Serie A. Juve, troppo facile. Caos Roma, Napoli ormai lì. Samp-Genoa, che derby

di Renzo Parodi
Pubblicato il 25 Febbraio 2015 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Serie A. Juve, troppo facile. Caos Roma, Napoli ormai lì. Samp-Genoa, che derby

Mihajlovic prova ad aggredire Regini alla fine del derby (foto Lapresse)

ROMA – Madama non brilla, ma procede con la calma certezza di certi galeoni spagnoli del XVI secolo carichi d’oro e di spezie che veleggiavano dal Nuovo Mondo verso la Madrepatria. Nessun pirata all’orizzonte, la ciurma di Garcia è in piena bagarre, a bordo si consumano – mi dicono fonti romane – risse e ripicche. Il comandante francese non è più sulla cresta dell’onda, i tifosi minacciano rivolte e per fortuna il buon Sabatini, da saggio governatore qual è, ha ammesso gli errori di mercato (Doumbia e Ibarbo, tra gli altri) e invitato i suoi a guardare in faccia la realtà dei fatti. La parola scudetto, tanto cara a Garcia, è bandita. Il passaggio nella trappola di Rotterdam (timori forti per incidenti di rappresaglia dopo il sacco di Roma da parte dei fans del Feyenoord) dirà se la malattia è in via di risoluzione o se è destinata ad aggravarsi. Per la Juve tutto quasi facile in Champions, domato il Borussia grazie alla ditta Tevez & Morata, ma attenti ad illudersi di aver già passato il turno. I tedeschi non sono mai morti.

Fuor di metafora, la Juventus ha già guadagnato nove punti di vantaggio sulla seconda (la Roma, appunto) e si avvia a conquistare lo scudetto per manifesta superiorità sulle presunte rivali. Non è lo squadrone famelico di Conte, Pirlo ha un anno in più sul groppone e si sente, ma basta e avanza per tenere in rispetto una concorrenza sfrangiata e avvilita, parlo delle Roma, incagliata a Verona sul sesto pareggio in sette gare, perché il Napoli rinviene di rincorsa ed è già a tre punti dalla Lupa sdentata e malferma sulle gambe. Piano piano, Benitez ha trovato la quadratura del cerchio azzurro e l’arrivo di Gabbiadini gli ha offerto la chiave per variare ancor di più la proposta in attacco. Se la difesa si assesta, la corsa sulla Roma diventa più che plausibile.

Gran trepestio alle spalle delle tre regine, in zona Europa si staccano Lazio e Fiorentina sulle genovesi che hanno pareggiato un derby tra i più belli che mi sia capitato di osservare in quarant’anni di carriera giornalistica. Onore e merito ai due tecnici per il coraggio e la voglia di vincere iniettata nelle rispettive squadre, ma anche una bella tirata d’orecchi ad entrambi. Se vuole allenare una grande ( e lo vuole, eccome), Mihajlovic dovrà imparare a resistere all’impulso insano che lo ha scaraventato in campo, al fischio finale dell’ottimo Rocchi, per punire coram populo lo sciagurato Regini, che aveva quasi regalato il gol-vittoria al Genoa. Certe cose non si fanno, caro Sinisa. Mai e per nessun motivo. Boskov, citato come maestro e ispiratore, ne sarebbe agghiacciato. A Gasperini, soprannominato Piangerini dai tifosi blucerchiati, vorrei dire che dovrebbe imparare a godersi il bicchiere più che mezzo pieno del suo bel Genoa anziché lamentarsi costantemente con arbitro, assistenti, quarto uomo come ha fatto nel derby. Per poi rammaricarsi della vittoria sfuggita ma a parer suo meritata. Avrà notato il tecnico che la Sampdoria non ha detto mezza parola sul possibile fuorigioco di Niang (millimetrico, peraltro) che ha propiziato il gol di Iago Falque. Mentre il suo stillicidio da prefica sul fuorigioco di Gabbiadini nel derby di andata (smentito dal regolamento) ci ha accompagnato fino al derby di ritorno. Allegri, gente. Sampdoria e Genoa non sono mai state meglio dai tempi di Boskov e Bagnoli, perché guastarsi il sangue?

Le milanesi sono in rimonta ma è presto per sciogliere peana. Il Milan ha avuto ragione del modestissimo Cesena, l’Inter ha ritrovato Kovacic e il solito implacabile Icardi (vale 40 miliardi, Thohir è tentato…) per piegare il Cagliari. Segnali di ripresa, soprattutto nerazzurri, ma i problemi restano tutti o quasi sul tappeto. In zona salvezza, mi piace segnalare l’exploit dell’Empoli che ha schiantato il Chievo. Si parla troppo poco della squadra dell’ottimo Sarri che impartisce lezioni di bel calcio a piccoli e grandi.

Il caso-Parma è emblematico di come sono condotte le cose nel calcio italico. Risulterebbe che la Figc fosse al corrente della disastrata condizione economica del club, allora di proprietà di Ghirardi, fin dall’aprile 2014. Ma non ha fatto nulla. Tutto si tiene, dicono i francesi,. Onore ai giocatori che non mollano e difendono la bandiera oltre che se stessi. Spero che Federazione e Lega si acconcino a garantire le spese correnti per permettere al Parma di concludere il campionato in relativa tranquillità, scongiurando il rischio di un risultato finale taroccato del torneo un dì il più bello del mondo. Parlo del secolo scorso naturalmente…