Napoli-Juventus volano: sabato supersfida. Dietro poca roba

di Renzo Parodi
Pubblicato il 8 Febbraio 2016 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
Napoli-Juventus volano: sabato supersfida. Dietro poca roba

Napoli-Juventus volano: sabato supersfida. Dietro poca roba

ROMA – Copione rispettato, nonostante la valorosa e strenua opposizione di Carpi e Frosinone. Napoli e Juventus si avviano allo scontro diretto di sabato a Torino al meglio della forma. Due soli punti le separano in classifica e questa volta è l’outsider del Sud a guidare la corsa. Sarri e Allegri tentano di scaricare il peso psicologico del match divagando ed eludendo le trappole verbali dei giornalisti. “Partita importante ma non decisiva… Mancheranno ancora 13 gare alla fine” ecc ecc. In realtà sanno benissimo che la vittoria dell’una o dell’altra contendente darebbe un segno al campionato. Non ancora indelebile magari ma certamente molto netto. Se il Napoli sbanca lo Juventus Stadium sarà in fuga fino alla fine. Se viceversa la Juve farà valere la legge di casa, il duello infiammerà il resto del torneo. Un pareggio lascerebbe tutto com’è, ovvero nell’incertezza assoluta.

Il Napoli ha firmato l’ottava meraviglia domando con fatica ma anche con grande personalità un Carpi che sarà pure quasi condannato alla B ma gioca e si batte come se sulla roulette non si fosse ancora manifestato il numero fatale. E con ragione, ci sono ancora 42 punti in palio e tutto può accadere, in vetta e in fondo alla classifica. Higuain, gol numero 24, seppure su calcio di rigore, peraltro ineccepibile, continua la sua personale battaglia contro la Storia. Il Napoli arriva al redde rationem nella forma psicofisica ideale, libero di testa e sulle ali dell’entusiasmo e della fiducia nei propri mezzi. Ma farà bene a non fidarsi perché la Juventus ha alle spalle 14 vittorie consecutive, del resto Sarri conosce benissimo le risorse di esperienza e di personalità dell’avversaria, molto più abituata del Napoli all’aria dell’altissima classifica e allo stress che ne deriva. A Frosinone Cuadrado e Dybala hanno piegato la solida squadra di Stellone che in casa non fa sconti a nessuno. Allegri sabato non avrà Mandzukic e (forse) Chiellini – oltre a Caceres, che ha già chiuso la stagione – e tuttavia l’organico bianconero lo lascia del tutto tranquillo. Sarà una sfida all’ok Corral da gustare fino all’ultimo secondo e sono convinto che Juventus e Napoli non si immiseriranno in tatticismi ed espedienti ma se la giocheranno a viso aperto, entrambe alla ricerca del successo pieno.

Alle spalle delle due regine del campionato il vuoto si allarga. La Fiorentina ha rimediato appena un punto dalla trasferta di Bologna, conclusa in dieci uomini per l’espulsione di Mati Fernandez. Tra Sousa e la società cova un fuoco che potrebbe presto tramutarsi in incendio. I tifosi viola sono con allenatore e squadra contro i dirigenti, delusi da un mercato invernale per loro condotto al risparmio, seppure abbia portato a Firenze il difensore richiesto a gran voce dal tecnico, (Benalouane). La pazza Inter non è uscita dal tunnel e ha addirittura rischiato di perdere a Verona contro la Cenerentola del campionato. Sotto di due gol (1-3) la Beneamata ha avuto un sussulto d’orgoglio e con Icardi e Perisic ha risalito la corrente. Mancini si è lamentato delle ennesime ingenuità difensive (tre gol subiti su palla da fermo) che inchiodano l’Inter al quarto posto. Al prossimo giro il calendario comanda un Fiorentina-Inter che sa tanto di resa dei conti per entrambe le squadre.

Nel posticipo serale la Roma ha agguantato i tre punti (terza vittoria consecutiva dell’era Spalletti) soffrendo maledettamente il ritorno dei blucerchiati che, pronubo Cassano (inserito da Montella solo nell’ultimo quarto d’ora) al 93′ hanno colpito con Cassani la faccia inferiore della traversa a portiere battutissimo. La Lupa accorcia le distanze in classifica da Fiorentina e Inter ma rimane una incompiuta. Lampi di classe, qualche affondo letale (Florenzi e Perotti nell’occasione) ma lunghi balbettamenti e giropalla scontato e prevedibile. Il cambio di “manico” richiede tempo e il tempo scarseggia.

Giornata di mediocre resa per il Milan che sull’abbrivio delle vittorie nel derby e a Palermo contava di accorciare le distanze dalla zona Champions. Soltanto un pareggio 1-1 , in rimonta sull’Udinese, gol di Niang poi uscito per infortunio e l’impressione che il Diavolo valga né più né meno della sua attuale classifica, che lo colloca al sesto posto, a sei punti dalla agognata zona Champions. Atalanta ed Empoli, Genoa e Lazio si sono spartite la posta concludendo senza reti i rispettivi scontri diretti. Fa rumore il colpo in tsaferta del Chievo che va a prendersi tre punti sul campo di un Torino sempre più alla deriva. Svanito l’effetto Immobile la squadra di Ventura ricade vittima di un male oscuro del quale il tecnico si assume la responsabilità. Fruttuosa la trasferta emiliana del Palermo che costringe al pari (2-2) il Sassuolo. Gara intensa e incerta, vantaggio rosanero, doppio gol della squadra di Di Francesco, nuovo pareggio dei rosanero che resistono in dieci uomini (espulso Lazaar) al forcing degli avversari. La bella favola del Sassuolo sta sbiadendo e francamente non si capisce perchè.