Perché il Movimento 5 stelle è destinato a sparire? Giuseppe Turani spiega perché…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 9 Settembre 2016 - 20:24| Aggiornato il 12 Settembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Perché il Movimento 5 stelle è destinato a sparire? Giuseppe Turani spiega perché...

Perché il Movimento 5 stelle è destinato a sparire? Giuseppe Turani spiega perché…

Perché il Movimento 5 stelle è destinato a sparire? Giuseppe Turani lo spiega, in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business.

Prima di lasciare i grillini al loro destino (che è esclusivamente quello di sparire senza lasciare alcuna traccia), conviene aggiungere qualche piccola notazione sul perché non hanno un futuro. In questi giorni si è detto che, poiché sono una setta molto compatta, alla fine nonostante tutti i pasticci fatti, resteranno in piedi. Le critiche che arrivano da più parti, si è detto, non hanno effetti sul Movimento perché loro ascoltano solo Grillo e il sacro blog. Quindi è inutile perdere tempo. Il caso Roma è significativo: sono partiti dal grido “Tutti a casa”, ma alla fine sono ancora tutti lì e hanno l’aria di essere molto tranquilli, intoccabili.

E’ proprio così? Niente può scuotere la setta grillina?

No. Non è vero. Intanto va notato che nelle città dove amministrano non c’è ancora mai stata una verifica, cioè una seconda elezione, un rinnovo. Quando ci si arriverà, sarà curioso vedere i risultati.

Ma il fatto di essere una setta comporta anche degli svantaggi oltre a una certa resistenza agli urti esterni. Lo svantaggio più grande è che i grillini non possono essere bravi amministratori, a meno che non rinneghino se stessi.

Il perché non è complicato da capire. Il grillino vive dentro una sorta di doppio universo. Da una parte c’è la realtà, quella in cui viviamo anche noi, con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni. Dall’altra parte, per il grillino, c’è un mondo fantastico, quello disegnato da Grillo e dal defunto Casaleggio, dove tutto ha un altro senso. La monnezza, ad esempio non esiste, la tecnologia è ridotta al minimo, i disonesti sono immediatamente puniti e allontanati dagli incarichi pubblici, tutti quindi sono onesti, i cittadini regnano sovrani e vengono consultati, via Rete, per ogni problema che si presenti alla collettività. E così via.

I grillini da anni si nutrono di queste sciocchezze. Per loro il mondo vero è questo disegnato dalla fantasia di Casaleggio. Ecco perché non ascoltano le critiche esterne. Il mondo dipinto per loro attraverso il sacro blog è perfetto, completo, autosufficiente, circolare. Vi trovano posto persino le sirene, le scie chimiche e qualsiasi complotto. E’ un universo così completo che vi può entrare di tutto: dalla guerra alle multinazionali alla guerra al bollito e agli stufati (come vuol fare la torinese Appendino in una città che del bollito ha fatto un’arte). Mondo circolare e autosufficiente e quindi impenetrabile, Anzi, ogni critica viene vista come un  complotto ai danni di un mondo che è appunto perfetto.

Ma proprio questa perfezione, questa circolarità impedisce ai grillini di essere bravi amministratori. Il mondo che, a volte, sono chiamati a dirigere e a amministrare non è quello del sacro blog, è quello reale. I rifiuti non sono zero, a Roma come altrove, ma migliaia di tonnellate al giorno. E non possono sparire con un atto di volontà o di fede. Gli umani, nella maggior patte dei casi, continuano a essere antropocentrici e della sorte delle zanzare o delle farfalle un po’ se ne fregano. Il bollito piace sempre e così pure le bistecche, come del resto le automobili (solo in Italia se ne comprano quasi due milioni all’anno).

Il mondo reale, per concludere, richiede risposte e soluzioni reali. Ma il grillino medio ha solo risposte ideologiche: i rifiuti sono il male assoluto, non devono esistere, i termovalorizzatori sono ancora peggio. Poiché i rifiuti cittadini sono il peggio, l’ideologia grillina li cancella, ma poi si ammucchiano lungo le strade. E la gente comune comincia a farsi delle domande: questi qui ci sono o ci fanno? I soldi spesi per i treni veloci sono un insulto alla povertà, ma c’è un sacco di gente a cui piacciono. Allora si manifesta contro, ma intanto i Tav corrono indisturbati.

E alla fine si scopre che il grillino, invece di amministrare giudiziosamente una città, passa il tempo a raccontarci come dovrebbe essere e come non è. E’ così che il grillino amministra male, non usa la tecnologia, si contorce dentro la sua contraddizione di fondo perché è chiamato a agire in un mondo che in fondo ha rifiutato, sognando invece una realtà ideale, dove tutti sono buoni, onesti, e dove il cibo scende copioso dagli alberi, dove nessuno inquina e dove tutti hanno un rispetto religioso per zanzare e cespugli.

Il disastro finale, e la scomparsa della setta sono risultati obbligati perché la realtà ha la testa dura. Più dura di quella dei grillini.