Olimpiadi, lezione da Tokyo da Tamberi, Jacobs, Montano, Pellegrini e Vanessa Ferrari: mai arrendersi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 3 Agosto 2021 - 18:22 OLTRE 6 MESI FA
Olimpiadi, lezione da Tokyo da Tamberi, Jacobs, Montano, Pellegrini e Vanessa Ferrari: mai arrendersi

Olimpiadi, lezione da Tokyo da Tamberi, Jacobs, Montano, Pellegrini e Vanessa Ferrari: mai arrendersi

Olimpiadi. Lezione azzurra da Tokyo: mai arrendersi alle difficoltà. Diceva l’immenso Muhammad Ali: ”I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall’interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo. Un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere resistenza fino all’ultimo minuto, devono essere un po’ più veloci, devono avere l’abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte della abilità“.

Chi si stanca di volere, vuole il nulla. La passione ed una buona dose di testardaggine portano lontano. Aiutano a realizzare un progetto. È la forza di volontà  che vince su tutto.

Cinque azzurri alle Olimpiadi di Tokyo ce l’hanno insegnato in queste ore.  Lo sport ha preso per mano un Paese smarrito, logorato dai guai, pilotato da troppi fuori posto e fuori di testa. Ma è un Paese che vuole ripartire, ridare fiducia e slancio alle proprie potenzialità. E lo sport indica la via da seguire.

La via che è emersa a Wembley, la strada tracciata da Berrettini a Wimbledon, i due ori di Tokyo in dodici minuti che concorrono a fare la storia del Paese. Con emozioni partite da una pista lontana e atterrate nel giubilo di una comunità che ne aveva bisogno. E “dei di’ che furono l’assalse il sovvenir”.

Sono riaffiorati i ricordi sconquassanti, indelebili. Immagini che ci hanno convogliato verso un futuro migliore: l’oro di Ondina Valle a Berlino davanti a Hitler. I lampi dorati di Berruti e Mennea. Il salto moscovita di Sara Simeoni. Bordin e Baldini sulle orme di  Dorando Pietri. Una galleria di icone del sacrificio, della volontà, del coraggio; sognatori invincibili perché testardi. “Ma i coraggiosi son sempre testardi” ammonisce lo scrittore brasiliano Paulo Coelho. Tutto vero.

Ricordiamo i magnifici cinque delle Olimpiadi

Tamberi, Jacobs, Montano. E le eterne  Federica Pellegrini e Vanessa Ferrari.

Le loro storie sono un copione da film. Storie che esaltano e insegnano la forza di volontà, come ha detto nella notte – stappando magnum di bollicine – il presidente del CONI Giovanni Malagò ebbro di contagiosa felicità . Gimbo Tamberi ha caparbiamente cercato la vittoria, costruita e attesa oltre 1.800 giorni. Cioè dal terribile  infortunio di Montecarlo ( 2016 ).

Pazienza da record e tante lacrime. Jacobs porta sulle spalle una vita senza il padre texano, militare Usa. Mamma Viviana è rientrata in Italia, nel mantovano. Marcell ha frequentato asilo e le prime classi delle elementari al Collegio Vergini di Gesù di Castiglione. Dove lo zio Giancarlo (bronzo paraolimpico a Rio, nella cronometro di ciclismo) gli ha trasmesso i valori dello sport. 

Il “nuovo Bolt “ ha risalito la china grazie ad un mental coach, Simonetta Romanazzi, che l’ha pilotato alla riconciliazione col padre. Di qui l’ascesa vertiginosa. Il resto l’hanno fatto Nicole, i tre figli, il talento. E ha ritrovato l’equilibrio vincente.

Aldo Montano voleva la sua quinta Olimpiade prima di ritirarsi nel cantiere navale di famiglia e ce l’ha fatta. A 42 anni.

Anche Federica Pellegrini voleva la sua quinta Olimpiade alla faccia di chi la riteneva solo bizzosa e “vecchiotta“. Ed è andata come sappiamo. Un trionfo.

Infine Vanessa Ferrari, ginnasta talentuosa e tosta. Pochi sanno che a causa del Covid si è allenata in garage. E a 30 anni ha coronato il sogno di una medaglia olimpica dopo i quarti posti di Londra e Pechino.

A Tokyo è arrivato uno storico argento, dietro l’americana Jade Carey. Ci mancava da 93 anni. Da Amsterdam 1928. L’ha aiutata il canto piacione di Bocelli. Il resto l’ha fatto lei  con freddezza ed eleganza. È stata più forte degli infortuni, dei  mille guai sofferti, degli anni che passano, delle giovani che sgomitano. Sì , chi la dura la vince.