Berlusconi bullo con la Gruber, vittima con Vespa, star show con Santoro

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Gennaio 2013 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi ospite di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo” (LaPresse)

ROMA – Spesso bullo, sovente nei panni della vittima e quasi sempre prepotente ma anche, sempre più nelle ultime uscite, misogino e incontinente nella sua stizza anti femmine. Così appare Silvio Berlusconi, così si è presentato su La7 a Lilli Gruber e così sarà stasera da Bruno Vespa. Dal momento che ama ripetersi e ripetersi poi ancora si può scommettere che non mancherà di ripetere che la causa di divorzio gliela hanno fatta perdere tre “giudichesse femministe e comuniste”. Difficile invece che Berlusconi replichi con Vespa quel “le consiglio un otorino lei non ascolta quello che dico” rivolto alla Gruber e non c’è bisogno di spiegare perché con Vespa non ci sarà bisogno, occasione di rimbrotti berlusconiani. Giovedì, quando sarà ospite di Michele Santoro in un’uscita in cui i due faranno a gara per accaparrarsi la palma di star della serata, il prepotente, la vittima e il cafone saranno le tre incarnazioni di Silvio. Alla Gruber ha dato una sola e unica notizia: farà ricorso contro la sentenza che stabilisce l’importo dell’assegno che deve corrispondere alla sua ex moglie. E’ stato l’unico momento teso e partecipato della mezz’ora e passa di Berlusconi, a conferma che per lui la “roba”, insomma i soldi, sono tutto e non c’è altra politica fuori di quelli.

Seduto su due cuscini a causa dell’intramontabile complesso d’inferiorità che l’accompagna (anche se ad onor del vero vedendo le foto i cuscini erano assai sottili), ha dato Berlusconi nella puntata di Ottoemezzo un’ennesima rappresentazione della sua personalità. E’ stato prepotente ma a suo agio nei panni della vittima. Nulla di cui stupirsi sin qui, è in fondo questo il suo marchio di fabbrica o comunque il suo modus operandi. Quello che di nuovo emerge è la tendenza del Cavaliere a ripetersi. Ripetersi non per affermare un concetto, non per far valere le proprie ragioni ma perché, almeno in apparenza, delle proprie ragioni si è un po’ persa la memoria. Capita a molti, se non a tutti, di perdere qualche colpo prima o poi. Per la serie “ti ho già detto che…”. Capita, ma se capita all’ex premier e forse futuro candidato premier merita di esser notato.

Cafone con la Gruber quando ha detto: “Vedo che non sente quello che dico, le darò il numero del mio otorino-laringoiatra”. Cafone quando lamentandosi della padrona di casa ha sentenziato: “Il suo modo di fare tv non è obiettivo, ha usato il tempo solo per gli attacchi, non credo che giovi al suo ascolto e alla considerazione che di lei possono avere i telespettatori”. Cafone in un modo così sfacciato che non serve certo esser Monsignor Della Casa per notarlo ma cafonaggine che, in fondo, non stupisce. E poi prepotente, prepotente quando ha in qualche modo preteso gli auguri per esser diventato nonno per l’ennesima volta. A nessuno per carità si nega un augurio come certamente sarà per il Cavaliere un’immensa gioia l’arrivo di un nipotino ma, la domanda rimane inevasa, agli italiani interessa qualcosa della “nonnità” Berlusconiana. Ovviamente no, almeno in una trasmissione d’approfondimento politico. Ma l’ego del Cavaliere è noto, e non sono le superfetazioni di questo a rendere una sua uscita tv più appetibile di un’altra.

Accanto a queste due caratteristiche storiche, che tra l’altro tutti gli italiani potranno con ogni probabilità apprezzare nella loro massima manifestazione nel prossimo appuntamento da Santoro, ce n’è poi un’altra, altrettanto abituale, che troverà spazio anche questa sera su Rai1: il fare la parte della vittima. La litania del “mi fa solo domande negative, questi sono attacchi belli e buoni e lei tralascia le cose da me fatte” non servirà da Vespa. Niente vittima del conduttore a Porta a Porta, ma pur sempre vittima. Vittima quasi certamente anche questa sera delle “tre giudichesse femministe e comuniste” che gli hanno appioppato un conto da, dice lui, “200 mila euro al giorno. È una cosa che sta nella realtà: 36 milioni con un arretrato di 76 milioni. Questi sono i giudici di Milano che mi perseguitano dal ’94”. Tre giudichesse femministe e comuniste, della genia femminile per intenderci alla Rosy Bindi e non alla Maristelle Polanco.  Il Cavaliere questo non l’ha detto e probabilmente, almeno in tv, non lo dirà mai. Quello che ha invece detto alla Gruber e contro le tre arpie è che contro la sentenza farà ricorso, nonostante con Veronica Lario, l’ormai ex moglie, sia “in rapporti di civilissimi”. Non abbastanza civili però da evitare il ricorso ai giudici. Ma questo, evidentemente, appartiene al Berlusconi smemorato.