Palermo-Genoa 0-0, sfida salvezza senza emozioni. Festeggiano i liguri

di Renzo Parodi
Pubblicato il 23 Febbraio 2013 - 23:20| Aggiornato il 31 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO –  Fra una squadra disperata e tremebonda, il Palermo, che chiude non a caso la classifica della serie A, e un’avversaria in risalita dai bassifondi, il Genoa rivitalizzato da Ballardini, l’esito del confronto diretto fa 0-0 e qualcosa manca al Genoa che alla vittoria è arrivato più vicino del Palermo. Il punto serve al Grifone che si issa a 26 punti (dove trova il Bologna che martedì affronterà in casa la Fiorentina, il match è stato rinviato per neve) mentre il Palermo conserva l’ultimo posto solitario a quota 20. Tre pareggi in tre partite, non si può dire che Malesani sia stato un toccasana.

Nel primo tempo, una palla-gol rossoblù (gran parata di Sorrentino su Borriello) e un rigore plateale negato a Rossi: Baracani, arbitro di porta, ha assistito impassibile al fallo di Garcia sul capitano del Genoa. Del Palermo scarse e incerte tracce. Ha voglia Malesani di rimestare nel pentolino. Gli ingredienti disponibili sono di modestissima qualità. La difesa balla spesso, il centrocampo rumina calcio prevedibile e l’attacco, beh l’attacco semplicemente non esiste. Miccoli, al rientro, vaga come un’ombra stanca, Fabbrini ricama inutili ghirigori e solo Ilicic prova a dare qualche scossone alla baracca.

Il Genoa non è certo uno squadrone, ma gioca rispettando le distanze tra i reparti, la difesa a tre ben coperta dai centrocampisti e davanti Borriello fa reparto da solo (Malesani dixit) e quando Bertolacci col suo sinistro delicato lo innesca per Von Bergen e soci sono dolori.

Nella ripresa il Genoa affronta la gara più convinto di prendersi i tre punti. Per quasi una mezz’ora il tran tran è soporifero e proprio quando la gara sembra avviata al sonnolento epilogo, succede che il pallone per spezzare l’equilibrio capiti sul destro dell’ex Boselli, subentrato a Fabbrini. Il riflesso felino di Frey è eccezionale e la folla del Barbera ricaccia in gola l’urlo del gol. Buon per il Genoa che non avrebbe meritato la beffa. E pollice verso per il Palermo che ha sprecato l’unica occasione per segnare creata in 90’. Il forcing finale rosanero abortisce quando Aronica, già ammonito, rimedia un altro giallo (entrataccia su Borriello). Ballardini, prudentissimo, si è accorto tardi che il Palermo era alle corde e quando glielo dice Borriello, l’unico a credere nella vittoria. Nove punti nelle ultime cinque partite (Balardini è imbattuto) per il Grifone sono comunque un viatico sicuro verso spiagge più tranquille.

A questo punto solo l’intervento di Santa Rosalia potrebbe configurare per il Palermo il miracolo di una salvezza sempre più lontana. Zamparini farebbe bene a riflettere sui propri errori. Numerosi e ripetuti. Nove allenatori cambiati dal 2009 sono una ragione sufficiente per capire dove sta l’errore. Per tacere di campagne acquisti cervellotiche e autolesioniste. Il calcio ha una sua logica e alla lunga non si scappa. Chi sbaglia paga.