Naturale, atossico, definitivo: arriva il Viagra cinese

di Pino Nicotri
Pubblicato il 2 Luglio 2012 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ atossico, a base di estratti vegetali e soprattutto promette di essere la risposta “definitiva” ai problemi di erezione. Arriva il Viagra “cinese”, un viagra che però ha anche molto di italiano visto che è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori italiani e cinesi guidati da Paolo Marandola.

Se è vero quanto garantisce chi l’ha messo a punto studiando la straordinaria vita sessuale degli imperatori cinesi, entro breve tempo il Viagra, il Cialis, il Levitra e affini diventeranno obsoleti, un ricordo del passato. Anche perché l’effetto di ogni pastiglia del nuovo prodotto, ricavato esclusivamente da erbe, dura ben 5 giorni, contro le poche ore del Viagra e il massimo di 24 ore raggiungibili oggi con il Cialis. Al contrario dei prodotti sul mercato, tutti di sintesi, cioè di origine artificiale, il “viagra cinese” o “viagra verde”, come è stato ribattezzato, agisce non solo a livello periferico, ma anche a livello centrale, cioè direttamente sulla libido. Il vantaggio è intuibile: se una partner non ci entusiasma, oggi non c’è Viagra o Cialis che tenga, l’erezione resta un miraggio, invece con il nuovo prodotto la libido viene stuzzicata direttamente: l’erezione risulta così una delle due facce dell’effetto globale, motivo per cui non solo è facilitata, ma ha il vantaggio di non restare un fatto un po’ a sé stante come avviene invece generalmente oggi con i prodotti di sintesi.

Il “viagra cinese”, una miscela di estratti vegetali, è assolutamente privo di tossicità ed è stato messo a punto da una équipe di scienziati italiani e cinesi guidati da Paolo Marandola, urologo di vasta fama ex docente presso l’Università di Pavia, e da Yang Minghui, vicepresidente della Società di Medicina Tradizionale Cinese oltre che docente di tale specialità presso l’Ospedale militare 301 di Pechino. Il nome dell’ospedale dice poco o nulla, ma in realtà si tratta della clinica che tiene in buona salute i vegliardi della nomenclatura cinese.

La millenaria medicina tradizionale cinese è ricca di ricette contro l’impotenza e la “debolezza” sessuale maschile così come contro la frigidità femminile. E proprio su queste ricette l’équipe di Marandola e Yang Ming ha messo gli occhi a partire dal 1998, vagliandone oltre 10 mila, antiche anche di mille anni, fino a riuscire a isolare un numero limitato di principi attivi di sicura efficacia. L’obiettivo era la produzione di un farmaco che agisse direttamente sulla libido e quindi utilizzabile sia dagli uomini che dalle donne.

Spiega Marandola: “Dopo un primo ciclo di ricerche e sperimentazioni, eravamo già riusciti a produrre un preparato efficace, però troppo voluminoso: ogni singola dose risultava quattro o cinque volte più grande di una bustina di zucchero da bar. Per giunta bisognava scioglierla in acqua, e ne risultava quindi un beverone ingombrante, impossibile da commercializzare. Noi invece volevamo arrivare e siamo arrivati a produrre un farmaco in pillole di dimensioni normalissime, utilizzabile senza manovre imbarazzanti”.

Tutto è iniziato oltre 15 anni fa dai frequenti viaggi in Cina che Marandola ha fatto in compagnia di Ezio Bombardelli, capo del board scientifico della Indena, azienda italiana della coltivazione e lavorazione di piante medicinali. A furia di sentir parlare delle pozioni anti impotenza della medicina tradizionale cinese, i due decidono di documentarsi. “Ciò che più mi ha colpito”, spiega Marandola, “è che la medicina tradizionale cinese punta direttamente alla libido, non solo sulla vasodilatazione del pene”.

La curiosità diventa interesse vero e proprio quando i due ricercatori appurano che gli imperatori cinesi hanno sempre fatto uso di determinate sostanze vegetali per rafforzare e prolungare la loro vita sessuale. Studiando secoli di ricette sessuali cinesi, cercate in tutti gli archivi e le pubblicazioni disponibili al mondo, a un certo punto si appura che le sostanze di probabile efficacia sono quattro. Alla fine saranno sei gli estratti vegetali utilizzati nella produzione del “viagra cinese”, che in alcuni Paesi asiatici è già in commercio come semplice supplementi nutrizionale e ora attende i vari permessi in Italia e nell’intero Occidente. Il costo di una confezione di dieci pastiglie è più o meno di 100 euro. Cifra ragguardevole, ma ben spesa se le cose stanno davvero come in effetti pare che stiano.

“Stiamo proseguendo gli studi per arrivare quanto prima a un preparato utile per le donne”, assicura Marandola. Che spiega: “Agendo direttamente sulla libido sono infatti risolvibili tutta una serie di problemi che oggi rendono insoddisfacente qualunque tipo di “viagra al femminile”.

Insomma: speriamo bene…..