Equitalia 2014 non riscuote più, manda solo 100 milioni di lettere

di Riccardo Galli
Pubblicato il 5 Dicembre 2013 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

equitaliaROMA – Nel 2014 Equitalia non riscuote. Bussa alla porta ma senza denti. Un regalo, anticipato e inaspettato, sta spuntando sotto l’albero degli italiani: un piccolo emendamento alla legge di stabilità che, di fatto, bloccherà per metà e forse tutto il 2014 la riscossione dell’agenzia più odiata d’Italia. Equitalia infatti, almeno sino al 30 giugno prossimo, sarà impegnata ad adempiere l’obbligo appena introdotto di scrivere a circa 100 milioni di italiani in debito per proporre loro un accordo di mini sanatoria e, di conseguenza, sino a che non saranno scaduti i termini per la risposta, il 30 giugno 2014, non si potrà riscuotere nemmeno un centesimo.

Stabilisce l’articolo inserito nel maxiemendamento che ha sostituito la legge di stabilità che, Equitalia, ha l’obbligo di inviare a tutti i soggetti con ruoli aperti una lettera, via posta ordinaria, per proporre una dichiarazione di adesione ad un mini condono. Mini perché, ad esempio, su un debito di 1000 euro si risparmierebbero circa 5 euro, venendo cancellati i costi di notifica. Data indicata per l’invio delle missive il 30 maggio 2014. A questo punto gli italiani che avranno ricevuto la lettera avranno altri 30 giorni per rispondere, cioè sino al 30 giugno, e se vorranno aderire alla minisanatoria dovranno versare il 50% di quanto dovuto.

E’ lecito immaginare che in pochi aderiranno, vista l’esiguità del risparmio proposto. Ma la conseguenza più immediata e ovvia del mini condono sarà il blocco totale della riscossione. Impensabile infatti che Equitalia possa bussare alla porta di chi, almeno sino al 30 giugno, ha la possibilità di ridefinire la sua posizione. Vista in quest’ottica, più che una minisanatoria, la novità appare come una sostanziosa dilazione, 6 mesi almeno, senza tenere conto di eventuali tempi di “riattivazione” della macchina riscossoria.

Prendendo poi i dati che fornisce il Sole24Ore si può tentare di fare una stima del lavoro postale che attende Equitalia e del monte dei crediti che il fisco vanta, o forse sarebbe meglio dire vanterebbe. Dice il quotidiano di Confindustria che in 13 anni, dal 2000 al 2013, Equitalia ha inviato circa 170 milioni di lettere per altrettanti “casi” aperti. Di queste, solo un terzo è stato risolto, quindi circa 65 milioni. Di conseguenza rimangono aperte, a spanne, un centinaio di milioni di posizioni. Che in altre parole significa che, da gennaio, Equitalia sarà impegnata, in teoria, a produrre 100 milioni di lettere.

In cifre, sempre il Sole24Ore, ricorda che i crediti dello Stato ancora in essere ammontano a più o meno 807 miliardi di euro. Di questi poco meno di 70 sono stati incassati, un altro centinaio sono in capo a soggetti falliti e che quindi non pagheranno mentre, esigibili, sono circa 545.

Inoltre, nell’ultimo periodo, la riscossione in Italia è andata in generale calando, complici probabilmente diversi fattori. Tra questi certamente la crisi che ha reso più difficile se non impossibile per alcuni pagare e l’alleggerimento della pressione che la politica ha messo su questo fronte. Intanto, siccome per pagare e per morire c’è sempre tempo, niente più esattori alla porta per almeno 6 mesi. E poi si vedrà…