A Bologna la Fiorentina torna piccola piccola e perde 2 a 1

Pubblicato il 26 Febbraio 2013 - 22:21| Aggiornato il 11 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – A Bologna, nel recupero del match rinviato domenica scorsa causa neve, la Fiorentina è tornata piccola piccola ed è tornata a casa con le pive nel sacco, dopo la sbornia rimediata a casa della Juventus (2-0) e poi ancora la vittoria maramalda contro l’Inter, strapazzata a Firenze con un devastante (per la Beneamata) 4-1.

Stasera, è stata battuta in rimonta da un Bologna cresciuto di prepotenza alla distanza, dopo un primo tempo timoroso e incerto. Misteri dolorosi (e gaudiosi, a seconda dei punti di vista) del calcio. Mai dire gatto, chioserebbe il Trap.

Montella sacramenta perché i tre punti buttati via peseranno nel bilancio finale della squadra. Il bel primo tempo, infiorettato dal gol di Ljajic, aveva illuso che la squadra di Montella fosse tornata, nonostante l’assenza per squalifica dal metronomo Pizarro, la bella realtà del primo scorcio di campionato. Illusione. Sotto la pressione veemente del Bologna sono riemersi i vecchi difetti.

La difesa a quattro varata da Montella ha mostrato smagliature, soprattutto Savic, incerto nella marcatura di Gilardino. In attacco Jovetic non ha offerto a Ljajic l’assistenza migliore e nella ripresa la squadra si è sfaldata.

Il Bologna ha trovato il gol del pareggio con Motta, su una punizione calciata magistralmente da Diamanti, l’alfiere della riscossa. Vecchio difetto, la Viola è la squadra più perforata su calci franchi dopo il Milan.

Nel finale la squadra di Pioli con l’esordiente Christodoulopoulos, per brevità e chiarezza chiamato col nome di battesimo, Lazaros, ha bucato Viviano per il 2-1. Con tre punti nel derby dell’Appennino, la Fiorentina si sarebbe issata al quarto posto in classifica, spalla a spalla con l’Inter.

La sconfitta la relega al sesto posto, a 42 punti, in condominio col Catania, due sotto l’Inter, tre sotto il Milan e addirittura cinque sotto la Lazio. La corsa all’Europa si complica parecchio e la zona Champions diventa un obiettivo impervio da agganciare.

Qualcosa si è rotto nel giocattolo mirabilmente assemblato in estate da Montella. Partite come queste una Grande le vince. La difesa ha perso autorevolezza, l’attacco sconta l’assenza di un ariete e la scarsa vena del talentuoso ma scarico Jovetic. Toni ha già fatto più di quanto era accreditato di poter fare, quanto a Larrondo langue in panchina e chissà se Montella gli darà una chance da titolare.

Con i tre punti strappati alla Fiorentina il Bologna compie un salto importante verso la salvezza, si lascia dietro il Genoa di tre punti, sale a quota 29, scavalca l’Atalanta (a 27), aggancia il Chievo e si allontana dalla zona caldissima, dove si macerano Pescara, Siena e Palermo.

Le prossime gare contro Cagliari, Juventus e Inter adesso fanno meno paura. Piolio ha fatto un ottimo lavoro, affinando gente come Konè, Krhin, Cherubin, Motta. Diamanti e Gabbiadini (un palo colpito in apertura) sono talenti sicuri e Gilardino (sei gol in stagione) magari segna poco ma il suo lo fa, là davanti, a darle e a prenderle, con lui le difese avversarie non fanno mai complimenti.