Morosini: bloccata anche l’ambulanza, arrivò un’altra con caos barella?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 15:44 OLTRE 6 MESI FA

Piermario Morosini (Lapresse)

ROMA – Se non fosse una tragedia sembrerebbe la cronaca di una vicenda “fantozziana”. Se non ci fosse di mezzo la morte, in diretta televisiva, di un ragazzo di appena 25 anni, potrebbe persino scappare da sorridere sull’italica impossibilità di essere normale, sempre e dovunque. Ma se quel che racconta La Stampa risponde anche solo un po’ a verità, allora non è una barzelletta, è una maledizione.

In una storia come quella di Piermario Morosini purtroppo da ridere non c’è proprio nulla, e la cronaca dei soccorsi prestati al giovane calciatore è tutt’altro che comica, è grottesca. Soccorsi intralciati da auto lasciate in divieto di sosta da chi il divieto dovrebbe far rispettare, auto della croce rossa chiuse a chiave e con titolari irrintracciabili, barelle sbagliate e autoambulanze che non funzionano come dovrebbero. Nulla, nei soccorsi prestati al calciatore del Livorno, sembra aver funzionato come avrebbe dovuto. E l’unica speranza, paradossale, che rimane, è quella che se anche tutto fosse stato fatto “a regola d’arte”, comunque Morosini non si sarebbe salvato. Troppo grave il difetto genetico ipotizzato dall’autopsia. Troppo grave per salvare la vita al giovane e anche imprevedibile per poterlo anticipare. Se così non fosse, se Morosini si fosse potuto salvare grazie a quei minuti persi dietro ad auto da spostare e barelle da invertire la storia, da grottesca, assumerebbe toni ben più gravi. Come più gravi sarebbero le responsabilità di chi quei minuti ha sprecato.

Racconta La Stampa che, oltre alla vettura della polizia municipale in sosta selvaggia di cui ampiamente si è parlato, “l’ambulanza che avrebbe dovuto soccorrere il 25 enne centrocampista del club labronico sul rettangolo di gioco risulta inutilizzabile. Anche la vettura della Croce Rossa, come l’auto del vigile, è chiusa a chiave, e l’autista non si trova. Tanto che quando la Croma della Municipale viene forzata e spostata a spinta, l’equipaggio della Croce Rossa arriva, ma l’ambulanza è ancora più bloccata di prima. A intervenire è allora un’altra ambulanza del 118 “Misericordia”, a cui è affidata la gestione dell’infermeria per il soccorso sugli spalti. Non è tutto: mentre l’unità mobile di rianimazione si dirige verso Morosini, dall’ambulanza della Croce Rossa viene estratta la barella su cui viene caricato il calciatore. Ma c’è un problema, non è compatibile con l’unità del 118, e in piena crisi cardiaca il ragazzo viene trasbordato sulla barella, quella giusta, perdendo ancora secondi, prima dalla disperata corsa verso l’Ospedale civico”.

Due auto che ostacolano l’accesso dei soccorsi al campo di gioco. Non auto di qualche scriteriato tifoso che se ne frega dell’uscita di emergenza che ostruisce pur di correre a vedere la partita, ma un’auto dei vigili urbani e un’auto della croce rossa. Due auto che, forse, in quel luogo avrebbero anche potuto trovarsi a ragione, magari proprio per essere pronte a muoversi in caso di necessità. Peccato però che gli autisti delle due auto non fossero anche loro lì, pronti a muoversi come le autovetture. Dov’erano, erano forse andati anche loro a vedere la partita? Forse sì e forse no, fatto sta che, nel momento dell’emergenza, erano irrintracciabili, tanto che per spostare l’auto dei vigili che ostruiva la strada all’ambulanza le si è dovuto rompere un vetro.

Ambulanze bloccate quindi e che vengono soccorse, loro, da altre che lo sostituiscono. L’ambulanza della croce rossa al campo non riesce ad accedere, ma dalla sua “pancia” esce comunque la barella su cui Morosini sarà caricato. L’ambulanza che raggiunge il giovane calciatore è però un’altra rispetto a quella da cui è uscita la barella, è un’ambulanza del 118 che, in teoria, dovrebbe servire per il soccorso sugli spalti. E’ l’ambulanza del 118 quindi quella che arriva sul campo. E dentro di lei la barella su cui Morosini è stato caricato, non entra. Così i soccorritori sono costretti a trasbordare il ragazzo su una barella diversa, in pieno arresto cardiaco.

Quasi immediatamente si è detto che comunque “non c’era niente da fare”, che anche senza l’auto dei vigili, l’ambulanza bloccata e quant’altro Morosini sarebbe morto lo stesso. Ora, nello stesso giorno in cui di Morosini si celebrano i funerali, è triste scoprirsi costretti ad augurarsi che davvero non ci fosse comunque nulla da fare perché troppe sarebbero le colpe, in caso diverso, da digerire. “Giallo delle ambulanze” titola La Stampa, non resta che sperare che confusione, caos e “giallo” sia solo nella ricostruzione dei fatti e non nei fatti come sono realmente accaduti.