Serie A brutta: Inter-Juve, il gioco? Si salvano Napoli e…

di Renzo Parodi
Pubblicato il 21 Settembre 2015 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA
Serie A brutta: Inter-Juve stitiche. Si salvano Napoli e...

Higuain segna alla Lazio (foto Ansa)

ROMA – Mamma mia che brutto calcio mi è toccato ingoiare! Si salvano Napoli (manita alla derelitta Lazio) e Torino (2-0 alla distratta Sampdoria, prima sconfitta in campionato). Sarri forse ha trovato la quadra con due esterni (Callejon e Insigne) al largo di Higuain, tornato il bomber implacabile dei primi tempi napoletani. Se assesta la difesa, O’ Napule farà parlare di sé ai piani alti. Il Torino di Ventura è una bellissima realtà, un mix riuscito di giovani e anziani. Quagliarella il solito cecchino contro le sue ex squadre. Peres il padrone della fascia destra. Zenga rimedia una figuraccia imprevista e la Sampdoria che pure ha 7 punti in classifica resta una misteriosa incompiuta. Tutto il resto è noia.

Inter in testa a punteggio pieno, 1-0 sofferto, soffertissimo ai danni di un Chievo gagliardo e organizzatissimo, che ha imposto ritmi e tempi di gioco alla blasonata avversaria. Fiorentina fa bottino a casa del Carpi che però la tiene in ansia fino all’ultimo, ed è terza. La Roma arranca contro il Sassuolo all’Olimpico, onore a Totti per il suo trecentesimo gol in maglia giallorossa, peccato che l’ex Pupone fosse in fuorigioco di un metro. E la Juve? Espugna Marassi, ma gioca un primo tempo inguardabile e beato Allegri che se la prende con chi parla e scrive di una Juve dimessa e cerca di dare ad intendere di essere soddisfatto della brutta copia della squadra che fu.

Il quadro generale resta desolante. Roberto Mancini,  mio amico d’antan, comprenderà che non me la sento di sciogliere inni alla sua Inter, solida e spietata (un tiro in porta di Icardi e poco più et voilà i tre punti). Ma ricevere una lezione di calcio dal Chievo, con tutto il rispetto per il lavoro dell’ottimo Maran, non è precisamente un viatico verso la gloria. Roberto potrà obiettare che in casa dei ciechi i monocoli sono fortunati. Resta il fato che Kondogbia, arretrato a terzino sinistro per arginare le folate del Chievo, desta una certa sorpresa. E che lasciare il pallino del gioco all’avversario per settanta minuti su novanta non depone a favore della salute della sua squadra. La difesa nerazzurra canta e porta la croce, Handanovic è uno dei tre migliori portieri del campionato e gli tocca dimostralo spesso, ma a centrocampo la beneamata si annaspa e davanti fa fatica a quagliare il duo Jovetic-Icardi, peraltro autore della sua prima rete in campionato..

Non sta meglio, anzi, la Juventus. I tre punti di Marassi escono fuori da una partita bizzarra, dominata dal Genoa per una mezz’ora buona del primo tempo e capovolta in pochi minuti dal gol di Pogba, anzi dalla sfortunata autorete di Lamanna, e dal fallo di Izzo su Cuadrado che ha procurato il secondo giallo al difensore e lasciato il Genoa in dieci uomini. Un Grifone inerme, senza un solo attaccante di ruolo (Pandev è subentrato a frittata ormai cotta) e dunque del tutto innocuo negli ultimi venti metri. Ma capace di far girare palla e schiacciare la Juve in maniera imbarazzante. Insomma la vecchia Signora è tutt’altro che rinata dalle proprie ceneri. E quel Lemina nei panni di Pirlo, ma per favore…

E la Roma? Solita squadra double face. Un’occasione cacciata via. Due volte sotto, pareggio agguantato grazie a Totti – ma nel modo che ho detto – e alla prodezza balistica di Salah. Garcia ha fatto parecchio turn over, il match pareggiato col Barcellona deve averlo convinto a risparmiare le forze. Con questa andatura a strappi, difficile puntare alla vetta della classifica.

L’altra squadra romana, la Lazio, è naufragata senza scusanti a Napoli. Cinque gol subiti sono un’enormità e non vale invocare le fatiche di coppa, anche il Napoli veniva dal turno di Europa League. L’Aquila laziale ha chiuso le ali e sta precipitando in picchiata. Mercoledì contro il Genoa troverà un ambiente infuocato di rabbia all’Olimpico e non potrà sbagliare.

Pollice verso anche per la Fiorentina, seppure salita al terzo posto, con nove punti in saccoccia, frutto di tre vittorie, contro Milan, Genoa e Carpi. Un golletto di Babacar, che già aveva procurato i tre punti col Genoa, le hanno permesso di agguantare la vittoria su un Carpi che, come capita spesso alle neopromosse, paga caro il minimo sbaglio. A livello di gioco, il modesto tran tran di Paulo Sousa non sta pagando affatto sebbene Borja Valero stia tornando ai suoi livelli migliori. L’incidente col Basilea evidentemente non era un incidente.

Per il resto primi tre punti per il Bologna di Delio Rossi (che evita l’esonero) sul volenteroso Frosinone. Pari nel finale tra Atalanta e Verona e brutta sconfitta interna dell’Udinese al cospetto di un Empoli che ha ribaltato lo svantaggio iniziale prodotto dal gol di Zapata e sembra tornato la macchina implacabile che fece la fortuna di Sarri. Bravo Giampaolo che si è avviato umilmente e saggiamente lungo lo stesso solco del predecessore.