La Germania e l’euro: non è tutta colpa di Angela Merkel

di Paolo Forcellini
Pubblicato il 6 Settembre 2011 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ quasi un nuovo gioco di società. Nei salotti buoni qualcuno abbozza: “Certo che le odierne leadership politiche del Vecchio continente sono inadeguate, evasive, assenti”. Qualcuno glossa: “Vuoi mettere De Gaulle con Sarkozy o De Gasperi con il Berlusca?”. Un altro ancora incalza e arriva al dunque: “Che abisso fra Kohl e la Merkel!”. Il cancelliere tedesco, vero obiettivo di queste chiacchiere, tentenna di fronte alla crisi economica, paragona l’Italia alla Grecia, lesina gli aiuti fraterni agli altri membri dell’eurozona, fa la faccia feroce, invoca maggiore disciplina di bilancio dagli altri partner e minaccia default per i reprobi, salvo poi allargare in extremis i cordoni della borsa.

Ma è soprattutto il suo comportamento ondivago a giustificare le nostre critiche? In realtà poco ci cale che la politica di Frau Merkel sia oscillante. Assai di più vorremmo che non ci facesse pesare i suoi richiami all’ordine, al modello tedesco, e dettasse invece alla Germania una nuova stagione di convinto europeismo, di generosa e concreta solidarietà con i paesi maggiormente in crisi (tra cui il nostro), aderendo senza batter ciglio, o quasi, ai vari fondi di soccorso e ai loro rifinanziamenti. Così leggiamo anche l’ultima sconfitta elettorale della Cdu, nel Meclemburgo-Pomerania anteriore, dove fra l’altro la Cancelliera ha il suo collegio elettorale, come una giusta e sacrosanta “lezione” per le sue esitazioni, per il poco coraggio da statista “europeista” che ha dimostrato in questi anni e soprattutto negli ultimi mesi di crisi, dalla tragedia greca a quelle annunciate degli altri Piigs.

Errore, grave errore. Che Angela non abbia dimostrato un cuor da leone, è indubbio. Che la sua fede europea non sia altrettanto comprovata di quella di Kohl, è assai probabile. Ma che avrebbe potuto fare diversamente da quel che ha fatto, questo resta tutto da dimostrare. “L’euro fa bene alla Germania ma non alla Merkel”: s’intitolava così, nel maggio scorso, un articolo dell’economista Marcello De Cecco per “Affari & Finanza” di “Repubblica”. Perché l’euro faccia bene alla Germania è presto detto: l’economia di questo paese è trainata dalle esportazioni e la partecipazione, da partner “forte” che aumenta la sua produttività più rapidamente degli altri, a un’area a moneta unica come l’eurozona mette a disposizione un sicuro e vasto mercato di sbocco per i prodotti tedeschi (il recente rallentamento verificatosi anche per l’economia di Berlino dipende dalla crisi generale e anche dalla riduzione dei tassi di sviluppo di Cina e Usa, altri due grandi mercati per le merci tedesche: la Germania esporta in Cina quasi il 50 per cento del complessivo export verso il Dragone dei 27 paesi Ue).