Franza o Spagna, ovunque se magna: il ministro evasore e l’Infanta indagata

di Riccardo Galli
Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 16:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Franza o Spagna, purché se magna“. Torna attuale, grazie alla cronaca di questi giorni, un modo di dire vecchio di circa cinquecento anni. Due le vicende che arrivano, una da Parigi e l’altra da Madrid. E che il vecchio adagio lo modificano e attualizzano in “Franza o Spagna, ovunque se magna”.

La prima, quella in salsa francese, riguarda l’ormai ex ministro del Bilancio Jerome Cahuzac, “beccato” con il conto in Svizzera e soprattutto beccato a negare, giurare più e più volte di averlo mai avuto. Non solo, il conto in Svizzera sembra essere il bandolo di una matassa di protezioni e omissioni, in Italia diremmo di casta, sia a destra che a sinistra. Ne va della credibilità del governo socialista di Hollande, ma anche di tutto il ceto politico francese

Mentre la seconda, che arriva per esser precisi da Barcellona, residenza dell’Infanta di Spagna, riguarda proprio la figlia di re Juan Carlos, lei e il suo sportivo marito. La coppia, a detta dei giudici che a breve interrogheranno la sorella di Felipe, Cristina, si sarebbe appropriata della bellezza di 20 milioni di euro falsificando e gonfiando fatture. Colpevole primo e non principe sarebbe il marito dell’Infanta ma la vicenda sta trascinando giù l’immagine e forse anche il futuro di tutta la casa reale spagnola, forse della stessa monarchia spagnola.

Era il XVI secolo quando la Francia intraprese una lunga guerra con l’Impero, allora legato alla corona spagnola, e teatro degli scontri fu principalmente l’Italia. Un’Italia che era divisa in tanti piccoli stati, principati, ducati e simili. Piccole realtà che, a seconda della convenienza, si alleavano di volta in volta con l’uno o l’altro dei contendenti. Da qui il detto “Franza o Spagna, purché se magna”. Ma se una volta erano i nostri antenati a dover mangiare, oggi è il soggetto capovolto e sembra la voglia di mangiare aver conquistato l’allora invasore.

Oltralpe lo scandalo che ha coinvolto quello che era il ministro del bilancio fa ora tremare tutto il governo di Francoise Hollande. Tanto che lo stesso presidente ha definito la vicenda “uno shock” ed ha annunciato un giro di vite per mantenere la promessa fatta in campagna elettorale, ed ora franata, di un governo “irreprensibile”. L’ammissione da parte dell’ex ministro del Bilancio Jérôme Cahuzac di avere un conto estero non dichiarato – aperto in Svizzera e poi trasferito a Singapore – dopo aver ripetutamente negato, e quindi mentito, davanti al presidente, al capo del Governo, al Parlamento, è comunque “uno shock” del quale sarà molto difficile dimenticarsi. Tanto più quando a essere accusato di frode fiscale e di riciclaggio di denaro di provenienza sospetta è il ministro dei 20 miliardi di tasse e della lotta all’evasione fiscale.

Prima di partire per una visita in Marocco, Hollande ha sottolineato “lo stupore e la collera” nei confronti di un ministro che “ha commesso un oltraggio alla Repubblica”. Ed ha assicurato che Cahuzac “non ha goduto di alcuna protezione” e che sulla vicenda “sarà fatta piena luce”. Ha poi annunciato tre provvedimenti per cercare di ripulire l’immagine del governo macchiata: la riforma del Consiglio superiore della magistratura per rafforzarne l’indipendenza; l’obbligo per ministri e parlamentari di comunicare tutte le informazioni sulla loro situazione patrimoniale; l’esclusione a vita da qualsiasi incarico pubblico per gli eletti che sono stati condannati per frode fiscale o corruzione. Ma anche se la vicenda non porterà, come chiede la destra di Marine Le Pen, alla caduta del governo socialista, certo è che l’immagine dell’esecutivo è forse irrimediabilmente macchiata. Come sottolinea Le Monde infatti, nella migliore delle ipotesi, il presidente è stato un ingenuo fidandosi delle rassicurazioni fornite dal suo ministro, senza nessuna verifica e/o approfondimento. Mentre nella peggiore, sapeva anche Hollande ed ha taciuto.

Diversa la storia al di là dei Pirenei, anche se il soggetto e il motore dello scandalo sono, come quasi sempre, i soldi. Protagonisti della vicenda in questo caso non membri di governo, ma direttamente della casa reale. L’infanta Cristina è infatti stata convocata dai giudici per la fine di questo mese, per essere ascoltata in merito alla vicenda “Noos”, società intestata proprio all’Infanta e a suo marito Inaki Urdangarin. L’ex atleta conosciuto alle olimpiadi di Atlanta 1996 è accusato di essersi appropriato di 20 milioni di euro, frutto di fatture false e gonfiate nell’organizzazione di eventi e convegni in giro per il mondo e di aver, con questi, comprato ad esempio il palazzo di Barcellona dove vive la figlia di Juan Carlos. Nonostante Urdangarin abbia nelle prime testimonianze cercato di tenere fuori la moglie dalle responsabilità, secondo i giudici l’Infanta non poteva non sapere, essendo socia al 50%, conoscendo i bilanci ed avendo fatto pesare il suo peso di figlia del re. Nessun governo che rischia di cadere in questo caso, ma un trono che rischia di saltare. “Franza o Spagna, ovunque se magna”.