Zelensky, la guerra via di fuga dall’imbarazzo: dopo le rivelazioni del Pandora Papers, da politico fallito a eroe

di Pino Nicotri
Pubblicato il 17 Aprile 2022 - 09:03| Aggiornato il 20 Aprile 2022 OLTRE 6 MESI FA
Zelensky, la guerra via di fuga dall'imbarazzo: dopo le rivelazioni del Panama Papers, da politico fallito a eroe

Zelensky, la guerra via di fuga dall’imbarazzo: dopo le rivelazioni del Panama Papers, da politico fallito a eroe

Volodymir Zelensky nel 2019 è stato eletto presidente dell’Ucraina sulla base di promesse riguardanti il raggiungimento della pace nel Donbass e la lotta contro la troppo diffusa corruzione.

C’è un sondaggio realizzato poco prima dell’invasione  dal Centro Ucraino per gli Studi Economici e Politici. Secondo il sondaggio, il  55% degli ucraini riteneva che in questi campi Zelensky non avesse fatto abbastanza (cosa che rendeva problematico il suo eventuale ricandidarsi alla presidenza della Repubblica). E che in caso di guerra non sarebbe stato un comandante in capo affidabile.

Nell’ottobre dell’anno scorso, 2021, i cosiddetti Pandora Papers – opera di molti giornalisti compresi quelli ucraini di Slidstvo.info – hanno scoperchiato il classico vaso di Pandora. E hanno rivelato al mondo i segreti e le acrobazie finanziarie nei paradisi fiscali di migliaia di personaggi importanti e spesso famosi. Compresi oltre 300 politici di 90 diversi Paesi, tra i quali Zelensky.

È emerso che Zelensky possedeva azioni di una rete di società offshore nelle Isole Vergini Britanniche, Belize e Cipro.

Una di queste aziende era la District 95, la società di produzione e distribuzione di film e programmi tv. Grazie ad essi Zelensky è diventato famosissimo  in Ucraina soprattutto come attore comico.  I suoi spettacoli, con testi scritti dalla moglie architetto, erano trasmessi da un canale televisivo di proprietà di Ihor Kolomoisky, il re del cioccolato ucraino. Nonché oligarca sanzionato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea per presunta grande frode fiscale.  

I Pandora Papers hanno rivelato che i partner commerciali di Zelensky includevano due personaggi.

Ivan Bakanov, attuale capo della SBU, la principale agenzia di intelligence ucraina impegnata spesso a indagare sui casi di corruzione.

E l’amico Serhiy Shefir, amministratore delle società offshore e condivisore dei profitti con la moglie di Zelensky. Nel marzo 2019, un mese prima del voto col quale è stato eletto presidente, Zelensky ha ceduto le sue azioni a Shefir. E dopo il successo elettorale lo ha nominato primo consigliere della Presidenza.

Richiesto di spiegare come mai anche Zelensky avesse società in paradisi fiscali, dove si norma si ricorre per non pagare le tasse nel proprio Paese, Shefir  si è difeso così:  

“Fareste meglio a chiedere ai nostri legislatori chi ha creato questa situazione, quando un business è costantemente minacciato da banditi che arrivano al potere. In quel momento, era molto importante difendere i nostri interessi”.

Il 22 settembre dell’anno scorso Shefir è sfuggito a un misterioso tentativo di omicidio per mano di un commando armato. Il suo autista è rimasto ferito.

“Per gli europei e per gli americani questo sembra super compromettente”, ha detto in quel periodo ad Al Jazeera il politologo e analista ucraino Mikhail Pogrebinsky. Laureato in Fisica e fondatore a Kiev del Centro di Studi Politici e di Conflitto (CPCC). Indipendente da qualunque forza politica, il Centro è apprezzato per le sue consulenze. 

Come spiegato bene da Free Press, tutto ciò aveva messo in crisi la popolarità di Zelensky. Che ora con la guerra è diventato di colpo un eroe. Grazie anche al fatto che, molto stranamente, i russi non hanno messo fuori uso la televisione e le telecomunicazioni ucraine.  

Come che sia, l’ex attore comico diventato presidente surclassa di moltissimo il grandioso Jerry Lewis del film Re per una notte. Nel film, realizzato nell’83 dal regista Martin Scorsese, il famosissimo attore comico Jerry Lewis interpreta un inatteso e sorprendente personaggio. Che si riscatta drammaticamente mostrando una inaspettata e grande dignità. 

Zelensky appena eletto disse che la sua totale inesperienza politica lo avrebbe aiutato a sradicare l’onnipresente corruzione. Sul piano concreto però non ci sono stati risultati: nessun corrotto è finito in galera.

E il gruppo di giornalisti di Slidstvo.info per “aprire gli occhi all’Ucraina” ha realizzato il docu-film Offshore 95, titolo volutamente ripreso dal nome della società di Zelensky District 95. Al presidente ucraino è capitato di guardare il docu-film il 4 ottobre scorso sul computer portatile di suo figlio.  E ovviamente ha cominciato a temere per il suo futuro politico. Anche perché l’Ucraina nella lotta al Covid è rimasta ferma al solo 30% di popolazione vaccinata.

Questi i FATTI. Che possono piacere o no, ma restano FATTI.

Se adesso Zelensky riconosce alla Russia ciò che poteva riconoscere già da tempo evitando la tragedia della guerra, con annesso spargimento di sangue e distruzioni immani, gli ucraini potrebbero fargli fare una fine peggiore di quella di Janukovyc.

Sì, non basta essere “un uomo della strada” e un attore comico di successo per essere onestissimo, al di sopra di ogni sospetto e, soprattutto, un politico bravo e capace.

La cosa migliore sarebbe l’uscita di scena sia di Putin, che ha criminalmente dato inizio alla guerra, sia di Zelensky, che avrebbe potuto evitarla senza particolari problemi e rinunce. 

È però possibile – se le tifoserie resteranno padrone del campo – che Putin resti in sella e mandi avanti la sua macchina da guerra. Fin dove non si sa, ma con conseguenze sempre più terribili per il mondo intero. Ed è possibile che Zelensky resti in sella anche più di lui se la NATO e l’UE, calpestando le proprie regole per odio contro la Russia, faranno davvero entrare di corsa il suo Paese nei propri consessi.