Pd: Speranza, Bersani, Gotor sepolcri imbiancati. Detto alla Giachetti…

di Riccardo galli
Pubblicato il 19 Dicembre 2016 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Pd: Speranza, Bersani, Gotor sepolcri imbiancati. Detto alla Giachetti...

Pd: Speranza, Bersani, Gotor sepolcri imbiancati. Detto alla Giachetti… (foto Ansa)

ROMA – Pd, tregua interna dicono i notiziari. Sarà, non pare proprio. Se tregua è, è tregua tra due partiti l’uno che disprezza l’altro, l’altro che disistima l’uno. Due partiti nemici tra loro. Nemici per la pelle. L’uno che sta dentro l’altro solo per disfarlo e farlo fuori. L’altro che sta con l’uno solo perché cacciarlo, allontanarlo sarebbe un regalo al vittimismo dell’espulso.

Nel Pd quindi oggi si può vedere ogni immaginabile fantasia dell’agire umano. La presunzione non di rado facilona, a partire dal segretario Renzi. Qualche dilettantismo abbastanza allo sbaraglio. Il riformismo abbastanza, anche troppo, velleitario. Qualche diffusa ipertrofia dell’ego: non ancora Renzi, sbagliato! Pensate ad Emiliano governatore della Puglia. Qualche monumento alla pedanteria diligente, sì Cuperlo, proprio lui. Qualche incontinenza: D’Alema che con eleganza da statista chiosa: “Delle riforme non resterà neanche la puzza”…

Di tutto, di più. Non solo sul piano della linea o delle convinzioni politiche, di tutto e di più sul piano umano. L’altro giorno si è potuto osservare in piena luce il dispiegarsi dei sepolcri imbiancati, vedere come questa espressione non è solo immagine del Vangeli ma ancora oggi carne e ossa in forma d’uomo.

Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani, Miguel Gotor perfetti nell’interpretazione dei sepolcri imbiancati, una splendida da parte loro recita natalizia dei vangeli. Nella parte appunto dei sepolcri imbiancati, l’immagine dai vangeli usati per descrivere chi con somma e totale ipocrisia cambia il suo dire a seconda dell’opportunità e della convenienza.

Ecco dunque Speranza, Bersani e Gotor scoprirsi compiaciuti perché Renzi propone di ripristinare il Mattarellum come legge elettorale. Ora ai tre alla minoranza Pd il Mattarellum non dispiace perché è la prova che Renzi è andato a Canossa sull’Italicum. E fin qui…Ma quando i tre erano maggioranza nel Pd, quando Speranza era capogruppo alla Camera, a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta e non Renzi, quando Bersani teneva le redini della “ditta”…avevano votato contro il Mattarellum.

Episodio? No, regola! Il doppio turno è stato per qualche decennio la bandiera e l’obiettivo del Pd e di come si chiamava prima lo stesso partito. Ma quando Renzi ha fatto una legge elettorale con il doppio turno, Gotor, Speranza, Bersani e la minoranza tutta hanno scoperto che il doppio turno era la strada per la dittatura e la culla dell’autoritarismo.

Ancora, quando sembrava la legislatura dovesse finire regolarmente nel 2018, Bersani, Gotor, Speranza volevano, esigevano, si indignavano perché il Congresso Pd non veniva anticipato rispetto alla normale scadenza di fine 2017. Poi è sembrato Renzi volesse anticiparlo e loro hanno detto giammai, si fa a data regolare. Adesso che Renzi ha detto si fa a data regolare, protestano perché non si fa prima.

E la stessa cosa è regolarmente accaduta sulla riforma del Senato bocciata al referendum, sulle tasse abbassate o abolite, sulle leggi per il lavoro, su tutto..Bersani, Speranza, Gotor orientano il loro dire e fare in modo sicuro e saldo: ciò che fa Renzi noi dobbiamo fare il contrario, anche se il giorno prima dicevamo e facevamo l’opposto e domani ridiremo e faremo il contrario.

Per Bersani, Speranza, Gotor e la minoranza Pd questa è una missione etica in cui il fine (spodestare l’usurpatore, riportare il Pd a sinistra) giustifica ogni mezzo. Più prosaicamente per Roberto Giachetti, candidato a sindaco di Roma sconfitto dalla Raggi, incidentalmente firmatario tempo fa di una proposta di legge per il ripristino del Mattarellum bocciata da Bersani, Gotor, Speranza, questo è “avere la faccia come le terga”.

Giachetti non ha detto terga e neanche sepolcri imbiancati, ha usato un’espressione volgare per essere forte nel tono. Poteva dire, senza volgarità e senza offendere la realtà, che Speranza, Bersani, Gotor venderebbero l’anima al primo diavolo di passaggio pur di riprendersi la “ditta”. E che il resto, tutto il resto, coerenza, sincerità, misura, perfino dignità stanno nel pacchetto che si consegna al diavolo con cui hai stretto il patto.