Serie A: calciomercato cambia classifica. Fiorentina e Sampdoria ko. Milan anche

di Renzo Parodi
Pubblicato il 7 Gennaio 2015 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA
Serie A, il punto: calciomercato cambia classifica. Fiorentina e Sampdoria ko

Il gol di Astori in Udinese-Roma (foto Ansa)

ROMA – Serie A, il punto della diciassettesima giornata di campionato. “Fosse per me i nuovi acquisti lo presenterei al raduno estivo della squadra”: Era uno dei memorabilia di Paolo Mantovani che sul calciomercato non concedeva alla stampa e quindi al pubblico neppure le briciole. Consapevole dell’effetto destabilizzante delle trattative sulla squadra e sull’ambiente dei tifosi.

Ecco, la sessione invernale 2015 ha già dimostrato l’assioma. La Fiorentina, scossa, dal caso Neto, è affondata a Parma contro una squadra data già per spacciata. La Sampdoria – presa in mezzo dall’addio di Gabbadini e dall’attesa prolungata per Muriel – ne ha buscati tre a Roma contro la Lazio che si è insediata al terzo posto assieme al Napoli, facile vincitore di un Cesena in disarmo. Il Genoa, perduto Pinilla finora senza sostituzioni (Ferreyra resta in stand by) ha affannosamente recuperato il doppio svantaggio contro l’Atalanta. Quanto al Milan ha bagnato l’esordio di Cerci inchinandosi ad un Sassuolo sempre più gagliardo e convinto di sé (spettacolare il gol del 2-1 di Zaza). Sale di prepotenza anche il Palermo, che ha fatto a pezzi il Cagliari del povero Zola, al quale si chiede l’impresa di ricompattare una squadra sghemba e demotivata. Poco meno di un miracolo.

Insomma la classifica di fine 2014 è destinata a cambiare anche e soprattutto in virtù dei movimenti di mercato. Al momento, ad occhio il primo balzo l’hanno fatto Napoli e Inter, rispettivamente con Gabbiadini e Strjnic e Podolski. Ma se arriveranno anche Shaqiri, Sneijder e qualche altro pezzo da novanta, le gerarchie andranno riscritte.

In testa la coppia Juventus-Roma ha visto nuovamente ridursi l’elastico che ora le separa di appena un punto. Madama non può avere troppi rimpianti: l’Inter di Mancini, in soggezione per tutto il primo tempo, ha prodotto un ritorno da grande squadra e nel finale ha addirittura rischiato di vincere. La mano di Roberto comincia a vedersi in una squadra finalmente quadrata, logica, che sfrutta tutte le sue non trascurabili doti tecniche. Icardi mi ricorda Inzaghi, tocca tre palloni a partita e male che vada segna un gol. La Juve, dicevo, nel primo tempo avrebbe potuto assestare alla Beneamata dei milanesi il colpo del ko. Alla lunga si è disunita denunciando la non perfetta condizione fisica di qualcuno (Vidal su tutti) e quindi il rapinoso vantaggio iniziale di Tevez non è stato sufficiente per portare a casa i tre punti. Domenica va in scena Napoli-Juventus e lì i ragazzi di Allegri misureranno il proprio stato di salute al cospetto di un’avversaria che sta riassestandosi e potrebbe perfino dare noia alle regine. Alltro match di cartello e di classifica, il derby di Roma, Chi lo vince, parte nello spazio. Chi lo perde, rinfodera le ambizioni massime.

La Roma non ha affatto incantato a Udine e deve ad una contestata decisione dall’arbitro Guida la vittoria che la riporta a ridosso della Juve. Non discuto nel merito (persino alla moviola è difficile decifrare se il pallone ha superato o no la fatale linea bianca di porta). Ma eccepisco sul metodo. Se l’Italia – fra le pochissime federazioni – ha scelto gli arbitri di porta, logica vuole che l’arbitro centrale si affidi a loro per quanto riguarda la valutazione del gol-non gol. Visto che a dispetto delle promesse di Tavecchio ancora non si parla seriamente di installare l’0hakw eye, l’occhio di falco che nel tennis, per dire, risolve ogni controversia. L’addizionale Maresca ha chiaramente indicato a Guida che per lui – piazzato giusto accanto al palo di Karnezis – non era gol, eppure l’arbitro campano ha deciso per il sì, nonostante si trovasse a venti metri dal pollone, in posizione del tutto inidonea a giudicare. Ha ragione Stramaccioni, se ci sono (e costano anche cari. Un milione e mezzo a stagione) gli arbitri addizionali devono poter lavorare. Altrimenti togliamoli di mezzo. Garcia si è molto compiaciuto della decisione di Guida, interrompendo le geremiadi con le quali ci assilla dal famoso Juve-Roma dei tre calci di rigore. Si vede che ora i fischietti gli appaiono buoni e giusti.