Fiorentina devastante, Inter scomparsa. Al Franchi monologo viola: 4-1

di Renzo Parodi
Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 23:29| Aggiornato il 10 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE –  Signori, è tornata la Fiorentina. E l’Inter (sei sconfitte nelle ultime sette in trasferta) è sparita dai radar. Il 4-1 del Franchi sta tutto qui. Il punteggio è fedele. Non c’è mai stata partita. La Fiorentina ha dominato il campo, ha fatto per un’ora il tirassegno verso Handanovic, ha segnato quattro volte con Ljajic e Jovetic e ha sempre controllato la gara dall’alto di un 4-3-3 elastico che le assicurava costante predominio di uomini e di gioco a centrocampo.

Non ha funzionato il 4-3-1-2 di Stramaccioni, con Guarin cuspide avanzata alle spalle delle due punte, Cassano e Palacio. Sarebbe fuorviante scaricare sull’assenza di Milito le ragioni della debacle nerazzurra. La squadra non è mai entrata in partita. Si è difesa con qualche affanno e non ha trovato contromisure efficaci alla manovra veloce e avvolgente della Viola, orchestrata in mezzo al campo dal duo Pizarro-Borja Valero, velocizzata dagli affondo larghi di Pasqual e Cuadrado e dal palleggio stretto di Aquilani. Davanti Ljajic e Jovetic (una doppietta a testa) sono stati implacabili nel fulminare il povero Handanovic.E’ nata una coppia del gol? Si direbbe di sì. E a primavera inoltrata si rivedrà pure Giuseppe Rossi. I Della Valle fanno sul serio.

L’Inter ha faticato a tenere il ritmo della Viola a centrocampo e davanti si è limitata ai numeri eleganti ma inefficaci di Cassano e Palacio. Il barese si è tolto lo sfizio di marcare il gol della bandiera nel finale di gara. Al netto della buona volontà, che non è mancata, non c’è altro da annotare alla voce crediti per la Beneamata. La batosta è netta e potrebbe risultare devastante per gli equilibri, sempre precari, del clan interista. Vengono i brividi ai tifosi nerazzurri al pensiero dell’imminente derby col Milan del deprecato ex Balotelli. L’Inter ci arriva un punto sotto i cugini (43 a 44) ma soprattutto in condizioni psicologiche precarie e con l’inevitabile corredo di polemiche interne e recriminazioni.

Sarà bene che Strama battezzi un modulo e vada avanti su quello. Oltre a chiari problemi di assortimento del centrocampo (Kovacic è annegato nel grigiore generale ed è stato sostituito) Stramaccioni si ritrova con tre attaccanti tre: Cassano, Palacio e Rocchi. Pochi per chi punta alla zona Champions. Col senno di poi sarebbe stato saggio trattenere Livaja, ceduto in prestito all’Atalanta. E’ bizzarro che dopo l’exploit in casa della Juve, lontano da San Siro l’Inter si afflosci come un palloncino bucato. La parola a Stramaccioni. Tocca a lui risolvere il busillis. Possibilmente con cortese urgenza. Il tempo stringe.

Nell’intervallo il tecnico aveva corretto la squadra inserendo Alvarez e passando al 4-3-3 speculare al modulo dell’avversaria. Ma le cose sono, se possibile, peggiorate. La lucida foga della Fiorentina non ha dato tregua a il terzo e il quarto gol dei viola, siglati ancora da Jovetic e Ljajic, ne sono stati l’inevitabile conseguenza. La formazione di Montella è tornata la squadra agile, rapida e volitiva del girone di andata. L’Inter è andata spegnendosi miseramente e non vale come giustificazione (ma al massimo come attenuante) la faticaccia di coppa, giovedì scorso contro il Cluji. E’ vero però che chi ha giocato in Europa League (Napoli e Inter) in campionato la domenica ha raccolto le briciole. Vedremo che cosa saprà fare la Lazio nel posticipo di lunedì a Siena.

Il presidente Moratti aveva accompagnato l’Inter a a Firenze viaggiando in treno con la squadra ma non era allo stadio a causa di impegni di lavoro. Meglio per lui. Era presente invece Diego Della Valle, il patron viola mancava da parecchio tempo e ha scelto la miglior occasione per la sua epifania fiorentina. Con la rotonda vittoria sull’Inter la Fiorentina (a 42 punti) rientra di prepotenza nel giro delle pretendenti all’Europa. Se sarà l’Europa grande o l’Europa piccola si vedrà.