Reddito di cittadinanza e quota 100 tolti dalla manovra? Per Di Maio…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 28 Ottobre 2018 - 06:32 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza e quota 100 tolti dalla manovra? Per Di Maio, Giuseppe Turani *nella foto( la vede nera

Reddito di cittadinanza e quota 100 tolti dalla manovra? Per Di Maio suona la campana, prevede Giuseppe Turani

Reddito di cittadinanza e quota 100 tolti dalla manovra? Per Di Maio…Per chi suona la campana? si chiede Giuseppe Turani. Con reddito di cittadinanza e quota 100 fuori dalla manovra la risposta è facile.

Suona per Di Maio, ma non solo. La decisione del governo gialloverde di dare il via libera al completamento della Tap in Puglia sta sollevando un vespaio di grandi proporzioni. Come era prevedibile.

1-I comitati locali a 5 stelle, che davvero avevano pensato che l’opera sarebbe stata bloccata, hanno chiesto le dimissioni degli eletti locali (con il loro voto anti-Tap).

Ma non si tratta solo di questo. Di Maio, che troppo furbo non è e che non sa niente di politica, per sviare l’attenzione dalla vicenda Tap (che è stata l’intera campagna elettorale pugliese dei 5 stelle) si è messo a attaccare Draghi e la Bce.

2- E questo è suonato falso sia a una grossa componente pentastellata, che contro Draghi non ha proprio niente, sia e soprattutto agli alleati leghisti, che invece di Draghi hanno, giustamente, una grossa stima: ha salvato l’Italia e l’euro, che cosa volete di più? Inoltre, ci sta aiutando a mediare con la Commissione di Bruxelles, solo degli scemi attaccano il presidente della Bce.

Non aggiungono, ma lo possiamo fare noi, un altro particolare, oltre ai molti che si potrebbero raccontare: da quando esiste l’euro, l’Italia ha risparmiato circa 800 miliardi di interessi sui debiti. Roba da farci manovre finanziarie fino al 2060. E questo dà un’idea della cosmica, galattica, stupidità di Di Maio. E infatti adesso va dicendo, sempre con il suo solito sorriso indefinibile, di non aver criticato Draghi, ma solo di aver discusso. Sì, accusandolo di non fare il bene dell’Italia (che ha salvato da un destino tipo Grecia, inventandosi il Qe) e minacciando di fare tutto quello che sarebbe servito per salvare l’euro (luglio 2012): “E, credetemi, basterà”. Poche parole che hanno messo in fuga la speculazione, abituata a un Draghi che non scherza.

3- Ma, sotto la cenere, per Di Maio e soci cova di peggio. La fine di ogni illusione. Secondo attendibili indiscrezioni di stampa sarebbero in corso trattative riservatissime fra Tria e la Commissione per raggiungere un obiettivo: mettere fuori dalla manovra sia il reddito di cittadinanza che la quota 100 (rinviandole a un futuro indefinito), cioè le due scemenze più costose. Senza queste due cose, la manovra potrebbe rientrare nella normalità, avere l’ok della Commissione e il plauso dei mercati.

4- La trattativa, molto riservata, è avviata, anche se sarà difficile vederne la conclusione: per Salvini e Di Maio si tratterebbe di ammettere che finora hanno preso in giro gli elettori, facendo loro credere che esistessero risorse per fare quelle cose. Risorse che, come ognuno può vedere, non esistono.

5- Insomma, quella che sta suonando forse non è ancora la campana hemingwayana, ma segnali di allarme ci sono. Al punto che i 5 stelle si stanno interrogando sull’identità del loro futuro leader al posto di Di Maio, considerato ormai bruciato. Purtroppo, il nuovo sembra essere Di Battista, considerato portatore dei valori originari dei 5 stelle: no tav, non Tap, non tutto. Dalla padella alla brace, come si diceva. Di corsa verso l’autodistruzione.