Lavoro da casa, agile, da web a stampanti 3D: arriva legge

di Riccardo Galli
Pubblicato il 26 Ottobre 2015 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Lavoro agile: novità con la legge di Stabilità

Lavoro agile: novità con la legge di Stabilità

ROMA – Pronti, via. Ancora una volta verrebbe da aggiungere. Stiamo parlando del lavoro da casa o, come viene definito ora, il lavoro ‘agile’ che, complice il progresso tecnologico che comincia con internet ed arriva alle stampanti 3D, torna ad essere al centro delle cronache ed oggetto concreto degli interessi del governo.

“Il lavoro agile diventerà legge – scrive Dario Di Vico sul Corriere della Sera – (…) Sarà regolato da 9 articoli contenuti nel disegno di legge collegato alla legge di Stabilità predisposto dal professor Maurizio Del Conte per conto del governo. Agile è definita la prestazione effettuata da lavoratori dipendenti, e non da partite Iva, fuori dei locali aziendali e oggi per 3/4 dei casi vuol dire da casa, anche se crescono le imprese che si collegano con hub o coworking esterni”.

La novità vera, come si dice in questi casi, è proprio la volontà del governo di regolare nuovamente la materia e di farlo in stretta relazione con la legge di stabilità in discussione in questi giorni. Cosa che rende plausibile e persino probabile che le nuove norme non rimangano nell’alveo delle buone intenzioni. Quali sono le novità però rispetto a quello che oggi gli italiani conoscono come il tele- lavoro, e cioè, nelle pratica, una sorta di salvezza in extremis dal licenziamento o, al massimo, come una marginalizzazione del lavoratore che poco ha da dare in azienda e poco interesse ha nel darlo, val la pena vederle.

A partite dallo scopo del lavoro agile che viene definito nero su bianco nell’articolo 1 del ddl: “Incrementare la produttività e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. E poi i requisiti base che sono l’esecuzione della prestazione fuori dai luoghi aziendali (ovviamente), ma svolta anche solo in parte: ad esempio un giorno a settimana. E la tecnologia che offre, in verità non da oggi ma oggi viene sfruttata, la possibilità di usare strumenti in grado di far svolgere il lavoro in remoto senza una postazione fissa anche fuori dai locali aziendali.

E su questo punto si può pensare alla Rete, quella con la ‘R’ maiuscola, che consente di vedersi, parlarsi tra colleghi potenzialmente sparsi in ogni angolo o quasi del pianeta. Per arrivare sino alla stampa 3D che consente di condividere in luoghi lontani non solo parole ed immagini, ma anche oggetti a costi relativamente bassi, specie se confrontati con quelli di mantenimento di un luogo fisico del lavoro. Il principio affermato dal ddl è la volontarietà a sua volta regolata da un accordo scritto fra le parti, nel quale siano definiti modalità e utilizzo dei device tecnologici. L’intesa deve poi indicare anche le fasce orarie di riposo mentre il lavoro agile può essere a tempo determinato o indeterminato, ma si può recedere solo per giusta causa o con un preavviso non inferiore ai 30 giorni.

Per quanto riguarda la retribuzione, il trattamento economico e normativo non deve essere inferiore a quello degli altri addetti che operano in azienda ed i controlli del datore di lavoro devono restare nell’ambito dell’accordo individuale o nel rispetto della legge sui controlli a distanza. In materia di sicurezza sul lavoro infine, il ddl copre sia gli infortuni occorsi lavorando fuori azienda sia quelli avvenuti durante il normale percorso di andate e ritorno ad esempio dal luogo di abitazione al coworking. La norma prevede che siano riconosciuti anche gli incentivi fiscali e contributivi che la Stabilità prevede per la contrattazione di secondo livello. I contratti collettivi possono integrare le norme di legge. E questa potrebbe essere la chiave per rendere appetibile la novità anche ad aziende che si sono mostrate sino ad ora sostanzialmente sorde al tema.