Premier esecutore, vincolo di mandato: Palazzo Chigi e Parlamento tenuti a catena. Chi la tira?

di Lucio Fero
Pubblicato il 18 Maggio 2018 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Premier esecutore, vincolo di mandato: Palazzo Chigi e Parlamento tenuti a catena. Chi la tira?

Premier esecutore, vincolo di mandato: Palazzo Chigi e Parlamento tenuti a catena. Chi la tira?

ROMA -Premier esecutore, Luigi Di Maio lo ha detto più volte cosa deve essere e cosa deve fare il premier del governo M5S-Lega. Deve essere esecutore ed eseguire. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play] Esecutore, eseguire…verbi e concetti che rimandano a qualcuno che fornisce istruzioni ed esercita controllo sull’esecutore. Si eseguono istruzioni ed ordini. E infatti il premier del governo M5S ha le istruzioni (qualche volta vaghe) nel Contratti di Governo giallo verde. E nell’eseguire le istruzioni avrà sopra di sé il controllo del neonato Comitato di conciliazione, cioè una sorta di super governo che dirà al premier come fare quel che deve eseguire.

Premier esecutore…forse per questo è così difficile trovarlo. Stavolta uno vale…l’altro ed è qui la difficoltà, nel trovare una bella figura che in fondo conti poco, talvolta niente.

A non contare niente nella visione e programma M5S-Lega è senz’altro il Parlamento. Si vuole reintrodurre il vincolo di mandato, cioè quella disposizione per cui se sei stato eletto con un partito o lista devi sempre obbedire al partito o alla lista. La cosa piace molto a Lega e M5S e anche a Fratelli d’Italia e piace moltissimo alla gente. A suo tempo piacque anche a Mussolini nel suo Parlamento ma questa è solo una coincidenza storia o forse no.

Sta di fatto che il vincolo di mandato c’era nell’assemblea dei soviet e c’era nel Parlamento fascista ma nelle democrazie non c’è. Anzi, c’è un altro posto dove il vincolo di mandato c’era, nei Parlamenti pre Rivoluzione francese gentilmente concessi dalla volontà sovrana. Nelle democrazie il vincolo di mandato non c’è perché il parlamentare eletto rappresenta o cerca di rappresentare non solo i suoi elettori ma anche l’interesse generale. E perché nelle democrazie anche e soprattutto in Parlamento c’è la libertà di cambiare idea o di non avere la stessa valutazione e quindi la libertà di non votare sempre tutti in blocco.

Questo nelle democrazie. Ma molto delle democrazie è oggi sommamente impopolare. Su una teoria e pratica della libertà vince qui e oggi in Italia e di gran lunga una concezione proprietaria del voto e degli eletti. I capi partito pretendono e ottengono che siano entrambi “roba loro”. Quindi voto in dissenso è tradimento, scippo. E la gran parte della gente è d’accordo, chiama chi cambia idea o si muove in dissenso voltagabbana, traditori. In generale c’è una inconfessabile intolleranza verso chi dovesse disturbare il manovratore. Questo ovviamente in nome della purezza della politica.

Cui si aggiunge la ormai da tempo affermata tra la gente (e tra i magistrati e in molte redazioni) convinzione che la politica sia attività di pere sé criminogena e quindi da tenere in libertà vigilata, cui si aggiunge l’anti parlamentarismo profondo di ogni destra politica e di ogni qualunquismo…

Basta e avanza per la voglia di vincolo di mandato per i parlamentari e quindi per un Parlamento che non conta nulla, che esegue a bacchetta, vota a comanda, non rompe le scatole e sta a catena.

Premier esecutore, vincolo di mandato, quindi Palazzo Chigi e Parlamento che contano poco o nulla e stanno a cuccia e a catena. A M5S e alla Lega piace così e anche alla gente (guardare il boom nei sondaggi pro Salvini). E allora chi dice a cuccia al premier e al Parlamento e chi tira ad entrambi la catena per destarli o sedarli?

Che domanda: la volontà popolare tira la catena e dice a cuccia. La volontà popolare, cioè? Cioè i parlamentari eletti dal popolo? No, stanno a vincolo di mandato. Il premier, i ministri? No, stanno lì per eseguire. Allora, la volontà popolare chi? I partiti, anzi i loro leader. Benvenuti nella Terza Repubblica, quella dei cittadini appunto. Dove a cuccia lo dicono agli altri tutti una ventina-trentina di persone al massimo e dove i vertici dei partiti tengono a catena tutto il resto. Lo sanno anche loro, quei venti, trenta, quaranta che siano, lo sanno così bene che sono ossessionati dal controllo (Comitati, Contratti…). Quelli che non lo sanno sono i cittadini. Ma, siamo onesti, i cittadini se ne fregano di saperlo.