Aborto, legge 194 scaccia aborti. Ma i medici obiettori boicottano

di Riccardo Galli
Pubblicato il 13 Novembre 2013 - 15:44 OLTRE 6 MESI FA

abortoROMA – Numero totale di aborti dimezzato rispetto a quando la legge 194 fu introdotta, tasso di abortività tra i più bassi del mondo e minorenni che restano incinte meno che in qualsiasi altro paese. A 35 anni dal varo della legge sull’interruzione della gravidanza il bilancio di questa è più che positivo. Una legge che ha funzionato e che continua a funzionare dunque ma che, nonostante questo, diventa periodicamente obiettivo di chi vorrebbe cambiarla.

Su La Stampa di oggi appare il primo capitolo di una lunga inchiesta, firmata da Mirella Gramaglia, sulla legge 194. Trentacinque anni sono passati da quando fu introdotta nel maggio del 1978. “Metà di una vita”, come scrive la Gramaglia, tre decenni e mezzo in cui si sono succeduti Papi e governi, in cui il mondo è cambiato, l’Unione Sovietica si è dissolta, la lira è scomparsa sostituita dall’euro, il muro di Berlino caduto e l’Italia ha vinto due mondiali di calcio. Metà di una vita che la 194 però non dimostra rivelandosi, ancora oggi, una buona, anzi ottima legge.

Al netto dei giudizi etici e senza voler entrare nel merito delle ragioni degli antiabortisti, sono i numeri a promuovere la legge in questione. Nel 2012 si è raggiunto il minimo storico per l’Italia in quanto ad aborti: 105 mila 968, meno 4.9% rispetto al 2011 e meno 54.9% in confronto al lontano ’78. All’inizio degli anni ’80 infatti, quando la legge sull’aborto era una novità, le interruzioni di gravidanza registrate arrivarono a toccare quota 240 mila.

Ma non è questo l’unico dato a certificare la bontà della 194. In Italia si registra infatti il tasso di abortività fra le minorenni più basso del mondo sviluppato, 4.5 per mille, e uno dei più bassi in assoluto fra le donne di tutte le età, 9.4 per mille. Alcuni confronti aiutano a rendere l’importanza del dato: in Russia il tasso di abortività è al 40.5 per mille, negli Usa al 19.6, in Francia e in Inghilterra al 17.5 e in Spagna al 12.4. Tra le under 20 le cose vanno anche meglio: in Italia 6 donne su mille sotto i 20 anni ricorrono ogni anno all’aborto, in Spagna 14, in Francia 15, negli Usa e in Svezia 20.

L’educazione, l’istruzione, la consapevolezza delle donne, concetti richiamati dalla 194, alla base del calo degli aborti che, non a caso, incidono in misura minore tra le “fette” più istruite della popolazione. In altre parole le donne laureate ricorrono all’interruzione di gravidanza meno di quanto facciano quelle che hanno solo la licenza media. E poi, al contrario di quanto sostenuto dai detrattori di oggi e soprattutto di ieri della legge, non ha questa minato la struttura della famiglia che anzi, come rilevano gli stessi medici, oggi è sempre presente al fianco delle ragazze che decidono di ricorrere all’aborto.

Nonostante tutto questo però esistono, intorno alla 194, delle ombre. Intorno e non dentro perché, caso forse più unico che raro nella storia del nostro Paese, sembra questa legge essere una quelle fatte davvero bene. Persino meglio di quanto non sia applicata. Ad esempio il testo della 194 prevederebbe l’istituzione di un consultorio ogni 20 mila abitanti ma, ad oggi, ne esiste uno circa ogni 100 mila. Torniamo però alle ombre, rappresentate per lo più dai medici obiettori e dalle difficoltà imposte, spesso in modo artificioso, all’introduzione della cosiddetta pillola abortiva.

I medici obiettori sono oggi due su tre e, in alcune zone dell’Italia, raggiungono il 90% del totale rendendo l’aborto quasi impossibile o comunque un calvario per quelle donne che sono costrette a peregrinare da un ospedale all’altro in cerca di un medico che possa assicurare loro quello che sarebbe un diritto. Non è certo questo un luogo per dibattere sulla correttezza della possibilità di non ottemperare ad una legge dello Stato da parte di quelli che sono, nella sostanza, dei dipendenti pubblici. Ma anche senza avventurarsi in questa questione l’incidenza degli obiettori, incredibilmente alta, e senza volerne analizzare le ragioni che ogni tanto sono d’opportunità più che di coscienza, basta il numero per comprendere come questi rappresentino un ostacolo all’applicazione della legge fornendo, certo involontariamente, pazienti per il mercato clandestino degli aborti che ancora sopravvive.

Tra le ombre poi la Ru486, la pillola abortiva, o meglio il polverone alzato intorno a questa. Sull’utilizzo della pillola in questione di recente, esattamente come 35 anni fa, si sono scagliati in molti con ragioni ricalcate su quelle del passato: rende l’aborto troppo facile, allontanerà i figli dalle famiglie eccetera. E così l’introduzione della pillola abortiva è stata travagliata e, ancora oggi, è complesso ricorrervi.