Morti da crisi: “Vi aiutiamo a farlo a pezzi”. Spot per funerale a 99 € al mese

di Riccardo Galli
Pubblicato il 7 Gennaio 2014 - 08:21 OLTRE 6 MESI FA
"Vi aiuteremo a farlo a pezzi": il manifesto dell'agenzia di pompe funebri Taffo

“Vi aiuteremo a farlo a pezzi”: il manifesto dell’agenzia di pompe funebri Taffo

ROMA – “Vi aiuteremo a farlo a pezzi…”. Fare a pezzi chi, cosa?  Ma il caro estinto naturalmente. O meglio, il funerale. Fare a pezzi il funerale pagandolo a rate, 99 euro al mese. Funerale e/o cadavere: il macabro doppio senso è voluto e ricercato da chi se lo è inventato e lo ha messo in piazza.

E’ la trovata pubblicitaria, tanto originale quanto macabra, cui si è affidata un’agenzia di onoranze funebri che, da alcuni giorni, ha tappezzato le vie della capitale con i suoi cartelloni pubblicitari. Una campagna choc che ha raggiunto il suo scopo, attirare l’attenzione.

Bene o male, l’importante è che se ne parli. Fedele alle parole di Oscar Wilde la campagna promozionale, se così la si può definire visto il tema, dell’agenzia Taffo ha centrato il suo obiettivo. Molti i romani che hanno notato i cartelloni e molti di più, quelli che, anche grazie alle polemiche, ne parlano.

L’agenzia in questione, la Taffo appunto, non è in realtà nuova a campagne a dir poco innovative e provocatorie. Ed andando a visitare il sito dell’agenzia di pompe funebri, se ne scopre un bel campionario. Dal “Se hai bevuto fai guidare qualcun altro, altrimenti ti daremo un passaggio noi”, sino a “Non correre oltre i limiti, non abbiamo fretta di vederti”, passando per “Se hai sonno fermati subito, meglio riposare in auto che da noi”.

Se la pubblicità è l’anima del commercio, anche quello di un bene delicato come la morte, l’agenzia che opera principalmente tra Lazio ed Abruzzo, con le sue campagne innovative ha certamente raggiunto l’obiettivo di farsi conoscere.

Ma l’ultima trovata, “vi aiuteremo a farlo a pezzi”, ha, rispetto alle precedenti uscite, fatto un salto in avanti. Alla semplice ironia, che non sempre ad onor di cronaca è stata apprezzata, si è aggiunta questa volta una punta di macabro in più che sinora mancava.

Sulla rete, e sugli organi di stampa locali, i cartelloni sono stati notati. Ma il giudizio sembra non essere stato poi quello che i responsabili si aspettavano.

“Pubblicità è quello che volevano e pubblicità è quello che avranno – scrive il sito Romareport.it -. Si tratta dei buontemponi di una società di onoranze funebri che non si sono fatti troppi scrupoli nel definire la campagna pubblicitaria. Arrivati a questo punto l’intenzione era quella di pubblicare la foto precettando (cioè coprendo e rendendo illeggibile ndr.) il nome della società ma, visitato il sito, abbiamo deciso che la pubblicità se la meritano. Sulla pagina web infatti ruotano diversi banner collegati – nel concept – ai dati dell’Istat sui morti negli incidenti stradali. Il tema è molto serio e probabilmente questi operatori avrebbero dovuto trattarlo con maggiore tatto, tuttavia nella pubblicità è la penetrazione del messaggio che conta. Non citiamo i messaggi, alcuni dei quali ad alto impatto. Se volete, andate a vedere il sito; tenendo però conto del fatto che la curiosità uccise il gatto”.

Buontemponi o no, l’umorismo non è di per sé un peccato, nemmeno quando è applicato alla morte. Sdrammatizzare, e in questo caso farsi pubblicità dissacrando il momento forse più sacro, quello della fine della vita, per quanto singolare nella nostra cultura non è cosa sbagliata. E, come sostengono i fan del mercato duro e puro, sarà il mercato stesso a decidere se la politica d’immagine della Taffo, e soprattutto se l’offerta del funerale a rate, il funerale modello e prezzo a misura di crisi economica e di dei consumi, funzionerà o si rivelerà un boomerang.