Meteo, patente previsioni: in Italia nessuno ha la laurea

di Riccardo Galli
Pubblicato il 19 Ottobre 2015 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Meteo, patente previsioni: ma in Italia nessuno ha la laurea

Il colonnello Bernacca

ROMA – App, siti internet, canali televisivi dedicati e trasmissioni tematiche. L’universo delle previsioni meteo è oggi tutto questo e, dal telefonino al telegiornale, si possono consultare le previsioni praticamente sempre ed ovunque. Nonostante questo però, in realtà, più o meno chiunque può improvvisarsi metereologo e dire la sua perché, in Italia, non esiste una ‘patente’ in materia.

“In un Paese che vuole smantellare gli ordini professionali – scrive Giovanni Caprara sul Corriere della Sera – i meteorologi vanno in controtendenza: ora chiedono un patentino ufficiale. Solo così, dicono, si potrebbe porre un freno alle previsioni sbagliate, al proliferare dei siti meteo improbabili, soddisfacendo quella che sembra essere diventata una malattia nazionale: sapere sempre e in ogni momento del giorno il tempo che farà. Non solo. Chiedono anche che il meteo sia studiato nelle università italiane come succede negli altri Paesi”.

Se un tempo era il famoso colonnello Bernacca a garantire l’affidabilità delle previsioni, oggi è ancora l’aeronautica, attraverso il suo sito, a rappresentare la fonte più attendibile in materia. Ma, come detto, è una sorta di goccia nell’oceano perché, a fianco di questa, sono decine le fonti disponibili, limitandosi a considerare solo le più note.

A far tornare d’attualità l’argomento, dopo le innumerevoli volte in cui si è parlato di previsioni sbagliate, allarmi mancati o non dati, sono i fatti, anzi la vera e propria alluvione che ha colpito Benevento. “Bollino arancione”, dice Fausto Pepe, sindaco della città campana dove la pioggia di venerdì ha ucciso tre persone. “Sì, abbiamo ricevuto la comunicazione della Protezione Civile. Ma il colore arancione significa piogge moderate e non certo alluvione, quella che invece ha colpito la città e metà dei Comuni della provincia”.

“Da noi, purtroppo, le previsioni non sono considerate”, spiega Dino Zardi dell’Università di Trento, organizzatore del Festival della meteorologia in corso nel capoluogo trentino. “In questa situazione”, aggiunge, “c’è chi si improvvisa meteorologo aprendo un sito Internet, elaborando sommariamente dati americani e lanciando previsioni sensazionalistiche. Così aumenta i clic per conquistare un seguito e vendere più facilmente i propri servizi. Anche il mestiere di meteorologo deve essere garantito ufficialmente come quello del medico”.

Ora con tre anni di ritardo, lo chiedeva già una legge del 2012, sta forse per arrivare sul tavolo del governo un provvedimento che vara la certificazione del meteorologo; una direttiva giuridica che stabilisce come deve essere organizzato il lavoro, la preparazione di chi lo affronta, l’aggiornamento. “È indispensabile”, sottolinea ancora Zardi, “per tutelare chi lo esercita e il cittadino. Inoltre il provvedimento dovrebbe unire in una rete i vari servizi meteo locali”.

Ma per cambiare davvero le cose occorrerebbe compiere un altro passo fondamentale, quello che chiedono i metereologi, e cioè predisporre una formazione universitaria adeguata. Ma di questo, invece, non si parla. “Eppure”, conclude Dino Zardi, “basta andare in Austria, a Innsbruck, a 125 chilometri da Trento, ci si può laureare normalmente in meteorologia. Ma altrettanto in Germania, in Inghilterra, in Svizzera o negli Usa”.