Taormina, ex legale di Berlusconi: “Giustizia: qui si bara”

di Pino Nicotri
Pubblicato il 1 Aprile 2011 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA

Carlo Taormina, docente universitario e avvocato, ha legato il suo nome a importanti e risonanti processi ed è stato sottosegretario agli Interni in un precedente governo Berlusconi. Ora, a distanza di dieci anni, dice che Berlusconi non sopportava la sua autonomia di giudizio e il fatto di non potergli ordinare l’elaborazioni di leggi ad personam con la disinvoltura padronale che avrebbe voluto, anche se nel caso della legge poi battezzata Cirielli sembra esserci riuscito.

Taormina si è poi dimesso dal governo e è uscito dal partito e di recente ne ha fondato tutto uno: “Lega Italia”, ” per contrastare la Lega Nord che ha corroso il governo diventando forza egemone perché il Pdl è composto da gente senza personalità, un po’ troppo prona agli interessi del padrone del partito”. Questo, secondo Taormina, ha avuto “conseguenze negative anche sull’economia e il Sud, che è diventato la discarica del Nord. Siamo ormai alla “Milano ladrona!”, cioè al “Nord ladrone!” o meglio alla “Padania ladrona!”. Lega Italia vuole essere un partito di centro destra con l’obiettivo di battere due realtà. La prima è lo stravolgimento del bipolarismo operato da Berlusconi, che ha abbattuto troppi paletti della democrazia compreso ormai anche il  Parlamento. Il secondo è strappare alla Lega Nord di Bossi la sua deleteria presa sul governo, ormai fin troppo condizionato dal senatùr Bossi e dai suoi fedelissimi cosiddetti padani”.

Alla osservazione che Giuliano Ferrara va alla Rai per difendere Berlusconi e viene pagato con i soldi di tutti gli italiani, Taormina risponde:

E’ scandaloso, ma ormai Berlusconi comanda su tutto, sa chi deve oscurare e chi invece non deve oscurare. Alla Rai e a Mediaset va solo chi dice lui, per gli altri c’è il pollice verso. E’ lo strapotere rovinoso di Berlusconi, che la sinistra non ha saputo evitare e la Lega usa pro domo sua.

Ferrara dice che anche Merzagora e altri politici avevano i loro vizi, anche sessuali, perciò Berlusconi ha diritto ad avere i suoi.

– E che c’entra? Quelle erano cose che restavano in ambito privato, non sfociavano nella ricattabilità, non influenzavano il governo e tanto meno l’intero parlamento fino a minarlo. Quello di Berlusconi è invece esibizionismo e patologia grave, politicamente pericolosa. Ricordiamo che di patologia ha parlato per prima sua moglie, scandalizzata perché il sultano le sue favorite voleva candidarle alle elezioni per spalmarle sui vari organi di rappresentanza politica e amministrativa, dal parlamento europeo a quello italiano, dalle Regioni ai Comuni.

Taormina è molto critico dei suoi successori alla difesa di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, parlamentari eletti e pagati con danaro pubblico per fare i parlamentari, cioè gli interessi di tutti gli italiani, ma impegnatissimi a fare gli avvocati difensori del loro cliente Berlusconi, mentre fa un distinguo rispetto al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, dicendo:

– Alla lunga anche Alfano non ne potrà più delle pretese di Berlusconi e “sferrerà una zampata”. Anche perché Alfano viene da una famiglia di ottimo lignaggio professionale, ha perciò anche un nome e una tradizione da difendere. Sono convinto che prima o poi sbotterà”.

Taormina è poi ovviamente critico della “riforma della Giustizia”, riforma addirittura “costituzionale”, annunciata dal capo del governo. Berlusconi nega di volerla perché è influenzato dai suoi processi, compreso quello per la frequentazione con una prostituta minorenne nota come Ruby, ma Taormina è secco: “Ma non è così! E’ influenzato eccome, anzi ne è condizionato”.

Parliamo ora della riforma “epocale”.