Professor Monti cominci i tagli dai Durante d’Italia a doppio stipendio

di Riccardo Galli
Pubblicato il 15 Novembre 2011 - 15:12 OLTRE 6 MESI FA

I giudici della Corte dei conti (Lapresse)

ROMA – Professor Monti, cominci dal signor Nicola Durante, da tutti i Durante d’Italia. Durante, chi era, anzi chè costui? Giudice del Tar di Salerno e anche dirigente della Regione Calabria. Nulla contro Durante, lui proprio in persona. Sarà senz’altro ottimo giudice ed efficiente ed esperto capo dell’Ufficio Legislativo della Regione Calabria. Ma molto contro i due  lavori, due stipendi, doppi benefit. A partire dall’auto blu. Prova provata che nelle Regioni, se Mario Monti userà le forbici, c’è da tagliare, tanto e senza fare un soldo di danno. Basti pensare che la Campania ha più dipendenti che Lombardia, Piemonte e Liguria insieme. E che organici «alla lombarda» permetterebbero risparmi per oltre 785 milioni, come scrivono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere. Di cose da fare ce ne sono molte, anche di portata maggiore rispetto ai tanti Durante che popolano l’Italia ma, come dice anche il direttore del La Stampa Mario Calabresi, bisogna anche far qualcosa per dare l’esempio. Ad esempio perché  la liquidazione di tutti è tassata al 23 o 27 per cento ma non di tutti perché quella dei parlamentari è esentasse?

In tempi di sacrifici e di tagli l’esempio deve venire dall’alto, da chi governa: solo se si hanno le carte in regola allora si può chiedere agli italiani di fare rinunce o pagare nuove tasse. La maggioranza uscente ha sottovalutato il problema in questi anni, non ha capito quanto fosse grande nel Paese l’insofferenza verso la cosiddetta «casta», e anche per questo ha perso il consenso di chi l’aveva votata. E’ necessario quindi un gesto di discontinuità, le possibilità sono moltissime perché moltissimi sono i privilegi e i costi delle burocrazie e della politica . Molte sono le cose inaccettabili, per esempio non si capisce perché ogni cittadino italiano abbia una trattenuta sulla liquidazione del 23 per cento (fino a 15 mila euro, perché sopra questa cifra l’aliquota sale al 27) mentre i parlamentari invece non pagano tasse sulla loro indennità di fine mandato.

E’ chiaro che i tagli alla politica non faranno la differenza nel bilancio dello Stato e non saranno certo determinanti per ridurre il nostro debito, ma è certo che faranno un’immensa differenza nella percezione dei cittadini e nella loro propensione ad accettare i sacrifici necessari a rimettere in equilibrio il Paese. E’ un’impresa difficile e coraggiosa a ogni latitudine (i parlamentari francesi hanno appena rigettato la proposta di tagliarsi gli stipendi del dieci per cento, preferendo un ben più modesto 3 per cento e non da subito), ma è il necessario punto di partenza.

Così si potrebbe partire dai tanti Nicola Durante che abitano la pubblica amministrazione. Il caso raccontato dal Corriere è uno dei tanti, ma esemplificativo di una realtà fatta, molto, di sprechi e ingiustizie.

Nicola Durante, un uomo che il Corriere delle Sera ironicamente definisce “dalla doppia vita”. Nella prima guadagna una busta paga come giudice del Tar di Salerno, dove dicono di vederlo quando c’è udienza e dove mesi fa ha annullato il sequestro di una casa abusiva perché il decreto di abbattimento non era stato notificato al titolare dell’abuso ma consegnato a mano a suo fratello. Nella seconda fa il Capo dell’Ufficio Legislativo della regione Calabria, dove è stato ingaggiato dal governatore Giuseppe Scopelliti con un contratto da 176.426 euro e 57 centesimi l’anno. Più una «retribuzione annua di risultato». Più i rimborsi spese «a pie’ di lista». Più il «trattamento di missione nella misura massima prevista per la dirigenza regionale». Più, a spese dei cittadini, si capisce, una speciale «copertura assicurativa della responsabilità civile e amministrativa per i danni eventualmente arrecati a terzi o alla Regione nell’esercizio dell’attività istituzionale, ivi comprese le eventuali spese di giudizio sostenute». E, ovviamente, l’auto blu.

Dice poi un rapporto della Corte dei Conti che quelle Regioni varate nel 1970 per alleggerire lo Stato, si sono via via gonfiate come un panettone impazzito. Al punto che oggi quelle 15 che sono a statuto ordinario hanno 40.384 dipendenti. Vale a dire 78,8 ogni 100 mila abitanti. C’è chi non arriva a 34, come l’ente guidato da Roberto Formigoni, e chi sfonda la barriera del suono clientelare come il Molise. Dove Michele Iorio, dello stesso partito del collega milanese (a dimostrazione che anche in questo caso le differenze di colore non sono poi così importanti) governa su un piccolo regno che ogni centomila abitanti di regionali ne ha 291: 8 volte e mezzo di più.

Molise che detiene il record assoluto in tema di dipendenti e non solo. Con 320 mila abitanti, non solo ha quei 934 dipendenti regionali di cui dicevamo. Ma la bellezza di 87 dirigenti: undici volte di più, in proporzione, di quelli che avrebbe allineandosi alla Lombardia: 8.