Perché il crollo delle Borse in Europa? Petrolio, Grecia, Cina…

di Vincenzo Longo
Pubblicato il 10 Dicembre 2014 - 07:01 OLTRE 6 MESI FA
Perché il crollo delle Borse in Europa? Petrolio, Grecia, Cina...

Perché il crollo delle Borse in Europa? Petrolio, Grecia, Cina…

ROMA – Vincenzo Longo ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo: “ Crollano le borse europee”:

“Precipitano le principali borse europee, in una seduta che ha visto il riaffiorare dell’avversione al rischio sul mercato. Particolarmente brutte le chiusure di Milano (-2,8%) e Madrid (-3,2%). Sul sentiment degli investitori hanno pesato un mix di fattori, tra cui:

Il continuo calo dei prezzi del greggio, che questa mattina ha aggiornato i nuovi minimi dal 2010 (WTI a 62,30 dollari e Brent a 65,30 dollari);
i rinnovati dubbi sulla Grecia, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 17 dicembre. In caso di un mancato esito favorevole, dopo i 3 scrutini previsti, si potrebbe riaprire la crisi politica che potrebbe spingere il premier Samaras a un ritorno anticipato alle urne;
un restringimento dei collaterali accettati dalla Banca centrale cinese (PBOC) nelle operazioni di finanziamento che potrebbe segnalare la mancanza di volontà dell’Istituto di voler allentare la propria politica monetaria.
Sul mercato abbiamo assistito a una tipica seduta di sell off, con i mercati più rischiosi che sono finiti sotto pressione, a fronte di evidenti segnali di flight to quality. Oggetto di acquisto sono stati i bond core, in particolare Bund e Treasury. Proprio gli acquisti sui titoli tedeschi hanno permesso al Bund a 10 anni di aggiornare i nuovi rendimenti ai minimi storici in area 0,68%, con conseguente allargamento dello spread Btp-Bund sopra area 130 punti base. Forti vendite hanno interessato i bond greci, con il rendimento sul decennale che si è portato sopra l’8% per la prima volta da una settimana, mentre quello russo ha lambito area 13%, nuovo massimo da oltre 5 anni.

Recupera terreno l’oro, che ha accelerato sopra area 1.230 dollari, nuovi massimi da quasi due mesi in scia alle tensioni sui mercati.

Negli Usa si prospetta la seconda seduta in calo dopo quella di ieri. I volumi sono decisamente sopra la media e l’umore tra gli operatori, a una settimana dal meeting della Fed, non sembra essere entusiasmante. L’indice VIX è tornato così a salire in maniera importante. Non possiamo escludere che, alla luce dei recenti dati macro brillanti, gli operatori temino un rialzo anticipato dei tassi di interesse.

Forex: Yen in forte recupero

Tra le valute, vola lo yen. La divisa nipponica, oggetto di forti vendite nelle scorse sedute, ha recuperato sensibilmente terreno per effetto della chiusura di molte operazioni di carry trade in scia all’avversione al rischio emersa nelle ultime ore. Questa tendenza potrebbe non durare a lungo. In vista delle elezioni politiche in Giappone di domenica prossima, è lecito attendersi un ritorno della debolezza sulla divisa giapponese, soprattutto se Abe dovesse ottenere una solida maggioranza. Il forte calo dei rendimenti sul Treasury ha smorzato gli acquisti sul biglietto verde, che ha perso terreno anche nei confronti della moneta unica”.