I parlamentari mancia: Alfano, Tomaselli, D’Alì, Casellati, Bignami…

di Riccardo Galli
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 15:06 OLTRE 6 MESI FA

letta (3)ROMA – “Il ministero aveva piacere” racconta la senatrice Magda Zanoni, relatrice del defunto dl “salva-Roma”. Il ministero in questione è quello degli Interni, guidato dal vicepremier Angelino Alfano, ed il piacere era quello di destinare dei fondi, mezzo milione di euro, a Pietralcina di Padre Pio. Solo uno dei tanti “piaceri”, o mance a seconda di come si preferisce definirli, inserito nel decretone poi cancellato.

Il ‘salva-Roma’ non c’è più e oggi, per sostituirlo almeno in parte, arriva il famigerato Milleproroghe. Rimangono però i nomi e gli emendamenti che i parlamentari di ogni colore avevano proposto ed inserito. Un elenco in cui non manca nessuno, dal Pd al M5S, con una ridda di emendamenti che, quando non erano discutibili dal punto di vista del contenuto, lo erano almeno dal punto di vista dell’attinenza con il decreto.

Un “decretone”, il salva-Roma, che era lievitato oltre ogni aspettativa, al punto di far chiedere al Colle che venisse ritirato, seppur già approvato con tanto di fiducia a palazzo Madama. Oltre 300 emendamenti erano stati presentati: tutti volevano aggiungere una mancia natalizia, la prebenda al proprio collegio. “Io — confessa la relatrice Zanoni — ho avuto mezza giornata per scremare quella valanga di proposte: alla fine abbiamo accolto 52 richieste dai partiti di maggioranza, alcune direttamente dal governo, come quella del Ministero dell’Interno di destinare un fondo di mezzo milione a Pietrelcina”. Il paese di Padre Pio. “Sì, il ministero aveva piacere. Insomma, lo sponsorizzava”. E così, come racconta Concetto Vecchio su Repubblica – il “salva-Roma” è diventato in breve il salva-tutti, con i relativi sponsor, fazione per fazione.

Pd. Vediamo allora qualche nome di quelli che il decreto per salvare il bilancio della capitale avevano scambiato in sorta di diligenza da assaltare, e partiamo dalla maggioranza. Nelle fila del Pd, va ricordato Salvatore(nome profetico) Tomaselli, che mercoledì 18 dicembre si diceva “particolarmente felice”. L’aula di palazzo Madama aveva infatti appena accolto il suo emendamento con il quale veniva assegnato un finanziamento di 25 milioni per la bonifica dei siti inquinati nella zona industriale di Brindisi. Peccato che fosse un bis e che i 25 milioni fossero stati già stanziati nella legge di stabilità. “Cose che capitano nella fretta, nell’ingorgo dei provvedimenti di fine anno”, si è giustificata la relatrice Zanoni. Sarà, capiteranno pure, ma diciamo che almeno non dovrebbero capitare.

Rimanendo in casa democratici, tocca a Maria Spilabotte, frusinate di Veroli, che era riuscita a spuntare un milione di euro per un viadotto a Frosinone. Utilissimo senz’altro, ma cosa c’entrasse con il salvataggio di Roma rimane un mistero. Avrebbe forse il viadotto portato turisti nella città eterna? Mah? Un altro milione era stato destinato poi alla riparazione degli edifici scolastici di Marsciano (Perugia), grazie all’interessamento di un’altra senatrice Pd: Valeria Cardinali.

NCD. Alleati di governo e alleati nell’assalto, il Nuovo Centro Destra non ha voluto essere da meno. E così nel decreto era finito anche un milione di euro che il senatore alfaniano siciliano Giuseppe Francesco Maria Marinello era riuscito a far convogliare nel Comune di Sciacca per il restauro del municipio. Oltre al mezzo milione, che sempre l’operoso Marinello, era riuscito a portare a casa per il restauro della torre anti corsara di Menfi, nell’Agrigentino, cuore del suo collegio elettorale.

Di meglio è di più aveva invece fatto la senatrice Federica Chiavaroli che, dopo aver partorito l’emendamento pro slot machine che aveva provocato una mezza crisi di governo, era riuscita a strappare ben tre milioni per la sua provincia, Pescara, per aggiustare le strade disastrate dall’alluvione d’inizio mese.

E poi il reggino Stefano Caridi, sempre Ncd, a cui si deve l’autorizzazione della spesa di 20 milioni in tre anni per il trasporto pubblico in Calabria. Ma, tra i parlamentari del Nuovo Centro Destra, la menzione d’onore non poteva che spettare ad Antonio D’Alì. D’Alì che, dopo aver introdotto una tassa fino a 5 euro per visitare i vulcani, aveva proposto di cancellare la possibilità di scegliere i revisori dei conti per le società partecipate dei Comuni. Meglio tornare alle nomine politiche. Ideona approvata dalla maggioranza.

Scelta Civica. A padre Pio avevano evidentemente pensato anche i montiani, o ex montiani Lucio Romano, Angela D’Onghia e Luigi Marino. Su loro proposta un altro mezzo milione di euro sarebbe stato destinato a Pietralcina. Sempre in casa ex Monti, la senatrice D’Onghia aveva presentato un altro emendamento che stabiliva la retroattività della norma con cui si aboliva l’incompatibilità tra la carica di sindaco di Comuni fra i 5 e i 20mila abitanti e il mandato parlamentare. L’incompatibilità era già stata eliminata nel decreto Fare, ma con questo emendamento potevano tornare in sella anche i sindaci-parlamentari eletti nella scorsa tornata elettorale.

Forza Italia e Gal. Dalla maggioranza all’opposizione nessuno ha voluto mancare l’assalto. E così la veneta Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), in tandem con il collega campano Antonio Milo (Gal), aveva sponsorizzato le norme per il funzionamento del teatro San Carlo di Napoli. Rimanendo in tema teatri, nel “salva-Roma” avevano trovato posto anche norme per la Fenice di Venezia. Norme con cui si autorizzava il commissario delegato a utilizzare le somme giacenti finora non spese.

M5S. Dulcis in fundo, il MoVimento5Stelle. I grillini avevano voluto e fatto inserire un emendamento, a firma di Laura Bignami,  che istituiva una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa “per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015”. Infine, ancora dal M5S, arrivava a firma di Sergio Puglia la proposta che obbligava i Comuni a sorteggiare gli scrutatori per le elezioni. Non una mancia per carità, ma qualcuno ha mai sentito parlare del criterio di attinenza della norme?