M5s e l’ossessione dei soldi: la “roba” è l’anima del MoVimento?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 10 Maggio 2013 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA
M5s e l'ossessione dei soldi: la "roba" è l'anima del MoVimento?

Beppe Grillo (Foto LaPresse)

ROMA – Per dirimere la questione è dovuto scendere a Roma il Capo in persona. Ha dovuto Beppe Grillo varcare l’odiata soglia del Parlamento, percorrere i corridoi della casta per evitare che casta diventino anche i suoi parlamentari.

Dai cittadini eletti ai cittadini elettori sembra essere la diaria, ma in senso più ampio i denari tutti, il cuore del MoVimento. Sono questi, il “furto” di questi da parte dei vecchi politici ad avere fornito la prima e più vitale linfa della creatura politica di Grillo, e sono questi a creare i problemi peggiori alla creatura stessa.

La “roba”, come la definì Giovanni Verga, i denari così cari ad una vecchia mentalità piccolo borghese sembrano costituire il filo rosso del MoVimento 5 Stelle. L’appropriazione di questa e di questi da parte dei politici ha contributo in modo determinante alla nascita stessa del MoVimento. La gestione di questa da parte dei suoi eletti è la prima vera questione a scuote il mondo grillino dall’interno.

Per problemi legati ai soldi il vicepresidente dell’assemblea regionale siciliana è stato messo alla porta e, cosa più significativa, è per affrontare questo spinoso nodo che il Capo supremo ha sentito il bisogno di lasciare la sua Genova per venire a Roma. Solo in un’altra occasione Grillo aveva raggiunto la Capitale, per incontrare il Presidente Napolitano nel giorno delle consultazioni. Non ne aveva sentito il bisogno quando si è trattato di scegliere i presidenti delle Camere così come non lo aveva ritenuto necessario quando Pier Luigi Bersani prima ed Enrico Letta poi avevano incontrato il MoVimento per le loro consultazioni.

E non lo aveva ritenuto indispensabile nemmeno nei giorni della scelta del Capo dello Stato.  Il 9 Maggio Grillo invece si è presentato a Montecitorio dove aveva riunito tutti i suoi 161 parlamentari per l’occasione. Tema del contendere la diaria da restituire o meno, altro nome per indicare i soldi o la roba.

“La questione – scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera – è così delicata che dal primo giorno si parla quasi soltanto di quello. Ovvero, come risolvere la questione dei quattrini. Oltre alla paura di scivolare nel tritacarne della Casta, c’è anche il terrore di finire sulla Colonna Infame del Movimento, com’è già capitato a qualcuno. (…) Se sulla presenza ai talk show non si scherza, sui soldi si scherza ancora meno. Riferiscono i presenti che all’assemblea di ieri con i suoi parlamentari Beppe Grillo avrebbe dedicato al ‘reprobo’ ex grillino siciliano epiteti poco affettuosi. Se non proprio l’ombelico del mondo, di sicuro la diaria è diventata per il M5S l’ombelico del Parlamento”.

Tema così centrale nei parlamentari e nel MoVimento perché così centrale è nell’elettorato grillino. Le ricche, forse persino eccessive buste paga dei politici italiani, sono state volano e alimento dell’indignazione del popolo a 5 Stelle ancor più di altre voci e altri problemi ben più grandi che il nostro Paese affliggono. La Tav non piace è vero, ma dopo un’ispezione post-insediamento dei parlamentari grillini, è uscita dal loro orizzonte, o comunque ha smesso di essere il loro primo problema.

Dei soldi invece è dal primo giorno che si parla. Sul tema si sono fatti referendum web e al tema un capitolo del non statuto è stato dedicato. Eppure il problema è ancora lì, uguale a se stesso e ancora irrisolto. Grillo ha strigliato i suoi e ha promesso la pubblica gogna, ovviamente via web, per chi i soldi vorrà tenere, nella speranza che questo basti a non far somigliare i suoi agli “altri”.