Imprenditori “Padroni per Grillo”: post voto fioriscon simpatie

di Riccardo Galli
Pubblicato il 1 Marzo 2013 - 15:04| Aggiornato il 19 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dai “Marxisti per Tabacci” ai “Padroni per Grillo”. Lo spunto lessicale è di Dario Di Vico sul Corriere della Sera e la cronaca è quella degli ultimi, sicuramente inattesi e forse sospetti perché sfacciatamente postumi, endorsement a favore di Beppe Grillo e dei 5 Stelle. Il più “rumoroso” è senza ombra di smentita quello del patron di Luxottica Del Vecchio, unico imprenditore “celebre” ma non unico imprenditore a sposare ora la causa dei grillini. Folgorazione sulla via di Damasco per i “padroni” che scoprono e benedicono la politica grillina o il classico salto sul carro del vincitore non è dato saperlo. Quello che è certo è che diversi padroni, pardon imprenditori, stanno salutando il vecchio e sicuro porto rappresentato dal Pdl per dirigersi verso le acque agitate ma pescose del Movimento 5 Stelle.

Stila Di Vico sul Corriere della Sera un elenco dei cosiddetti padroni novelli grillini. Alcuni, ad onor del vero, avevano manifestato il loro appoggio ai 5 Stelle prima del clamoroso successo elettorale. Primo fra tutti Giovanni Consorte, l’ex capo di Unipol, unico “padrone”, si fa per dire, ad aver firmato per la presentazione delle liste elettorali di Grillo e che, all’indomani delle votazioni, ha commentato: “Vincono perché si occupano di problemi veri a cui i partiti tradizionali non hanno mai dato risposte chiare e definitive — ha dichiarato — Poi alcune problematiche sono condivisibili, altre meno, ma sono tutte molto definite”.

In testa e in prima fila tra i novelli sostenitori di Grillo & co. Anche Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica. Uno che, come scrive Di Vico, risiede a Montecarlo per “motivi di opportunità fiscale”, ma anche un imprenditore che, oltre ad aver creato un impero da 7 miliardi di euro di fatturato, è anche il “padrone illuminato” che in Italia ha se non inventato almeno introdotto il welfare aziendale. Ma soprattutto è Del Vecchio un ex berlusconiano, non di quelli di ferro per carità, mai ha militato attivamente ma la sua contiguità col Pdl era cosa nota. Basti come esempio la familiarità che l’ex onorevole pidiellino Maurizio Paniz ha con la casa di Del Vecchio. “Non credo che Grillo sia più stupido di quelli che abbiamo avuto fino adesso”, ha detto Del Vecchio e comunque “questo modo di ragionare sulle idee non mi dispiace”. La situazione “non la vedo poi così male perché ho molta fiducia nei giovani. Si ringiovanisce un po’ chi ci comanda”.

Capolista dei “Padroni per Grillo” ma non solo, come detto, Del Vecchio. A fargli compagnia il vicentino Francesco Biasion, titolare della Bifrangi, un’azienda di assoluto valore mondiale nello stampaggio a caldo. Anche lui passato dalla simpatia Pdl alla considerazione per Grillo perché “le aziende oggi sono in mano alla burocrazia e ai sindacati”. Ma se sono in pochi a fare pubblica annunciazione della loro neonata stima grillina, molti sono invece quelli che visti i risultati, si stanno facendo per così dire una ragione di quanto accaduto. Stanno cioè cercando e trovando gli aspetti positivi dell’affermazione grillina.

Spiega Andrea Bolla, presidente di Verona e vice della Confindustria nazionale: “Inizialmente abbiamo subito un certo smarrimento. Un cambio così drastico e il rischio dell’ingovernabilità ci hanno messo paura. E personalmente ancora ho timore. Ma diversi colleghi adesso stanno iniziando a pensare che da Grillo possa venire una spallata netta alla burocrazia e ai costi della politica. Riforme sacrosante”. Stessa filosofia per il padovano Enrico Carraro, vice presidente di Confindustria Veneto: “Non ho votato Grillo ma capisco chi ha preferito lui a Berlusconi. E tra i nuovi eletti ho visto persone emozionate e per bene”. E poi Franco Moscetti, amministratore delegato di Amplifon, che nei suoi tweet non ha mai sottovalutato Grillo anche in tempi non sospetti: “È un comico? Beh, anche Reagan era un attoricchio. E comunque la si pensi come si vuole — sintetizza — ma Grillo e i suoi stanno anticipando il futuro. L’elezione del presidente della Repubblica via Internet arriverà certamente. Loro hanno capito il valore/potere delle nuove tecnologie e sono proiettati nel futuro mentre i partiti tradizionali si beano di riti e liturgie del passato”.

Che del buono ci sia tra le proposte di Grillo è certamente vero, come è altrettanto vero che la tentazione di salire ex post sul carro dei vincitori sia forte. Sospetto che il finanziere Francesco Micheli fa suo: “Un certo spirito ad agganciarsi al carro di chi prevale può prender corpo, non sarebbe certo la prima volta”.