Mondialpol, Biella 2008: delitto paga, 1,5 mln a testa

di Riccardo Galli
Pubblicato il 29 Febbraio 2016 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA
Mondialpol, rapina da 22 mln. Tutti liberi a godersi bottino

Mondialpol, rapina da 22 mln. Tutti liberi a godersi bottino

MILANO –Mondialpol, Biella 2008: delitto paga, 1,5 milioni a testa. Il delitto, è cosa nota, non paga. Altrettanto noto però è che le regole, per essere confermate, hanno bisogno delle eccezioni. E l’eccezione, nel caso del delitto, è la rapina del 31 agosto 2008 alla Mondialpol di Biella: 22 milioni e mezzo di euro portati via e mai ritrovati. I rapinatori, quelli sì, sono stati trovati, ma oggi hanno scontato le loro pene e fuori dal carcere, ad attenderli, ci sono circa 1,5 milioni di euro a testa. In questo caso il delitto paga.

“Quella domenica d’agosto – ricorda Daniele Pasquarelli su La Stampa -, giorno di consegna degli incassi settimanali di banche e supermarket della provincia, il disoccupato partenopeo con precedenti specifici e la passione per l’elettronica era tra i quattro che, armi un pugno, caschi integrali e tute blu, fecero irruzione nel caveau di Vigliano Biellese. Con lui i concittadini Giuseppe Esposito, 41 anni, Simeone Arcangelo, di 59 e Paolo Capodanno, 37 anni. Ad aprire loro le porte blindate, i due finti carabinieri Costantino Magrelli, 51 anni, sempre di Napoli e Salvatore Della Ratta, 36 anni di Somma Vesuviana con la complicità di un addetto alla sorveglianza, il biellese Alessandro Ciaramella, 35 anni, ora titolare di un bar. Sono le 9,20 del mattino e la rapina dura pochi minuti: il commando blocca altri due vigilanti e lega con lacci di plastica gli addetti alla conta del denaro. Alle impiegate lasciano qualche banconota da 500 euro scusandosi ‘per il disturbo’. Caricano i sacchi di soldi in un furgone della stessa ditta e fuggono”.

Il ‘disoccupato partenopeo’ risponde al nome di Luciano Romano, 33 anni, ritenuto il capo della banda e ultimo a lasciare la prigione si dice, sorridendo. Lui e i suoi complici furono arrestati dopo un lavoro d’indagine che si sarebbe potuto definire esemplare, non fosse per il bottino sparito ovviamente. Già pochi giorni dopo la rapina il furgone con cui la banda fuggì viene ritrovato a Milano. Su un biglietto dell’autostrada abbandonato sul sedile la scientifica scopre l’impronta digitale di Giovanni Pezzella, 42 anni, pregiudicato salernitano da cui risale, uno ad uno, ai complici: Renzo Parpinel, 60 anni; Giovanni Dimitri, 37 anni, di Nola; l’agente di polizia della sezione Falchi di Napoli Giovanni Franzese, 55 anni, al quale venne poi sequestrata la mazzetta da 2 mila euro con fascetta Mondialpol, unica parte del bottino mai recuperata, davvero una magra consolazione per gli inquirenti. E poi finisce in manette anche la coppia biellese Salvatore Bartilomo e Anna Liccardi, parenti di Romano, che ospitarono a Cossato il gruppo prima del colpo e Ciro Rocchetti, che si occupò invece della logistica al rientro a Napoli.

Tutti finiscono dietro le sbarre, e vengono condannati, in primo grado come in Appello, a pene comprese tra i 2 e 7 anni. Pene che oggi tutti hanno scontato, tornando ad essere persone libere. Che fine abbiano fatto i 22 milioni però nessuno lo ha mai detto. Chi ha confessato, ha raccontato di non aver ricevuto nulla del premio promesso, e gli altri hanno negato o non hanno risposto alle domande degli inquirenti. Qualcuno ipotizza che i 22 milioni siano stati usati dalla camorra per comprare droga, il che spiegherebbe che fine hanno fatto tutti quei soldi. Ma a supporto di questa tesi non sembrano esserci prove concrete.

“Quel tesoro in denaro poliziotti e carabinieri lo hanno cercato ovunque – racconta ancora Pasquarelli -: tra le mozzarelle di un caseificio, le tombe di un cimitero, dalle pendici del Vesuvio fino a una banca in Svizzera. Interrogatori fiume, decine di microspie sistemate pure in camera da letto, una ventina di telefoni cellulari intercettati, alcuni intestati a fantomatici imprenditori cinesi Cian Cin e Fil Ian. Tutto inutile: dei 22 milioni 403 mila e 599 euro, bottino della rapina alla sede della Mondialpol di Vigliano Biellese il 31 agosto del 2008, considerata a ragione il colpo del secolo, è stata recuperata solo una mazzetta con 20 pezzi da cento”.

Il video della rapina diffuso dalla questura di Biella