comunista Italiano, è stato l’ultimo presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia e il primo della Repubblica italiana, della quale è stato tra i padri fondatori. Assieme al tedesco Konrad Adenauer, ai francesi Rober Schuman e Jean Monnet, all’olandese Willem Beyen, al belga Paul-Henri Spaak e al federalista Altiero Spinelli è stato anche uno dei padri fondatori dell’Unione Europea. La Chiesa lo venera più o meno come un santo tanto che è in corso la procedura per la sua beatificazione.

Come si vede, Salvini evidentemente non immagina di avere citato chi e quanto è più distante dalla sua politica e dalla sua Lega. E altrettanto evidentemente ignora anche che in conferenza stampa – il 22 luglio 2012 a Mosca e da dimissionario il 23 dicembre dello stesso anno a Roma – l’ha citata due volte anche l’ex premier Mario Monti, del quale il leader della Lega  ha una pessima opinione, peraltro ricambiata.

In realtà però la frase non è di Alcide De Gasperi, democristiano, uno dei padri della Repubblica italiana e statista di notevole levatura, che oltretutto non avrebbe mai usato la parola “politicante”, bensì del predicatore, teologo e politico statunitense James Freeman Clarke, che l’ha scritta a pagina 644 del libro “Wanted, a Statesman!” (volume secondo, capitolo Old and New) edito nel dicembre 1876 da Lee&Shepard a cura di Edward Everett Hale. 

Nonostante questo ripetuto citare De Gasperi per atteggiarsi a statista, i FATTI dicono che:

– Salvini  ha voluto la crisi di governo sedotto dai sondaggi che gli accreditavano il 38-40% dei voti in caso di future elezioni anticipate. Ciò significa che al CONTRARIO di quanto ha dichiarato citando De Gasperi lui punta NON alle generazioni future, ma pro domo sua alle elezioni future anticipate;

– da ministro dell’Interno ha fatto una legge che limita il diritto di manifestare e ora condivide l’invito all’insurrezione lanciato dall’onorevole Giorgia Meloni contro il governo che potrebbe nascere perché lui ha sfiduciato quello del quale era il vicepremier. Un guazzabuglio alquanto manicomiale che farebbe inorridire non solo De Gasperi, che sicuramente si sta rivoltando nella tomba.

Tutto ciò premesso, l’andamento della crisi del governo e le manovre per cercare di formarne uno – o riedizione riverniciata di quello Lega-M5S o uno nuovo PD-M5S – DIMOSTRANO purtroppo che tra i nostri attuali politici NON c’è neppure uno statista. Se ce ne fossero, sarebbe stata risparmiata all’Italia e agli italiani l’umiliazione di questi lunghi mesi del peggior governo della Repubblica. Tutti uniti dall’antisalvinismo, ma NON da un programma di governo e da un progetto di sviluppo, che semplicemente fino ad oggi NON esiste. Tutti impegnati nel tira e molla sulle nomine ministeriali e affini, a partire dal premier e vice premier. Tutti guardano alle eventuali e non improbabili nuove elezioni, all’interesse del proprio partito e anche della propria personale corrente, vedasi il tormentone “esco-non esco” di Matteo Renzi&C e la freschissima uscita dal PD di Carlo Calenda. Ma nessuno guarda alle future generazioni: NON esiste infatti un piano di sviluppo e di ammodernamento del BelPaese che possa anche trainare e rilanciare l’occupazione e la produzione. 

E sì che i settori italiani che non funzionano adeguatamente o che comunque sono al di sotto dello standard europeo, tedesco in particolare, non mancano: sanità, giustizia, quella civile in particolare è un noto e ormai cronico disastro, pubblica amministrazione in generale, rete stradale e autostradale, rete ferroviaria, trasporti in generale, acquedotti (perdono strada facendo quasi la metà dell’acqua che trasportano), digitalizzazione, connessione in rete, inquinamento, Università, ricerca scientifica, investimenti industriali, ecc., ecc.

Per non parlare della lotta alla mafia, ndrangheta, sacra corona unita e camorra: quattro grandi criminalità organizzate che hanno in mano una notevole fetta di potere e di penetrazione nell’economia e nelle istituzioni soprattutto, ma non solo, nel sud Italia e che NON esistono invece nel resto dell’Europa. Soprattutto in questa amara realtà è inutile dare la colpa alla Germania, all’euro e a Bruxelles…