Milano, Ortomercato, Far West: 14 cooperative su 26 fuori legge e uno sceriffo

di Riccardo Galli
Pubblicato il 25 Giugno 2012 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA

Luigi Predeval, presidente di Sogemi

MILANO – Alzi la mano chi sa chi è Luigi Predeval. Probabilmente nessuno o quasi. Predeval è infatti un manager e non un uomo pubblico. È colui che gestisce e governa l’ortomercato di Milano, il più grande d’Italia: 680 mila mq, una città nella città dove ogni giorno si muovono 6 mila persone e vengono scaricati 500 tir. Ma anche, e forse soprattutto, un luogo di malaffare teatro di soprusi, lavoro nero, furti e capolarato. Una sorta di moderno far west nel cuore della più moderna delle città italiane. Predeval, come racconta La Stampa, è praticamente l’unico sceriffo di questo territorio senza legge. E come gli sceriffi dei film western si batte contro i “banditi” che lo circondano, ricevendo in cambio minacce e facendo incetta di nemici.

“Affitti non pagati, rapine, capolarato, lavoro nero, aggressioni: l’ortomercato è una sorta di far west tanto da finire sotto i riflettori di inchieste sull’infiltrazione di mafia e ‘ndrangheta al nord – scrive La Stampa – Chi osa rompere l’omertà come Josef Dioli, coraggioso sindacalista della Cgil, viene pestato”.

“L’ortomercato è il terminale di una piaga che comincia chilometri lontano da Milano – racconta Predeval – con lo sfruttamento nei campi degli extracomunitari pagati 10 euro al giorno e costretti a dormire in baracche”. Comincia lontano ma esiste proprio in funzione dell’ortomercato perché, se i prodotti coltivati dagli extracomunitari non venissero venduti, ovviamente non avrebbero ragion d’essere. E l’ortomercato di Milano è il più grande d’Italia che è il Paese europeo più importante per produzione e consumo di ortofrutta.

A volere Predeval alla guida di questa difficilissima realtà fu l’ex sindaco meneghino Letizia Moratti e il curriculum di questo moderno sceriffo è talmente di livello che è l’unico manager confermato dal neo sindaco Giuliano Pisapia.

Minacce, lettere minatorie scritte con i ritagli di giornale, una sola guardia privata, nessuna scorta e uno stipendio di 55 mila euro annui lordi completano il ritratto di questo atipico amministratore. Da quando è arrivato, nel 2010, su 26 cooperative che lavoravano all’ortomercato 14 sono state estromesse per irregolarità e altre 3 sospese per 10, 15 o 20 giorni a seconda dei casi.

Al fianco di Predeval pochi uomini: l’assessore alla sicurezza Marco Granelli, Matteo Calise del Movimento 5 Stelle, i sindacati e i lavoratori “puliti”. Durante l’amministrazione Predeval, che vista la situazione non può limitarsi ad un lavoro contabile, molto è stato fatto: zone occupate del mercato sono state sgombrate, diversi pregiudicati allontanati, e poi sono stati introdotti severi controlli agli ingressi per tener lontani balordi e clandestini e software che permettono di controllare che le cooperative superstiti paghino tasse e contributi oltre a salari equi.

Un lavoro oscuro e sconosciuto ai più che a Predeval ha probabilmente fruttato più preoccupazioni che gloria. Un lavoro che va nella giusta direzione e che La Stampa ha reso pubblico.