Perché il Movimento 5 Stelle si chiama così?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 4 Settembre 2018 - 07:35 OLTRE 6 MESI FA
movimento 5 stelle

Perché il Movimento 5 Stelle si chiama così?

Il Movimento 5 Stelle ha avuto 8,7 milioni di voti nel 2013 e 10,7 nel 2018, pari al 32,7% dei voti validi. Lo ha cioè votato poco meno di un terzo dell’intero corpo elettorale italiano. Un risultato clamoroso. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Ma è probabile che la gran parte dei suoi elettori non sappiano neppure perché si chiama come si chiama e soprattutto che il suo nome si basa su una affermazione  suggestiva – e di buona presa sugli animi non solo protestatari – ma niente affatto vera. Vediamo come stanno i fatti.

Beppe Grillo, il padre del Movimento, ormai un vero e proprio partito, nei suo comizi affermava infatti che  se non fossero esistiti i partiti, composti da politici “ladri e corrotti” e sostenuti da un’informazione asservita al potere, “potremmo tutti condurre una vita a cinque stelle”: ogni italiano avrebbe cioè potuto vivere come se fosse ospite di un albergo di lusso, a 5 stelle appunto. Poi l’immagine alberghiero pentastellare la si è voluta conservare definendo stella ognuno dei cinque punti del programma base del Movimento, vale a dire: acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività, ambiente.

Tralasciando  cosa ne sia di tale programma, è intanto  d’obbligo chiedere come mai il M5S si è alleato con una partito, la Lega di Matteo Salvini, che in quanto partito esistente da decenni dovrebbe essere composto, stando alle parole di Grillo, da politici “ladri e corrotti” e sostenuto dalla  stampa asservita, quanto meno la propria. Tanto più che la Lega e il suo fondatore Umberto Bossi in fatto di quattrini – 48 milioni di euro, per la precisione – hanno una condanna giudiziaria (https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13206808/lega-nord-condanna-umberto-bossi-confiscati-48-milioni-di-euro.html  ) e lo stesso Salvini non ne esce affatto bene ( http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/09/28/news/esclusivo-salvini-ha-usato-i-soldi-della-truffa-di-bossi-1.311009 ).

Ma tralasciamo e veniamo al sodo: esiste forse al mondo un Paese i cui cittadini vivono tutti come in un albergo di lusso e possono “tutti condurre una vita a cinque stelle” o anche solo a 4? No, NON esiste. Quella di Grillo quindi è solo una boutade, modo elegante per non dire una balla. Stando alla quale se ne deve dedurre che non solo in Italia, ma in tutti i Paesi del mondo allignano politici “ladri e corrotti” per giunta sostenuti da un’informazione asservita al potere. Insomma, siamo in buona e affollata compagnia. Di che lagnarsi, quindi?

Grillo peraltro non ha mai specificato chi avrebbe pagato il conto dell’albergo, da dove prendere i soldi, e non ha mai neppure accennato al fatto che se l’evasione fiscale non fosse così massiccia gli italiani forse non avrebbero potuto vivere tutti come in un albergo a 5 stelle, ma forse almeno come in uno a 3 o 4 stelle, a parte gli evasori che ci vivono sempre come in un albergo di lusso, cioè a 5 stelle. Strane dimenticanze, queste di Grillo.

Il discorso che ha portato alla denominazione a 5 Stelle per il Movimento ricorda inevitabilmente, per chi ha età e memoria, il “paradiso dei lavoratori” tanto declamato per decenni dai comunisti come esistente in Unione Sovietica e nel resto dei Paesi “fratelli”, Cina compresa: s’è visto! Guarda caso, promettendo più o meno il bis del “paradiso dei lavoratori”, il partito comunista (PCI) in Italia è arrivato a percentuali analoghe a quelle recenti del M5S: nel 1976 il PCI è arrivato al 34,3% dei voti a Montecitorio e al 33,8% a Palazzo Madama, e nell’84 alle elezioni del 17 giugno per il parlamento europeo prende il 33,3% superando perfino la Democrazia Cristiana, scesa al 32,9 per cento.

Curioso: la storia elettorale italiana dimostra che a grandi promesse meravigliose c’è sempre un terzo dell’elettorato pronto a crederci. E a votarti.