Libri, sconto fiscale farsa: 2 euro a famiglia. La prova: 50 milioni e poi stop

di Riccardo Galli
Pubblicato il 19 Dicembre 2013 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA

libriROMA – Il governo ha introdotto la possibilità di detrarre il 19% di quanto speso per l’acquisto dei libri e, per il provvedimento, ha stanzieto 50 milioni di euro. E finiti questi cinquanta milioni, cosa accadrà? Accadrà che si potrà detrarre, ma non ci saranno fondi per coprire e quindi in sostanza la detrazione svanirà. Succede spesso con le misure di questo tipo ma in questo caso è sicuro che accadrà perché la cifra stanziata è ridicolamente bassa. Una svista o un provvedimento stile specchietto per le allodole? Un vorrei ma non posso, una sorta di atto d’indirizzo o una furbata di marketing politico?

Come che sia, resta il fatto che Letta ha incassato le congratulazioni praticamente generali per l’introduzione nei prossimi tre anni della detrazione del 19 per cento della spesa fino a duemila euro (mille per libri scolastici-mille per libri di altra natura). Uno compra mille euro di libri, nella dichiarazione dei redditi allega scontrini fiscali, lo Stato gli toglie 190 euro di tasse: facile, garantito, automatico. E invece no, automatico e garantito non è per nulla. I cinquanta milioni finiscono subito se si fa sul serio, ma, chissà perché, i conti a Letta nessuno li ha fatti. Congratulazioni sì e tanti complimenti, verifiche poche e malvolentieri.

Il premier Enrico Letta, comprensibilmente soddisfatto, ha annunciato l’introduzione della detrazione del 19% per l’acquisto dei libri. Lo ha fatto nella conferenza stampa di presentazione del piano “Destinazione Italia”, occasione in cui ha anche comunicato che per il provvedimento il Governo è pronto a stanziare 50 milioni. Non ha illustrato però cosa accadrà quando il monte messo sul piatto si esaurirà. E non lo ha fatto per due ottime ragioni: primo perché sarebbe stato inelegante e poi perché è cosa nota. Per tutti i provvedimenti simili, di detrazioni come di incentivi, una volta finiti i fondi finiscono anche le detrazioni e gli incentivi.

“Nel decreto legge sull’agevolazione ai comparti industriali segnalo una misura per favorire la lettura dei libri – ha spiegato Letta -, la detrazione fiscale del 19% del prezzo dei libri, un punto importante che ha a che vedere con la diffusione dei libri e della cultura”. La misura è contenuta nel collegato alla Legge di Stabilità all’esame del Consiglio dei Ministri. Le detrazioni riguardano i libri cartacei e non gli e-book. Nel dettaglio, verrà riconosciuta una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri, per un importo massimo di 2 mila euro, di cui mille per i libri scolastici ed universitari e mille euro per tutte le altre pubblicazioni. L’iniziativa congiunta del Ministero dei Beni Culturali, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, sarà valida per il prossimo triennio e prevede una detrazione per i consumatori muniti di idonea documentazione fiscale.

Nessuna novità dunque almeno sin qui. Se non quella, positiva, di un gesto di attenzione nei confronti della cultura e dei libri. Un gesto apprezzato probabilmente dai lettori e certamente dagli editori che hanno plaudito all’iniziativa: “Una decisione davvero importante e soprattutto una svolta per la lettura in Italia”, ha commentato il Presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo.

A far due conti però emerge più di una perplessità. Assodato che, come sempre accade, il provvedimento “vale” finché è coperto economicamente, vale la pena provare a vedere nella pratica quanto ci metteranno i 50 milioni dal governo promessi a finire.
Ci sono in Italia, approssimando al massimo, circa 20 milioni di famiglie. Supponendo che ognuna di queste spenda in un anno 250 euro per acquistare dei libri – budget non altissimo tenendo conto anche delle spese sostenute per i libri scolastici -, viene fuori un conto finale di cinque miliardi di euro. E il 19% di 5 miliardi è, senza essere dei matematici, 950 milioni. Appena novecento milioni più di quanto il governo ha stanziato.

Ma proviamo a fare il conto inverso. Cinquanta milioni sono il 19% di circa 260 milioni. Ergo il fondo può coprire le detrazioni sino ad una spesa di un quarto di miliardo di euro. Spesa che, divisa per i 20 milioni di famiglie italiane, consentirà di acquistare libri ad ogni nucleo familiare per ben 13 euro. Risparmiandone circa 2 a famiglia.

Gli editori, che evidentemente di lettere si occupano e non di matematica, sono apparsi entusiasti del provvedimento. Ma viste le cifre viene da chiedersi se anche il governo non zoppichi in matematica, visto l’evidente sottofinanziamento della misura. O se, al contrario, l’esecutivo conscio dei pochi soldi in cassa abbia confezionato una sorta di operazione d’indirizzo, una sorta di buon proposito, un’operazione che porti cioè l’attenzione sul settore. O, ultima possibilità, abbia invece messo su quella che altro non è se non una misura di facciata, una misura che faccia cioè dire aiutiamo il tal settore anche se poi, nella realtà, il suddetto settore viene aiutato con un’elemosina.