Juventus stacca Lazio. Ora tocca al Napoli

di Renzo Parodi
Pubblicato il 19 Gennaio 2013 - 23:46| Aggiornato il 20 Gennaio 2013 OLTRE 6 MESI FA

Nel campionato di calcio di Serie A, la Juventus conserva il primato e scava cinque punti tra sé e la Lazio, che ha pareggiato a Palermo (2-2). In attesa di scoprire quel che il Napoli – che sta tre punti sotto – riuscirà a raccogliere a Firenze.

Ha cominciato bene, Madama, il ciclo di ferro che la vedrà otto volte in campo, tra campionato e coppe, nel giro di un mese. Nonostante il poker finale, non è stata una passeggiata domare una Udinese organizzata e coriacea, che ha patito in avvio l’assenza di Di Natale, subentrato al 5’ della ripresa a Pereyra. Una doppietta di Pogba – stratosferico il primo gol nel finale del primo tempo – ha messo la partita sulla strada giusta per i ragazzi di Conte.

Oltre e improvvisarsi cecchino, Pogba si è sfiancato in un oscuro lavoro di rottura e rilancio a centrocampo. Il ragazzo ha tanta stoffa e la cresta bionda che gli adorna il cranio è l’unico dettaglio (oltre il colore della pelle) che lo accosta a Balotelli. Per il resto, la testa sembra di tutt’altra natura. E’ un giovane già vecchio, insomma.

Vucinic e Matri hanno arrotondato nel finale, il gol del serbo è venuto con la complicità di Padelli, sostituto dell’infortunato portiere titolare, Brkic. Oltre a Chiellini (lo si rivedrà tra un mese) mancavano Pirlo, Marchisio e Asamoh, ovvero quasi l’intero reparto di centrocampo, e Vidal era in campo a mezzo servizio. Eppure il rendimento complessivo della Juventus non ne ha risentito.

Le seconde linee (Giaccherini, De Ceglie e quel fenomeno di Pogba) sanno il fatto loro. Si è rivista per lunghi tratti la Juventus cannibale della stagione d’oro dello scudetto, arrembante e famelica. E’ mancata la precisione nell’ultimo passaggio e il tandem di attacco, Giovinco e Vucinic, ha ecceduto in ghirigori al momento di battere a rete. Conte, in panca, schiumava di giusta rabbia, difatti all’intervallo ha tolto Giovinco, uno dei suoi pupilli, inserendo Matri. Scelta tecnica. Sconti l’allenatore leccese non ne fa a nessuno e chi tradisce le consegne va in anticipo a farsi la doccia.

Il fantagol di Pogba, una legnata di controbalzo dai 25 metri, un capolavoro di balistica applicata al calcio, lo aveva tranquillizzato. Ma non del tutto. La Juventua di oggi in zona-gol raccoglie le briciole in proporzione del gran lavoro che la squadra si sobbarca in fase di costruzione del gioco. Vucinic, se riuscisse a limitarsi in quel narcisismo da primo della classe, segnerebbe caterve di gol.

La Udinese ha venduto cara la pelle, punzecchiando in attacco senza mai rassegnarsi alla sconfitta. Muriel ha avuto un paio di palle-col ma le ha sprecate malamente. La squadra ha comunque onorato le 500 panchine di mastro Guidolin, un allenatore che meriterebbe di guidare una grande in servizio permanete effettivo. Prima o poi magari gli capiterà.

Rallenta la Lazio, che ha mancato l’aggancio (provvisorio) alla Juventus in testa alla classifica. La squadra di Petkovic ha pareggiato (2-2) a Palermo e ha buttato via una vittoria che stringeva in pugno, costruita, così sembrava, su un primo tempo perfetto, suggellato dal gol in apertura di Floccari, eccellente controfigura di Klose, assente per infortunio.

Il centravanti aveva segnato non uno ma due gol, il secondo gli è stato annullato per errore (il fuorigioco segnalato dall’assistente De Luca non c’era) e si è procurato il calcio di rigore che ha permesso ad Hernanes di riportare la Lazio sul pareggio dopo che il Palermo aveva capovolto il risultato, segnando due gol nel giro di un minuto, con Rios e Dybala.

La Lazio può lamentare l’annullamento del secondo gol, regolare, di Floccari, che probabilmente avrebbe chiuso il match sul 2-0 alla metà della ripresa. E tuttavia la Lazio non deve dimenticare i regali arbitrali ricevuti contro il Cagliari (rigore molto dubbio) e l’a Atalanta (gol irregolare di Floccari convalidato), episodi che erano valsi due vittorie.

Ma il calcio, errori arbitrali a parte – che ci stanno quando sono frutto di puri abbagli, come nel caso di Palermo – ha in serbo sorprese infinite. E sta in questi capovolgimenti il suo fascino. Il pareggio alla fine dei conti ridimensiona un po’ le ambizioni sculettare della squadra di Petkovic, stranamente remissiva nella ripresa. Eppure la Lazio aveva giocato una prima frazione eccellente per organizzazione e fluidità di gioco e capacità di tenere il campo e il pallone.

Forse affiora qualche sintomo di stanchezza in una squadra che ha dato moltissimo e si era messa in scia della Juventus, nonostante un organico non comparibile con quello delle Vecchia Signora. Signore il tecnico Petkovic non ha speculato sull’episodio chiave,il raddoppio negato a Floccari: «Decisione difficile. Le immagini non lasciano dubbi, ma era questione di centimetri. Il risultato è giusto. Nessuna delle due squadre meritava di perdere».

Persino Lotito ha glissato: «Quello che è stato è stato. Sono episodi che fanno parte del sistema». Bravi tutti e due. Presidente e allenatore hanno anche rilevato che la Lazio ha sbagliato atteggiamento, ripiegando eccessivamente quando avrebbe dovuto cercare con convinzione di chiudere il match. Verissimo. La squadra evidentemente non ha ancora acquisito del tutto la mentalità della Grande e in trasferta finora ha lucrato il massimo. Appena dieci gol segnati, sui 32 totali. Si può migliorare.

Domenica 20 all’ora di pranzo tocca al Napoli, atteso da un’insidiosa trasferta a Firenze. Montella ha dovuto contabilizzare tre capitomboli filati (contro Pescara e Udinese in campionato, contro la Roma in coppa Italia). Sono curioso di verificare sul Napoli l’effetto galvanizzante della sentenza che ha cancellato penalità e squalifiche. E rilanciato la squadra di Mazzarri come anti-Juve, fianco a fianco della Lazio. La pressione a volte combina brutti scherzi.

Il Palermo ci ha messo il cuore, il punticino non risolleva la sua classifica, che resta a altissimo rischio (16 punti, penultimo posto). Il dg Lo Monaco ha promesso altri rinforzi dopo gli arrivi di Dossena e Aronica. Per il portiere Sorrentino la trattativa col Chievo si è fatta impervia, il club di Campedelli non ha ancora accettato l’offerta del Palermo (un milione e mezzo di euro per l’intero cartellino. Ma alla fine l’affare si farà.

Sorrentino non è neppure stato convocato da Corini per il match col Parma. A Verona è un separato in casa. Serve ancora una punta, difficile arrivare a Baros (Galatasaray), si tenterà per Fabbrini (Udinese), che interessa anche la Sampdoria. Eppure in casa il Palermo un pezzo pregiato ce l’ha, il giovane Dybala, talento purissimo, alquanto trascurato da Gasperini. Un diciottenne di classe sicura che sa ispirare i compagni e pure segnare. Il Siena stava tentando di portarselo a casa, dopo l’ultimo exploit non se ne farà più nulla.

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